Chandra Livia Candiani – Non volevo l’appello dell’amore, volevo la conoscenza, non volevo l’intesa, volevo la verità nuda … come un fazzoletto di una volta. La volta in cui si incontravano le domande e la loro sete.
Ascoltando quello che tu non dici:
«Inghiotti tutto in un boccone.
Il tuo assolo.
Non è grammatica
il silenzio imperativo
tuo.
Ognuno ha la sua».
(Vita?)
«Non fiatare cospira,
con il cortese senso comune.
Se guaisci
rompi i vetri
della distanza giustiziera
il freddo
che ci vuole
per appendere il tuo respiro
all’ albero.
E correre forte,
Via».
Non volevo l’appello dell’amore
volevo la conoscenza
non volevo l’intesa
volevo la verità
nuda, la via d’uscita
tremante. Volevo essere la tua camicia.
La neve che veglia il pane.
Questo sentimento buio
è tutto quello che ho,
ripiegato in tasca
del mio grande cappotto
come un fazzoletto
di una volta.
La volta
in cui si incontravano
le domande
e la loro sete.
Alberi acque
respiri montagne
esistono davvero,
quando la narrazione tace.
La punteggiatura
vuole che dorma
senza sillabe di sonno,
gli animali della notte
aspettano
che spenga la discrezione
per sussurrare la fame.
Non spengono me.
La sveglia del tuo silenzio
dice che devo andare.
Prima di allora
il silenzio si chiamava musica.
Un addio
sta sconfinato
sotto terra.
Chandra Livia Candiani, Ascoltando quello che tu non dici, in Id., La domanda della sete (2016-2020), Einaudi, Torino 2020, pp. 51-52.