Jean Starobinski (1920-2019) – Quando la speranza vira al nero, quando più niente ci porta al futuro, la realtà presente si disloca, i suoi elementi non posseggono più il potere di tenere insieme. Ma l’inchiostro della malinconia ha la possibilità del bagliore, dello splendore fulgido per sempre.
Per coloro che hanno il dono della poesia, il sollievo è poesia,
[e per coloro che hanno il dono della passione per la filosofia,
il sollievo è la filosofia].
J. Starobinski, L’inchiostro della maliconia, p. 33.
«Quando la speranza vira al nero, quando più niente ci porta al futuro, la realtà presente si disloca, i suoi elementi non posseggono più il potere di tenere insieme. Il rondò comincia con l’immagine dell’acqua che si fa salire dal pozzo e termina col movimento inverso che vi fa cadere dentro la pagina lacerata.
[…] L’inchiostro della malinconia, a forza di opacità e di tenebre, perviene a conquistare un meraviglioso potere di barbaglio e scintillanza? Il fondo tenebroso comporta la possibilità del bagliore, se gli si sovrappone del materiale liscio. Shakespeare lo intuisce, evocando il miracolo di un amore che risplende, salvato dalla devastazione universale del Tempo, nell’inchiostro nero della poesia:
Che in nero inchiostro, l’amor mio splenda fulgido per sempre.
That in black ink my love may still shine brighf. [1]
Ma, in quest’ultima trasformazione metaforica, la malinconia divenuta inchiostro, diventa infine la foglia di stagno grazie alla quale l’immagine si irradia. L’oscurità più densa oppone alla luce una superficie da cui essa zampilla, luciferina, come da una seconda sorgente».
Jean Starobinski, L’inchiostro della malinconia, Einaudi, Torino, 2014, p. 533.
[1] W. Shakespeare, sonetto 65, in ID., Sonetti, a cura di G. Melchiori, Einaudi, Torino 19826, p. 133.
Da dove provengono la tristezza profonda, la disperazione, il delirio, il furore, il suicidio? Contro coloro che invocavano una causa sovrannaturale o una punizione divina, il pensiero medico ha fatto prevalere, fin dall’antichità, una causa naturale, quella “bile nera” cui il senso letterale del termine “malinconia” fa riferimento. Per la medicina greca e romana era uno dei quattro umori del corpo dalle cui combinazioni dipendevano gli stati d’animo e il carattere delle persone. Un umore di natura fredda e tenebrosa che era all’origine di sofferenze e disordini, ma che tuttavia poteva stimolare un’intensa sensibilità intellettuale e artistica. Questo volume raccoglie tutti gli scritti che il medico, storico delle idee e critico letterario ginevrino ha consacrato ai diversi aspetti della malinconia, a partire dalla sua celebre tesi di laurea dedicata alla storia dei suoi trattamenti medici. I vari saggi rappresentano un’accurata messa in prospettiva di questo potente sentimento, dalla sua prima apparizione in Omero e Galeno fino alla sua riduzione a semplice patologia psichica. Starobinski incrocia miti antichi, astrologia, medicina, letteratura, filosofia e arte, corroborando ogni argomento con una moltitudine di corrispondenze, tanto impreviste quanto perfette.