Lev Nicolaevič Tolstoj (1828-1910) – Non appena ho compreso l’essenza della ricchezza e del denaro, mi si è chiarito quanto in realtà sapevo già da molto.

Tolstoj Lev 26

 

 

Che fare, dunque

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«Non appena ho compreso l’essenza della ricchezza e del denaro, mi si è chiarito quanto in realtà sapevo già da molto, la verità che dai tempi più remoti hanno consegnato agli uomini Buddha, Isaia, Lao Tze, Socrate, e con particolare chiarezza e indiscutibilità Gesù Cristo e il suo predecessore, Giovanni Battista».

Lev Nicolaevič Tolstoj

 

«Primo: non mentire mai a se stessi,
per quanto il mio percorso esistenziale possa essere lontano
dalla via indicatami dalla ragione.

 

Secondo: rinunciare alla consapevolezza dei propri meriti e peculiarità
e riconoscere la propria fallacia.

 

Terzo: adempiere con il lavoro
all’obbligo inconfutabile del nostro vivere,
senza vergognsrsi di alcun tipo di attività svolta».

 

Lev Nicolaevič Tolstoj, Che fare dunque? Legge, archetipo e mito, traduzione di Flavia Sigona, Fazi, Roma, pp. 246, 2017.

 

 


Risvolto di copertina
Dopo essere stato a lungo a contatto con i contadini poverissimi e oppressi della campagna russa, sulla soglia dei sessant’anni Tolstoj scopre la terribile miseria metropolitana degli operai e dei senzatetto della città in cui vive d’inverno, Mosca, agli inizi del suo processo di industrializzazione. Ogni giorno, verso il tramonto, esce dalla sua bellissima villa in mezzo a un parco non lontano dal Cremlino e vaga per le strade per indagare come si vive nei quartieri popolari. Di fronte a un’umanità disperata e derelitta che si difende come può dalla fame e dal freddo, Tolstoj sente la sua ricchezza come una colpa. Non solo ha ereditato un enorme patrimonio, ma ora, dopo il successo di Guerra e pace e Anna Karenina, ogni anno guadagna un’ingente somma con i suoi libri che vengono venduti al prezzo medio-alto di diciassette rubli, denaro che proviene dalle tasche di piccolo-borghesi e studenti squattrinati. Gli capita addirittura di portare a casa qualche ragazzino indigente raccattato per strada, provocando l’ira della moglie e dei suoi figli maschi (le figlie gli sono più vicine e comprendono meglio il suo travaglio interiore). E mentre riflette su «Che fare?» si impegna in una raccolta di fondi presso i suoi amici facoltosi e si dedica allo studio dell’Economia politica, leggendo attentamente La ricchezza delle nazioni di Adam Smith. La scintilla di intelligenza divina che Tolstoj è, anche applicata all’economia, produce risultati meravigliosi.Che fare, dunque? è ancora oggi un libro di grandissima attualità, sia quando parla di problemi morali o analizza le enormi diseguaglianze sociali, sia quando si occupa della vera natura della moneta e dei meccanismi dell’economia di mercato, ma soprattutto quando insiste sulla necessità imprescindibile di una rinascita spirituale dell’Occidente e dell’Oriente.

 

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Lev Tolstoj (1828-1910) – L’elevazione del lavoro a virtù è altrettanto assurda come l’innalzamento del nutrirsi dell’uomo a dignità e a virtù. nella nostra società falsamente ordinata, esso è per lo più un mezzo che uccide la sensibilità morale …
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Lev Nikolàevič Tolstòj (1828-1910) – Ogni uomo reca in sé, in germe, tutte le qualità umane, e talvolta ne manifesta alcune, talvolta altre, e spesso non è affatto simile a sé, pur restando sempre unico e sempre se stesso.

 


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Costanza Fiorillo – La vera uguaglianza è la libertà di essere diversi. Il contrario di differente non è uguale, ma indifferente. Questo bisogna ricordare nel «Giorno della memoria».

Indifferenza

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Un disegno di Helga Weissova, una bambina morta a Tarezin.


Io penso che ciascuno è diverso e ha diritto di esserlo.
Togliere di libertà è un’azione crudele.
Ogni uomo ha diritto di scegliere la propria religione,
il luogo in cui vivere e la persona che vuole amare.
Anch’io sono differente, come lo sono tutti i miei amici.
Il contrario di differente
non è uguale, ma indifferente.
È quello che è successo durante la persecuzione degli ebrei,
e allora indifferenti sono stati tanti uomini.
La loro indifferenza ha permesso che quella mostruosità avvenisse.
Io credo che la vera uguaglianza sia la libertà di essere diversi.

Costanza Fiorillo,

Quinta elementare, Scuola elementare di Valdibrana, Pistoia.

27 gennaio 2017


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