Paul Klee (1879-1940) – Se nella musica l’elemento tempo potesse venir superato da un movimento a ritroso, penetrante nella coscienza, sarebbe possibile una seconda fioritura.

Paul Klee 03

«Tutta l’arte è un ritorno all’origine, è nell’oscurità, i suoi frammenti vivono sempre nell’artista».

Paul Klee

Facendo riferimento alla  distinzione goethiana tra Gestalt e Bildung  Klee considera ogni forma (Form), naturale o artistica che sia, come interruzione di un sottostante movimento di crescita, di per sé continuo e infinito, e come espressione, in se stessa, del processo di formazione (Gestaltung) che l’ha generata. La via alla forma «trascende la meta, va al di là del termine stesso della via» [Paul Klee, Teoria della forma e della figurazione, vol. I (a cura di M. Spagnol e R. Sapper),  Feltrinelli, Milano 1959, p. 169), rende visibile ciò che è invisibile, rappresentando non la forma ma la funzione, la struttura di crescita che giustifica la forma.

«Il semplice movimento ci sembra banale. L’elemento tempo va eliminato. Ieri e oggi come contemporaneità. La polifonia nella musica può sfuggire in parte a questa esigenza. Un quintetto del Don Giovanni è più vicino al nostro spirito che i movimenti epici del Tristano. Mozart e Bach sono più moderni della musica dell’800. Se nella musica l’elemento tempo potesse venir superato da un movimento a ritroso, penetrante nella coscienza, sarebbe possibile una seconda fioritura. La pittura polifonica supera la musica, in quanto qui il tempo è qualcosa di più che spazio… Il concetto della contemporaneità vi si manifesta più intensamente. Per rendere evidente il movimento a ritroso che concepisco nella musica, richiamo l’attenzione sull’immagine riflessa nei vetri di una vettura tramviaria in corsa» (Paul Klee, Diari, 1898-1918, Il Saggiatore, Milano 1990, n°1081).

Paul Klee (1879-1940) – L’artista non deve né essere utile né dettare delle regole: deve solo trasmettere, veicolare in alto, portare più in su.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

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