Carlo Emilio Gadda (1893-1973) – Chi immagina e percepisce sé medesimo come un essere “isolato” dalla totalità degli esseri porta il concetto di individualità fino al limite della negazione. La nostra individualità è il punto di incontro di innumerevoli rapporti.
«Chi immagina e percepisce sé medesimo come un essere “isolato” dalla totalità degli esseri porta il concetto di individualità fino al limite della negazione, lo storce fino ad annullarne il contenuto. L’io biologico ha un certo grado di realtà: ma è sotto molti riguardi apparenza, vana petizione di principio. La vita di ognun di noi pensata come fatto per sé stante, estraniato da un decorso e da una correlazione di fatti, è concetto erroneo, è figurazione gratuita. In realtà, la vita di ognun di noi è “simbiosi con l’universo”. La nostra individualità è il punto di incontro, è il nodo o groppo di innumerevoli rapporti con innumerevoli situazioni (fatti od esseri) a noi apparentemente esterne. Ognuno di noi è limitato, su infinite direzioni, da una controparte dialettica: ognuno di noi è il no di infiniti sì, è il sÌ di infiniti no. Tra qualunque essere dello spazio meta fisico e l’io individuo (io-parvenza, io-scintilla di una tensione dialettica universale) intercede un rapporto pensabile: e dunque un rapporto di fatto».
Carlo Emilio Gadda, “L’egoista”, in I viaggi la morte, Garzanti, Milano 2001.