Salvatore Bravo – La pace della Machado e il nobel pacificamente guerreggiante trumpiano. Le grammatiche dei padroni escono allo scoperto.
 
		
			
		Salvatore Bravo
La pace della Machado e il nobel pacificamente guerreggiante trumpiano.
Le grammatiche dei padroni escono allo scoperto.
Maria Corina Machado il 10 ottobre ha ricevuto il premio nobel (volutamente in minuscolo) per la pace. Il premio era ambito da D. Trumpo, e la Machado lo ha lui dedicato. Il premio nobel è stato assegnato a un esponente della borghesia oligarchica venezuelana che nel 2002 ha tentato di rovesciare il governo Chavez. L’occidente relativista ha sicuramente seri problemi con le definizioni. La pace è un mistero tragico e doloroso, se pensato e osservato dalla prospettiva della Machado. Il mistero si inarca nell’abisso, se si considera che la vincitrice del nobel ha telefonato a B. Netanyahu per dichiarargli, ammirata, il suo sostegno per l’operazione a Gaza contro Hamas. Siamo dunque in una realtà che ha rotto gli argini con l’etica, nella quale le parole non hanno più senso e le istituzioni sono l’incarnazione in terra dei cinici interessi delle plutocrazie. Con l’inabissarsi dei principi etici e dei fondamenti della logica umana si frana verso l’Apocalisse. Il massacro genocidario di centinaia di migliaia di morti, in maggioranza donne e bambini, sono da considerarsi “pace”, per cui il premio nobel si è complimentata con Netanyahu dimentica del valore etico del premio ricevuto. Gaza fuma ancora per le macerie e per i corpi in decomposizione, eppure tutto questo è “pace”. Il Comitato nobel nominato dal parlamento norvegese per assegnare il prestigioso premio, è ormai evidente, non risponde ad alcun principio etico ma alla logica dei padroni. Fin qui nulla di nuovo, ma ciò che è assolutamente innovativo è l’ostentata negazione di ogni principio razionale dinanzi al mondo. I padroni della terra, tali si percepiscono, dinanzi alle sconfitte riaffermano di essere i padroni dell’ordine del discorso come del pianeta. Le grammatiche dei padroni escono allo scoperto e dimostrano che esse possono decretare che “la pace è guerra e che la guerra è pace”. Il mondo ci guarda, oltre il filo spinato dell’occidente vi è un pianeta in movimento. Immaginiamoci come debba apparire nell’anima e nello sguardo di un “non occidentale” il premio nobel assegnato a un’aristocratica signora venezuelana che dopo il premio, anziché farsi testimone di pace e della difesa dei più fragili, il 22 ottobre con la telefonata al primo ministro israeliano B. Netanyahu ha scelto la guerra. Assegnare il premio nobel alla Machado ha dunque un evidente significato politico, ma ancor più denota lo stato di declino, in cui versa l’occidente cinicamente abbarbicato ad un doloroso sogno di onnipotenza ormai superato dalla storia. La politica senza umanità e senza senso della storia è solo bieco calcolo incapace di comprendere la dialettica storica. In tale contesto l’occidente si isola dal mondo e rompe gli ormeggi dall’umano inaugurando un lungo periodo di tragedie evitabili nelle quali i primi a cadere saranno i più innocenti. Se si continua a battere il sentiero dell’assurdo, alla fine dovremo affrontare gli spettri che abbiamo evocato. Il premio nobel è dunque parte di un sistema di potere che crede, ancora, di avere il diritto di stabilire ciò che è vero e ciò che è falso in funzione dei giochi delle oligarchie, i popoli devono solo obbedire e applaudire, per gli oligarchi i popoli sono plebe e pertanto ai plebei si può far credere che la guerra è pace. Questa è la nostra terribile condizione, è la nostra notte di Valpurga. In un tempo tanto estremo l’irrazionalità del male non deve indurci alla disperazione, ma si deve, piuttosto testimoniare la trasparenza del bene con la parola, con la prassi e con la testimonianza solidale, è l’unico modo per vincere gli spettri che sembrano prendere il sopravvento. Testimoniare la razionalità del bene è oggi urgenza etica a cui gli uomini e le donne di buona volontà sono chiamati. Un dato è inaggirabile il premio nobel non ha credibilità alcuna, è solo uno dei tanti premi con cui il potere benedice i suoi vassalli e dichiara le sue guerre.
Associazione culturale Petite Plaisance




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