Albert Einstein (1879-1955) – Pensare per il piacere di pensare, come per la musica.

Einstein Musica 01
Albert Einstein

«In principio era previsto che diventassi ingegnere, ma il pensiero di dover spendere la mia energia creativa su cose che rendono ancora più raffinata la vita pratica di ogni giorno, con la deprimente prospettiva di una rendita da capitale come obiettivo, mi era insopportabile. Pensare per il piacere di pensare, come per la musica».

Albert Einstein

Antiporta Musica – La musica non è illusione, è rivelazione dell’anima. Suonate sempre con l’anima. Fate del “Clavicembalo ben temperato” di Bach il vostro pane quotidiano. L’arte non diventerà un’ancella del processo scientifico. Uno dei compiti più nobili della teoria, e della teoria musicale, è di risvegliare l’amore per il passato e di aprire, nello stesso tempo, lo sguardo verso il futuro.

Antiporta Musica
Pëtr Il’ič Čajkovskij

La musica non è illusione, è rivelazione. La sua forza risiede nel fatto che ci fa scorgere regni di una bellezza altrimenti irraggiungibile, la cui scoperta ci concilia con la vita. Solo una musica concepita come rivelazione dell’anima, solo una musica scaturita dal tormento dell’artista può toccare gli esseri umani. Chi non crea per intimo impulso, ma mira all’effetto calcolato con l’intenzione di piacere al pubblico, non è artista autentico.

***
*

Robert Schumann

«Suonate sempre con l’anima. Fate del “Clavicembalo ben temperato” di Bach il vostro pane quotidiano. Le leggi della morale sono anche le leggi dell’arte. Nulla di grande si può compiere senza entusiasmo. Non si è mai finito di imparare …».

***
*

Glen Gould

L’arte non diventerà un’ancella del processo scientifico, e sarà capace di esprimere come l’impulso estetico sia privo di età, cioè libero dalle obbedienze che i tempi gli dettano.

***
*

Arnold Schoenberg

Tendiamo al futuro: ci dev’essere nel nostro futuro una perfezione sovrana. Uno dei compiti più nobili della teoria è di risvegliare l’amore per il passato e di aprire, nello stesso tempo, lo sguardo verso il futuro.

Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893) – La musica non è illusione, è rivelazione. La sua forza risiede nel fatto che ci fa scorgere regni di una bellezza altrimenti irraggiungibile, la cui scoperta ci concilia con la vita.

Pëtr Il'ič Čajkovskij02

Opere di Čajkovskij

Opere di Čajkovskij

*
***
*

«La musica non è illusione,
è rivelazione.
La sua forza risiede nel fatto
che ci fa scorgere regni
di una bellezza altrimenti irraggiungibile,
la cui scoperta
ci concilia con la vita».

 

Pëtr Il’ič Čajkovskij, Lettera del 17 dicembre 1877 a Nadežda Filaretovna von Meck, citata da George Balan, Una ascensione musicale, Musicosophia, Sankt Peter 1994, p. 31.

*
***
*

Nadezhda von Meck

Nadezhda von Meck

 


Petr Ilic Cajkovskij (1840-1893) – Solo una musica concepita come rivelazione dell’anima, solo una musica scaturita dal tormento dell’artista può toccare gli esseri umani. Chi non crea per intimo impulso, ma mira all’effetto calcolato con l’intenzione di piacere al pubblico, non è artista autentico.


logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 05-02-2019)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web

cicogna petite***********************************************

Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893) – Solo una musica concepita come rivelazione dell’anima, solo una musica scaturita dal tormento dell’artista può toccare gli esseri umani. Chi non crea per intimo impulso, ma mira all’effetto calcolato con l’intenzione di piacere al pubblico, non è artista autentico.

Pëtr Il'ič Čajkovskij01

Uno dei diari del compositore, quello del 1887, dove egli annotava una quantità di fatti intimi.

Uno dei diari del compositore, quello del 1887, dove egli annotava una quantità di fatti intimi.

«Lei mi domanda, cara amica, se io conosco l’amore terreno. […] Credo che la mia musica dia una risposta a questa domanda. […] Non sono del suo parere su di un punto, quello che la musica non sia capace di rendere la forza universale dell’amore. Al contrario, la musica soltanto può farlo. Lei dice che questo può avvenire soltanto attraverso le parole. Oh no! […] Laddove esse vengono a mancare subentra in tutta la sua pienezza linguaggio più eloquente: la musica. Anche il discorso ritmico, ossia la poesia, con la quale i poeti glorificano l’amore, non è altro che un addentrarsi nel dominio riservato alla musica. Non appena le parole prendono forma di poesia, non sono più soltanto tali, si sono già trasformate in musica. La miglior prova che le poesie in glorificazione dell’amore sono assai più musica che semplici parole la trovo nel fatto che, molto spesso, molte poesie non hanno un senso immediatamente afferrabile […]. Invece, al contrario di quanto sembrerebbe, versi di quel genere non soltanto hanno un significato, ma racchiudono pensieri profondi, di natura però puramente musicale. […] L’aggiunta di parole alla musica è non di rado nociva. Esse la appesantiscono, la fanno scendere dalle sue sublimi altezze. Ecco una sensazione che ho avvertito spesso, con estrema chiarezza, fino a pensare che questa sia la ragione per cui composizioni puramente strumentali mi sono riuscite meglio di quelle vocali.

[…] Non creda a coloro che cercano di convincerla che il processo della creazione musicale non è altro che arido lavoro d’intelletto. Può colpire e commuovere unicamente quella musica che è stata colta nel profondo di un’anima d’artista, toccata dall’illuminazione. Senza dubbio, perfino i più grandi geni musicali hanno creato talora senza ispirazione. L’illuminazione è un’ospite che non compare al primo appello e tuttavia è necessario continuare a lavorare. Un vero artista non può restare con la mano in mano col pretesto che non si sente ben disposto. Se si volesse attendere la disposizione favorevole e non si facesse il tentativo di vincersi, si sarebbe sommersi dal/a pigrizia e dall’apatia …
[…] Mi stimo felice di non aver seguito l’esempio di molti compositori russi che non hanno né fiducia in se stessi né costanza, e che, alla minima difficoltà, sono pronti a cedere e a darsi per vinti.
È questa la ragione per cui, nonostante il grande ingegno, producono così poco e restano impantanati nel dilettantismo. […] Solo una musica concepita come rivelazione dell’anima, solo una musica scaturita dal tormento dell’ artista può toccare gli esseri umani».

Petr Ilic Cajkovskij, Lettera a Nadjeshda Filarestovna, 6 marzo. 1878

«Quando per la prima volta mi trovai di fronte a Tolstoj, provai un incredibile senso di panico. Mi sembrava che a questo grande conoscitore di cuori bastasse gettare uno sguardo su di me per penetrare fino ai più reconditi meandri della mia anima. Al suo occhio, credevo, non poteva rimanere celata neppur la più piccola debolezza della mia indole, per modo che risultava inutile cercar di mostrarglisi soltanto dal lato migliore. In realtà le cose andarono in modo tutto diverso. Il sommo fra tutti i conoscitori d’uomini, si rivelò un essere molto semplice, molto affabile, al quale non importava assolutamente nulla di mettere in evidenza davanti a chicchessia quell’onniscienza che tanto paventavo … evidentemente non vedeva in me un oggetto delle sue indagini, ma voleva unicamente discorrere un poco di musica con me. […] Tolstoj mi aprì gli occhi su molte cose. Mi convinse che chi non crea per intimo impulso, ma mira all’effetto calcolato con l’intenzione di piacere al pubblico, non è artista autentico».

 

Petr Ilic Cajkovskij, Diari, 1876-1877.

 

 

9788842538981_0_0_1195_80

9788845255489_0_0_324_80

caikovsky


Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893) – La musica non è illusione, è rivelazione. La sua forza risiede nel fatto che ci fa scorgere regni di una bellezza altrimenti irraggiungibile, la cui scoperta ci concilia con la vita.


Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 05-02-2019)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

Eraclito (535 a.C.-475 a.C.) / Ludwig van Beethoven (1770-1872) – L’armonia che unisce Eraclito a Beethoven.

Eraclito-Beethoven

 

Eraclito, olio su tavola di Hendrick ter Brugghen, 1628

Eraclito, di Hendrick ter Brugghen, 1628

«Da elementi che discordano si ha la più bella armonia».

Eraclito, Diels-Kranz 22 B 8

9788804169376_0_0_0_75

Eraclito, fr. 24, in Id., I frammenti e le testimonianze, a cura di Carlo Diano, Mondadori, Milano 1993, p. 17. Il frammento corrisponde a Diels-Kranz 22 B 8.

*
***
*

 

Particolare del viso del ritratto di Beethoven mentre compone la Missa Solemnis, eseguito da Joseph Karl Stieler, 1820

Particolare del viso del ritratto di Beethoven mentre compone la Missa Solemnis, eseguito da Joseph Karl Stieler, 1820

«Due forze, che hanno un uguale grado di certezza e di unitarietà
e nello stesso tempo sono parimenti originarie e universali,
ossia le forze di repulsione e di attrazione».

 

Autobiografia di un genio

Autobiografia di un genio

Ludwig van Beethoven, Autobiografia di un genio. Lettere, pensieri, diari, a cura di Michele Porzio, Mondadori, Milano 1966, p. 130.


Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 04-02-2019)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

Gianmaria Testa (1958-2016) – Povero tempo nostro e poveri questi giorni di magra umanità che passa i giorni e li sfinisce, lascia che torni il vento e con il vento la tempesta, e dentro al vento la stagione di quando tutto appassirà per chi bestemmia le parole.

Gianmaria Testa 01

Cover_Prezioso-gianmaria-testa

Gianmaria Testa, Cover di Prezioso.

 

Povero Tempo nostro

GT01

Povero tempo nostro
povere fatiche
povera la Terra intera
che tutte intere le patisce
povero tempo nostro
e poveri questi giorni
di magra umanità
che passa i giorni e li sfinisce

 

GT02

 

lascia che torni il vento
e con il vento la tempesta
e fa che non sia per sempre
questo tempo che ci resta

GT03

lascia che torni il vento
e dentro al vento la stagione
di quando tutto appassirà
per chi bestemmia le parole

GT04

lascia che torni il vento
e con il vento la tempesta
e fa che non sia per sempre
il poco tempo che ci resta

GT05

lascia che torni il vento
e dentro al vento la stagione
di quando tutto appassirà
per chi bestemmia le parole

GT06

che tutto appassirà
a chi bestemmia le parole

 

Gianmaria Testa, Povero tempo nostro

*****
***
*

Quasi due anni dopo la morte arriva un disco di inediti di Gianmaria Testa, ‘Prezioso‘. Pensate fra le mura della casa di Castiglione Falletto o di Alba per album futuri o per altri artisti, undici nuove canzoni registrate per lo più in forma di appunti sonori per voce e chitarra, formano un racconto che si mescola a un commiato pieno di affetto.

Paola Farinetti, moglie di Gianmaria, e Roberto Barillari, ingegnere del suono, presentano questo materiale proprio come se stessimo assistendo, accanto a Gianmaria Testa, alla gestazione di un nuovo disco, come se fossimo testimoni e compagni di un lavoro meticoloso, quotidiano, intimo. A partire dal brano che apre il disco, ‘Povero tempo nostro’ i registi Silvia Luzi e Luca Bellino, autori, tra le altre cose, di ‘Il Cratere’, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2017 con grande successo, nonché molto legati a Gianmaria, hanno realizzato un cortometraggio girato al cosiddetto “cimitero delle barche” di Fiumicino che illustra, in immagini e secondo il loro linguaggio artistico, il senso della canzone.


Per ascoltare la musica e la poesia di Gianmaria Testa

Gianmaria Testa nel 2013

Gianmaria Testa nel 2013

Gianmaria Testa, Povero Tempo Nostro

L’Automobile – Paolo Fresu & Gianmaria Testa (live)

Gianmaria Testa – ‘Na stella

Gianmaria Testa – Come l’America

Gianmaria Testa Forse qualcuno domani

Gianmaria Testa – Hotel Supramonte

Gianmaria Testa, DENTRO LA TASCA DI UN QUALUNQUE MATTINO

Le traiettorie delle mongolfiere – Gianmaria Testa

Gianmaria Testa – Il valzer di un giorno

Gianmaria Testa-Lasciami Andare (Nuovo 2011)

Gianmaria Testa – Lele (ottobre 2011)

Gianmaria Testa “Ritals”

Gianmaria Testa – Gli amanti di Roma

Per Accompagnarti – Gianmaria Testa

Gianmaria Testa – Il passo e l’incanto

Gianmaria Testa – Come di pioggia

Gianmaria Testa & Gabriele Mirabassi – Polvere di gesso

330px-Gianmaria_Testa-9


G. Testa, Il sentiero e altre filastrocche

gianmaria-testa-circolo-torino

Gianmaria Testa

Valerio-Berruti_290x435

Valerio Berruti

Gianmaria Testa, Il sentiero e altre filastrocche. Disegni di Valerio Berruti.

 

A Riotorto c’è una via così piccolina e stretta
che ci passano soltanto gatti e bimbi in bicicletta
tutti gli altri stanno fuori, morti di curiosità
che vorrebbero sapere quella strada dove va…

La sensibilità di Gianmaria Testa indaga l’assurdo di questo nostro mondo con lo sguardo puro dei bambini. Le figure di Valerio Berruti rappresentano con straordinaria delicatezza lo stupore dei più piccoli.

Tre preziose filastrocche senza età.
data pubblicazione: 1 ottobre 2015
Libri illustrati, pagine: 32. isbn: 9788861459014

Editore Gallucci

logo copia


Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 26-01-2019)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

Gabriella Putignano (a cura di) – Cantautorato & Filosofia. Un (In)Canto possibile. Contributi di: Stefano Daniele, Corrado De Benedittis, Gianluca Gatti, Federico Limongelli, Francesco Malizia, Raffaele Pellegrino, Giacomo Pisani, Gabriella Putignano.

Cantautorato_Filosofia

Editrice Petite Plaisance, 2017, p. 160, euro 12

Gabriella Putignano (a cura di)

Cantautorato & Filosofia.

Un (In)Canto possibile

Contributi di:
Stefano Daniele, Corrado De Benedittis, Gianluca Gatti, Federico Limongelli, Francesco Malizia, Raffaele Pellegrino, Giacomo Pisani, Gabriella Putignano.

[Vedi in basso i titoli]


Prefazione

«…la musica […] è un’arte che rivela…»1

Il seguente libro raccoglie gli atti di un ciclo di incontri, a cura della sottoscritta, in cui s’è cercato di far emergere un virtuoso circolo erme­neutico fra il cantautorato italiano, di vecchia e nuova generazione, e il mondo della filosofia.
L’idea era quella di mostrare quanto la musica d’autore, nella quale note sublimi si sposano con l’incanto di parole poetiche, fosse in grado di squarciare domande, veicolare idee, aprire arcobaleni di senso. Un pensiero di Rachel Bespaloff (1895-1949), filosofa-musicista del secolo scorso2, ci ha in particolare guidato su questa via, un pensiero secondo cui la musica può sì degradare in vacuo starnazzamento, in rumore stordente, ma nella sua autentica accezione essa è «arte che rivela»3. Vi sono, infatti, impressi nel suo “cuore” un pathos rivelatorio e una capacità formativa tali da richiamarci a noi stessi, da ricordarci chi siamo o chi vorremmo diventare.
Il thaumazein così provocato permette – a nostro giudizio – non solo di addentrarci dentro sentieri teoretici, ma di comprendere – ça va sans dire – anche l’importanza di filosofare con lo splendore di tutti i linguaggi4 e di non trincerarsi nell’autoreferenzialità di un sapere stantio.
Forti di queste premesse, abbiamo dato avvio al nostro progetto, radi­cato in primis su un’idea ‘omnicratica’5 del pensare, cioè su un bisogno di condivisione corale, simmetrico di riflessioni e di entusiasmi. In secondo luogo, si è pensato di suddividere l’intera iniziativa in due parti: nella prima l’attenzione è stata rivolta a cantautori più legati alla generazione degli anni Settanta; nella seconda a cantanti o a gruppi musicali, più o meno giovani6, del tempo presente.7 L’intenzione era di confutare, in tal modo, una vulgata corrente, che vuole la musica odierna solo e soltanto come qualcosa di insulso e di vuoto.8
Nella prima parte è senza dubbio emerso l’impegno etico della can­zone d’autore, nonché la sua critica corrosiva a taluni meccanismi sociali. Abbiamo dunque preso le mosse dalla Scuola di Bologna: da Guccini e dalla sua visione crepuscolare dell’esistenza, e da Lolli e dalla sua acuta denuncia contro la ‘sclerocardia’ contemporanea. Siam poi passati a con­frontarci con la discografia di De André e di Gaber: l’uno considerato alla luce della sua interpretazione della Buona Novella, l’altro quale cantore dell’odierna “civiltà delle macerie” e di una nuova, “eidetica”, coscienza.
Altrettanto densi i temi affrontati nella seconda parte, ove il punto di partenza è stato il ‘misticismo aperto’ dei Baustelle, la loro tensione morale congiunta ad uno sguardo disincanto sul mondo della vita; ab­biamo proseguito con i Bluvertigo e lo studio del nesso ʻpensare-direʼ e con Il Teatro degli Orrori, tra inquieta ricerca di senso e veemente accusa al lavoro alienato. L’intervento conclusivo ha suggellato il percorso fatto assieme, poiché – a partire dai testi di Federico Fiumani – si è trattato il problema del riconoscimento/riconoscenza.
I papers qui riportati costituiscono, pertanto, la fedele trasposizione dei contributi tenuti oralmente, ma nel contempo sono arricchiti da schede didattiche finali che evidenziano come siffatto lavoro possa benissimo concretizzarsi in classe, nella convinzione – già in precedenza delineata – dell’importanza di un filosofare plurale e di un insegnamento differente rispetto ad una piatta trasmissione di nozioni. Sono, così, da noi (per la maggior parte docenti liceali) offerti una serie di percorsi interdisciplinari da inserire o nella consueta programmazione curricolare o in ricerche di approfondimento.9
Ci sembra, comunque, di poter cogliere un essenziale fil rouge fra tutte le relazioni, un’esortazione comune, da Guccini a Fiumani, ad esprimere la propria unicità di persona e a far risplendere il coraggio della libertà. Ed è esattamente questo l’augurio che ci piace lasciare al nostro lettore: non perdere mai, nonostante i “grandi freddi” contemporanei, il brivido del rendersi inizio10, il fremito della possibilità quale sigillo dell’umano esistere.

Gabriella Putignano

**

1 R. Bespaloff, Su Heidegger, trad. it. di L. Sanò, Bollati Boringhieri, Torino 2010, p. 25. Corsivo nostro.

2 Rachel Bespaloff è stata una filosofa ebrea di origini ucraine, acuta studiosa di diversi pensatori, fra cui Heidegger, Šestov, Kierkegaard; diplomatasi, nel 1914, in pianoforte al Conservatorio di Ginevra, occuperà la cattedra di musica all’Opéra di Parigi. Nell’estate del 1941 – a causa del contestuale quadro internazionale – si trasferirà negli Usa, ove morirà suicida nel 1949.

3 Ibidem. Corsivo nostro. Vale la pena riportare l’intero passaggio, che peraltro evidenzia quanto la musica sia in stretta correlazione con la nostra vita affettiva: «La buona e la cattiva musica, indifferentemente, fanno entrambe appello alla nostra vita affettiva: ciò che importa è che la prima la utilizza «nel modo della conversione», mentre la seconda «nel modo della diversione». […] La musica è […] un’arte che rivela, oppure un rumore che stordisce.»

4 Altri logoi, oltre a quello musicale, sono l’artistico, il filmico/cinematografico, il poetico, etc.

5 Adoperiamo questa espressione nel senso dato da Aldo Capitini (1899-1968), cioè come ʻpotere di tuttiʼ, lotta contro un pensiero autoritario e catechetico, a favore di uno pro­manante “dal basso”.

6 Cantanti come Capovilla e Fiumani non possono anagraficamente essere considerati giovani, ma la loro musica appartiene senz’altro ad una generazione successiva a quella sessantottina, vicina a quella attuale.

7 Un limite è stato aver considerato cantanti di solo sesso maschile, ma cercheremo di rimediare con un altro ciclo di incontri.

8 Certamente oggigiorno assistiamo ad una decisa diffusione della musica di consumo, caratterizzata da ritornelli fatui e melensi. Si veda su questo M. Bonanno, La musica è finita. Quello che resta della canzone d’autore, Stampa Alternativa, Viterbo 2015. Tuttavia ciò che non condividiamo di siffatta impostazione è l’assolutizzazione compiuta, incapace così di considerare voci interessanti e degne d’ascolto. Per esempio sul piano italiano, oltre ai cantanti da noi analizzati nella seconda parte, si potrebbero annoverare fra gli/le artisti/e, più o meno giovani, meritevoli di attenzione: Niccolò Fabi, Brunori Sas, Ales­sio Lega, i Tiromancino, Pacifico, Elisa, Cristina Donà, Noemi, Samuele Bersani, Vinicio Capossela, i Virginiana Miller, Max Gazzè, Pippo Pollina, i Têtes de Bois, i Non voglio che Clara, etc.

9 Quasi tutti i percorsi didattici presentati sono rivolti ad una quinta classe, ma ciò non esclude affatto che si possa (e si debba) lavorare in questa maniera anche in una terza o in quarta classe. Nel prosieguo della lettura apparirà, inoltre, evidente un’ulteriore differenza fra la prima e la seconda parte: nella prima i collegamenti con la filosofia sono varie volte espliciti, diretti e posti dai cantautori stessi, nella seconda questo non sempre avviene espressamente. Nondimeno tale differenza non ha per noi un’importanza rile­vante, poiché la pretesa maggiore che ci proponevamo con le suddette schede didattiche era mostrare la possibilità di insegnare determinati temi filosofici prendendo spunto dal brano di una canzone.

10 Utilizziamo questa parola nel precipuo senso arendtiano.


I contributi

***

********

***

francesco-guccini

Giacomo Pisani,

La verità come possibilità. Guccini e la narrazione dell’immanenza


***

********

***

lolli

Gabriella Putignano,

Claudio Lolli: “vivere forte” contro “il grande freddo” della sclerocardia


***

********

***

fabriziodeandre_1_1343928697

Gianluca Gatti,

Umana famiglia. La buona novella di Faber


***

********

***

gaber5

Corrado De Benedittis,

Giorgio Gaber, cantautore di una nuova coscienza


***

********

***

Unknown-2

Federico Limongelli,

Baustelle, i mistici dei nostri giorni?


***

********

***

bluvertigo-foto

Stefano Daniele,

Nulla e Comprensione. Lo Zero dei Bluvertigo attraverso i Presocratici


***

********

***

Il_teatro_degli_orrori_-_Sherwood_festival_-_Il_mondo_nuovo_tour

Raffaele Pellegrino,

Il Teatro degli Orrori sul palco del mondo contemporaneo: alterità, violenza, solitudine


***

********

***

Federico Fiumani

Francesco Malizia,

Federico Fiumani, tra esperienza del noi e dinamica del riconoscimento

***

********

***



Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 11-05-2017)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************


1 3 4 5 6 7