Elisabetta Berardi – Indagare le relazioni esistenti tra Aristotele e i saperi anteriori ha significato indagare la riappropriazione da parte della filosofia di tali discorsi di sapere, ponendosi in una prospettiva diacronica molto ampia; l’ampiezza di orizzonte della ricerca è rappresentata nel sottotitolo del nostro volume.





Aristotele citatore o la riappropriazione da parte della filosofia dei discorsi di sapere anteriori.
Curatrici: Elisabetta Berardi, Maria Paola Castiglioni, Marie-Laurence Desclos, Paola Dolcetti. Collana: Sophia. Studi interdisciplinari sul mondo antico,
Le Edizioni dell’Orso, Alessandria 2020.

Elisabetta Berardi

Indagare le relazioni esistenti tra Aristotele e i saperi anteriori ha significato indagare la riappropriazione da parte della filosofia di tali discorsi di sapere,
ponendosi in una prospettiva diacronica molto ampia; l’ampiezza di orizzonte della ricerca
è rappresentata nel sottotitolo del nostro volume.



[…] Indagare le relazioni esistenti tra Aristotele e i saperi anteriori della Grecia e dell’Oriente ha significato per il nostro gruppo di ricerca internazionale PARSA indagare, fin dal 2013, su un piano più generale, la riappropriazione da parte della filosofia di tali discorsi di sapere, ponendosi in una prospettiva diacronica molto ampia; l’ampiezza di orizzonte della ricerca è rappresentata nel sottotitolo del nostro volume. Aristotele citatore raccoglie quindi riflessioni che muovono da lontano e che sono state esposte e sottoposte a viva e proficua discussione nella cornice di un Convegno Internazionale di studi tenutosi a Torino nel 2019. Il Convegno ha radunato membri del gruppo di ricerca del PARSA e esperti su invito o risposta a Call; i ventisette relatori hanno dialogato fruttuosamente e con passione tra loro e con colleghi e giovani studiosi convenuti ad assistere. Questo si riflette con grande ricchezza nei contributi dati alla stampa, legati tra loro da una fitta rete di rimandi che traducono su carta il dialogo costante tra le parti. Il Convegno torinese è stato preceduto da altri tre incontri internazionali che hanno posto basi fondamentali per lo sviluppo del tema: il punto di partenza della ricerca nel 2013 è consistito in una riflessione su uno stato di conoscenza pre-disciplinare, un’indagine su, […] quei ‘primi filosofi’ che non lo sono. Il PARSA si è interrogato su uno stato – e su uno statuto – di sapere precedente o contemporaneo alla filosofia; non abbiamo quindi scelto di interrogare i cosiddetti ‘Presocratici’ (come dal XVIII secolo è invalso di chiamare i ‘primi filosofi’) in quanto tali, e a ben riflettere, del resto, coloro che siamo pronti oggi ad arruolare sotto la bandiera della filosofia non si definivano loro stessi tali. Abbiamo invece considerato che si assiste nel mondo antico a un nuovo tipo di discorso di conoscenza che si oppone ad altri discorsi di conoscenza, considerati come tali o che pretendono di essere tali. Ci siamo interrogati sulla natura di questa novità, senza dare per scontato che essa risiedesse nell’assenza del ruolo degli dèi nella riflessione sul mondo. La novità non ci è parsa tanto consistere in cosa il discorso dicesse, quanto in una diversa relazione con il logos stesso, con tutte le possibilità di riappropriazione, deviazione, ri-significazione che una tale modifica può aprire. Un nuovo tipo di discorso della conoscenza, che non significa però un discorso unico della conoscenza: lo dimostra l’accusa di Eraclito contro Esiodo, ma anche contro Pitagora, Ecateo e Senofane. Questi tipi di discorso sono tutti caratterizzati da ciò che Eraclito attribuisce loro, cioè la polymatheia. Ci è parso quindi opportuno vedere in questa polymatheia il tratto distintivo del pensiero arcaico – piuttosto che ‘presocratico’ – da cui la ‘filosofia’ deriva, pur differenziandosi da essa per l’istituzione di campi di conoscenza distinti. Con tale chiave di lettura abbiamo superato la questione della situazione cronologica dei ‘presocratici’, alcuni dei quali sono in realtà contemporanei di Socrate e anche di Platone. Abbiamo inoltre superato la questione se la filosofia potesse costituirsi (e auto-costituirsi) solo più tardi con l’adozione posturale di un’autorità responsabile di un’omogeneizzazione che l’aveva comunque preceduta da tempo. Essa infatti si riferiva a una certa concezione del sapere – la polymatheia – e della ‘natura’, intesa come un insieme strutturato in cui ciascuno dei suoi costituenti ha il suo posto: il cielo e i corpi celesti; la terra – la sua fauna, la sua flora e le sue regioni; l’uomo – il suo corpo, le sue sostanze costitutive, i suoi stati (in malattia o in salute); la sua anima, la sua natura, le sue funzioni, le sue facoltà; il suo modo di vivere, dall’animalità alla cittadinanza; la città, le sue istituzioni, il suo passato, il suo comportamento in guerra o in pace. Abbiamo constatato quindi la diversità dei discorsi e delle conoscenze che circolano, si compenetrano, si influenzano e si modificano a vicenda. Questo è stato l’obiettivo raggiunto dai primi due Convegni di Grenoble dedicati alla poesia arcaica (2014) e drammatica (2015) come discorsi di sapere; il loro scopo è stato analizzare, al di là di qualsiasi approccio disciplinare o esclusività, le relazioni che si intessevano tra questi sapienti – sophoi o sophistai, non importa – il cui linguaggio offre testimonianza del pensiero. Con tali premesse il Gruppo ha affrontato l’indagine su Platone e il rapporto con i saperi anteriori (Grenoble 2017) e ora pubblica i risultati di una analoga indagine su Aristotele. Questi saperi anteriori, come è emerso dalla nostra ricerca, si rivelano anche saperi filosofici ormai così lontani nel tempo da Aristotele da necessitare a suo giudizio di una traduzione, che è al tempo stesso interpretazione e ri-appropriazione: penso al caso degli atomisti Leucippo e Democrito che Aristotele nel primo libro della Metafisica (985b) riprende e ri-volge in un diverso linguaggio. Nel volume si susseguono quindi stimolanti contributi che si occupano del rapporto del corpus aristotelico con diversi discorsi di saperi anteriori, epos e poesia arcaica, teatro comico e tragico, ma anche storiografia, retorica, medicina, pensatori ‘presocratici’, logoi sulle tradizioni dei popoli anellenici. Infine, e non sorprende nella complessità del pensiero aristotelico, Aristotele si confronta con se stesso attraverso l’autocitazione: il nostro volume si chiude con la riflessione condotta da Étienne Helmer su questo tema affascinante.

Elisabetta Berardi, Intervista pubblicata su «Letture.org».


Aristotele citatore costituisce il quarto capitolo del Programma pluriennale di ricerca del PARSA «Il problema della riappropriazione da parte della filosofia dei discorsi di sapere anteriori» e ne accoglie i risultati scientifici presentati nel Colloquio Internazionale di Torino (27-29 marzo 2019). Partendo dall’analisi delle citazioni aristoteliche dirette o indirette dai poeti arcaici e classici e da altri discorsi di sapere non filosofici del mondo greco, giovani ricercatori e specialisti di scienze dell’antichità hanno osservato somiglianze e scarti tra le fonti e l’uso che ne è fatto da Aristotele, rilevando il contesto pragmatico di enunciazione e il quadro argomentativo nel quale esse si collocano; i saggi contenuti nel volume mostrano l’interesse che questi saperi hanno potuto suscitare, i pericoli che hanno potuto rappresentare – soprattutto in termini di concorrenza –, le riappropriazioni e/o le distorsioni di cui sono stati oggetto.

Aristote citateur constitue le quatrième volet du Programme pluriannuel de recherche du PARSA «Le problème de la réappropriation par la philosophie des discours de savoir antérieurs» et réunit les résultats scientifiques présentés lors du colloque international de Turin (27-29 mars 2019). En partant de l’analyse des citations directes ou indirectes d’Aristote aux poètes archaïques et classiques et à d’autres discours de savoir non philosophiques du monde grec, de jeunes chercheurs et des spécialistes des sciences de l’antiquité ont constaté des similitudes mais aussi des différences entre les sources et l’usage qu’en fait Aristote, en prenant en compte le contexte pragmatique d’énonciation et le cadre argumentatif dans lequel elles s’insèrent. Les communications contenues dans cet ouvrage collectif montrent tout l’intérêt que ces savoirs pouvaient susciter, les dangers qu’ils pouvaient représenter – notamment en termes de concurrence –, les réappropriations et/ou les distorsions dont ils ont été l’objet.


Elisabetta Berardi (Università di Torino) si occupa di letteratura greca di età imperiale, con particolare riguardo alle dinamiche tra retorica e filosofia tra I e II sec. d.C. e al Fortleben del Gorgia e del Fedro platonici. Elisabetta Berardi è Presidente del PARSA

Maria Paola Castiglioni (Université Grenoble Alpes) si occupa di storia greca, con particolare riguardo ai fenomeni culturali, politici e sociali nelle epoche arcaica e classica. Marie-Laurence Desclos (Université Grenoble Alpes) si occupa di storia della filosofia greca in un approccio antropologico, con un particolare interesse per Platone.

Paola Dolcetti (Università di Torino) si occupa di letteratura greca con particolare riguardo alla prosa delle origini, al genere letterario del dialogo e a Luciano di Samosata nelle sue interazioni con la filosofia e il mito.


Intervista alla Prof. Elisabetta Berardi: https://www.letture.org/aristotele-citatore-o-la-riappropriazione-da-parte-della-filosofia-dei-discorsi-di-sapere-anteriori-elisabetta-berardi-maria-paola-castiglioni-marie-laurence-desclos-paola-dolcetti

Recensione di Luigi Spina a: «Aristotele citatore o la riappropriazione da parte della filosofia dei discorsi di sapere»


M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

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