Accogliamo la nostra esistenza più ampiamente che possiamo, con pienezza di meraviglia: allora il frutto della nostra vita potrà forse palesarsi, foss’anche soltanto come polvere di stelle tra le dita, o come un segmento di arcobaleno colto al volo.

M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

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René Magritte – La concezione di un quadro, ossia l’idea, non è visibile nel quadro: un’idea non si può vedere con gli occhi. Quest’evocazione della notte e del giorno mi pare dotata del potere di sorprenderci e di incantarci. Chiamo questo potere: la poesia.



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Salvatore Bravo – L’ultima parola della storia. Rileggendo i versi di Patrizia Cavalli. Il tempo è vita intessuta di parole che attendono di essere condotte a nuova vita.

Salvatore Bravo

L’ultima parola della storia.
Rileggendo i versi di Patrizia Cavalli

Il tempo è vita intessuta di parole che attendono di essere condotte a nuova vita

Ma io non voglio andarmene così, lasciando tutto come ho trovato … Un altro è il mio progetto … è accogliere la lingua che mi è data … immaginando una visione. Come di fronte a un fiore di datura … questa è la gioia fiera del mio compito, qui è il mio valore.

P. Cavalli




M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
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Miguel Hernández – «Tristi guerre se non è d’amore l’impresa. Tristi. Tristi. Tristi armi se non sono parole. Tristi. Tristi. Tristi uomini se non muoiono d’amore. Tristi. Tristi». Il poeta che lottò e scrisse sul campo e nel carcere fascista di Francisco Franco.

Tristi guerre

se non è d’amore l’impresa.

Tristi. Tristi.

Tristi armi se non sono parole.

Tristi. Tristi.

Tristi uomini se non muoiono d’amore.

Tristi. Tristi.

Miguel Hernández

 

 

 

Ma c’è un raggio di sole nella lotta,

che lascia per sempre l’ombra sconfitta.

Miguel Hernández

 

La lucciola in amore
brilla di più.

La donna senza l’uomo
spenta se ne va.

Spento cammina l’uomo
senza luce di donna.

La lucciola in amore
si vede già.

Miguel Hernández



Un altro grande poeta spagnolo, Juan Ramón Jiménez, scriveva di Hernández:

«I poeti non erano convinti di quel dicevano.
Erano signorini, imitazioni di guerriglieri che portavano a spasso fucili e pistole giocattolo per Madrid,
vestiti con tute blu ben stirate.
L’unico poeta, allora giovane, che lottò e scrisse sul campo e in carcere fu Miguel Hernández».


M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
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Konstantinos Petrou Kavafis – Passioni e Virtù nella Casa dell’Anima.

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Maya Angelou – Puoi svalutarmi nella storia con le tue contorte bugie … Volevi vedermi distrutta? Con la testa china ed occhi bassi? Io mi sollevo. Con la certezza delle maree, proprio come le speranze che si librano alte, ancora mi solleverò. Ci deliziamo nella bellezza della farfalla, ma raramente ammettiamo i cambiamenti a cui ha dovuto sottostare per raggiungere quella bellezza.

Ancora mi sollevo

Puoi svalutarmi nella storia
Con le tue amare, contorte bugie;
Puoi schiacciarmi a fondo nello sporco
Ma ancora, come la polvere, mi solleverò

La mia presunzione ti infastidisce?
Perché sei così coperto di oscurità?
Perché io cammino come se avessi pozzi di petrolio
Che pompano nel mio soggiorno

Proprio come le lune e come i soli,
Con la certezza delle maree,
Proprio come le speranze che si librano alte,
Ancora mi solleverò

Volevi vedermi distrutta?
Testa china ed occhi bassi?
Con le spalle che cadono come lacrime,
Indebolita dai miei pianti di dolore?

La mia arroganza ti offende?
Non prenderla troppo male
Perché io rido come se avessi miniere d’oro
Scavate nel mio giardino

Puoi spararmi con le tue parole,
Puoi tagliarmi coi tuoi occhi,
Puoi uccidermi con il tuo odio,
Ma ancora, come l’aria, mi solleverò.

La mia sensualità ti disturba?
Ti giunge come una sorpresa
Che io balli come se avessi diamanti
Al congiungersi delle mie cosce?

Fuori dalle capanne della vergogna della storia
Io mi sollevo
In alto, da un passato che ha radici nel dolore
Io mi sollevo
Io sono un oceano nero, agitato ed ampio,
Sgorgando e crescendo io genero  nella marea.

Lasciando dietro notti di terrore e paura
Io mi sollevo
In un nuovo giorno che è meravigliosamente limpido
Io mi sollevo
Portando i doni giunti dai miei antenati,
Io sono il sogno e la speranza dello schiavo.
Io mi sollevo
Io mi sollevo
Io mi sollevo

(Still I Rise – da  “And Still I Rise” di Maya Angelou)



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Friedrich Hölderlin – Un fuoco divino ci trascina, di notte e di giorno, ad aprirci la via. Vieni. Guardiamo nello spazio aperto, cerchiamo ciò che è nostro, per quanto lontano.

Un fuoco divino ci trascina, di notte e di giorno,
ad aprirci la via. Vieni. Guardiamo nello spazio aperto,
cerchiamo ciò che è nostro, per quanto lontano.
Questo è certo: al mezzogiorno e fino a mezza la notte
sempre persiste una misura,
comune a tutti ma pure ad ognuno assegnata
e ognuno va e giunge dove ha potere di giungere.
 
Friedrich Hölderlin, Tutte le opere. Prose, teatro e lettere. Tutte le liriche,
a cura di L. Reitani, 2 voll., LXVII-3887 pp., Mondadori, Milano 2020.

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Callimaco (305-240 a.C.) – Qualcuno mi ha detto della tua morte e ho pianto a ricordare. Ed ora tu, chi sa dove, sei cenere: ma hanno vita i tuoi usignoli, da cui persino Ade, che tutto rapisce, terrà lontane le sue cupe mani.

Ludovica Bargellini

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Emiliy Dickinson (1830-1886) – Essere un fiore è profonda responsabilità. Fiorire è il fine.

Emily Dickinson, Fiorire è il fine
Fiorire – è il fine – chi passa un fiore
con uno sguardo distratto
stenterà a sospettare
le minime circostanze
coinvolte in quel luminoso fenomeno
costruito in modo così intricato
poi offerto come una farfalla
al mezzogiorno –
Colmare il bocciolo – combattere il verme –
ottenere quanta rugiada gli spetta –
regolare il calore – eludere il vento –
sfuggire all’ape ladruncola
non deludere la natura grande
che l’attende proprio quel giorno –
essere un fiore, è profonda
responsabilità.
 
Emily Dickinson, trad. Marisa Bulgheroni.

***

Emily Dickinson – Un’anima al cospetto di se stessa
Emily Dickinson (1830-1886) – La parola comincia a vivere soltanto quando vien detta.
Emiliy Dickinson (1830-1886) – Ciò che è lontano e ciò che è vicino
Emily Dickinson (1830-1866) – Semi che germogliano nel buio
Emily Dickinson (1830-1866)  – Dedicata agli esseri umani in fuga dalla mente dell’uomo
Emily Dickinson (1830-1866) – Distilla un senso sorprendente da ordinari significati
Emily Dickinson (1830-1886) – La bellezza e la verità sono una cosa sola. Bellezza è verità, verità è bellezza.
Emiliy Dickinson (1830-1886) – Molta follia è saggezza divina, per chi è in grado di capire. Molta saggezza, pura follia. Ma è la maggioranza in questo, in tutto, che prevale. Conformati: sarai sano di mente. Obietta: sarai pazzo da legare, immediatamente pericoloso e presto incatenato.
Emiliy Dickinson (1830-1886) – Questo era un poeta: distilla straordinari sensi da significati ordinari e Essenze così immense dalle specie familiari che davanti alla porta perirono e ci meravigliamo che non fummo noi ad afferrarle, prima.
Emily Dickinson (1830-1866) – La Bellezza non ha causa, esiste. Inseguila e sparisce. Non inseguirla e appare.
Emily Dickinson (1830-1866) – Ha una sua solitudine lo spazio, solitudine il mare e solitudine la morte. eppure tutte queste son folla in confronto a quel punto più profondo, segretezza polare, che è un’anima a cospetto di se stessa – infinità finita.
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