Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) – Più sensibile è l’anima di chi contempla, più questi si abbandona all’estasi suscitata in lui dall’ armonia della natura. Tutti i singoli oggetti gli sfuggono, ed egli non vede e non sente che il tutto.
![Jean-Jacques Rousseau 003](http://blog.petiteplaisance.it/wp-content/uploads/2020/07/Jean-Jacques-Rousseau-003-860x280.jpg)
«Più sensibile è l’anima di chi contempla, più questi si abbandona all’estasi suscitata in lui da tale armonia [della natura]. Una fantasticheria dolce e profonda s’impadronisce allora dei suoi sensi, ed egli si smarrisce, in uno stato di deliziosa ebbrezza, nell’immensità di questo bell’ordine, con cui si immedesima. Tutti i singoli oggetti gli sfuggono, ed egli non vede e non sente che il tutto».
Jean-Jacques Rousseau, Les rêveries du promeneur solitaire (prima edizione postuma Genève1782), Flammarion, Paris 1964, p. 126.
Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) – L’arte di interrogare non è facile come si pensa
Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) – Qualcuno pensò di dire «questo è mio». «Guardatevi dal dare ascolto a questo impostore; siete perduti se dimenticate che i frutti sono di tutti e la terra è di nessuno».
![M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.](http://blog.petiteplaisance.it/wp-content/uploads/2019/12/M.-Ludovico-Dolce-Dialogo-nel-quale-si-ragiona-del-modo-di-accrescere-e-conservar-memoria-Venezia-1562.-12.gif)