Sapere quanto sia difficile trovare il proprio posto, e soprattutto sapere che esiste, dà un senso di sicurezza unico. […] Se tuttavia qualcuno ti dice dove è il tuo posto non si avrà mai la sicurezza necessaria per proclamarlo come vera conoscenza […].
Un uomo, per diventare un uomo di conoscenza,
deve sfidare e sconfiggere i suoi quattro nemici naturali.
Un uomo può dirsi uomo di conoscenza solo se è stato capace di sconfiggerli tutti e quattro. Chiunque può tentare di diventare un uomo di conoscenza […]. I risultati della lotta non possono però essere previsti con nessun mezzo, perché diventare un uomo di conoscenza è una cosa temporanea. Essere un uomo di conoscenza non ha carattere duraturo. Non si è mai un uomo di conoscenza in modo definitivo, non realmente. Piuttosto si diventa uomo di conoscenza per un brevissimo istante, dopo aver sconfitto i quattro nemici naturali.
Quando un uomo incomincia ad imparare non sa con chiarezza quali sono i suoi obiettivi. Il suo scopo è imperfetto; il suo intento è vago. Spera in una ricompensa che non si concreterà mai, perché non sa nulla delle difficoltà dell’imparare. Comincia lentamente ad imparare, dapprima a poco a poco, poi a grandi passi. E presto i suoi pensieri entrano in conflitto. Quello che impara non è mai quello che ha sperato o immaginato. E così incomincia ad avere paura. Imparare non è mai quello che ci si aspetta. Ogni passo dell’imparare è un compito nuovo, e la paura che l’uomo prova comincia a salire implacabilmente, inflessibilmente. Il suo scopo diventa un campo di battaglia.
E così si è imbattuto nel primo dei suoi nemici naturali: LA PAURA.
Un nemico terribile, traditore, e difficile da superare. Si tiene nascosto ad ogni svolta della strada, in agguato, aspettando. E se l’uomo, atterrito dalla sua presenza, fugge, il nemico avrà messo fine alla sua ricerca. [Che cosa accade all’uomo che fugge per la paura?] Non gli accadrà nulla, tranne che non imparerà mai. Non diventerà mai un uomo di conoscenaza. Sarà forse un uomo borioso, o inocuo, o spaventato. In ogni caso sarà un uomo sconfitto. Il suo primo nemico avrà messo fine ai suoi desideri. [Che cosa si può fare per vincere la paura?] Non si deve fuggire. Deve sfidare la sua paura, e, a dispetto di essa, deve compiere il passo successivo dell’imparare, e il successivo e ancora il successivo. La sua paura deve essere completa, e tuttavia non si deve fermare Questa è la regola! E verrà il momento in cui il suo primo nemico volgerà in ritirata. L’uomo comincia a sentirsi sicuro di sé. Il suo intento diviene più forte. Imparare allora non è più un compito terrificante. Quando arriva questo lieto momento l’uomo può dire senza esitazione di aver sconfitto il suo primo nemico naturale. Tutto avviene a poco a poco, e tuttavia la paura è vinta improvvisamente e rapidamente. [Ma l’uomo non avrà ancora paura se gli succederà ancora qualcosa di nuovo?] No! Una volta che l’uomo ha vinto la paura, ne è libero per tutto il resto della sua vita, perché invece della paura ha acquistato LA LUCIDITA’: una lucidità mentale che cancella la paura. A questo punto l’uomo conosce i suoi desideri; sa come soddisfare tali desideri. Può anticipare i nuovi passi dell’imparare, e una limpida lucidità circonda ogni cosa. L’uomo sente che nulla è nascosto.
E così ha incontrato il suo sencondo nemico naturale: LA LUCIDITA’.
Quella lucidità mentale che è così difficile da ottenere, scaccia la paura, ma acceca anche. Costringe l’uomo a non dubitare mai di se stesso. Gli dà la sicurezza di poter fare tutto quello che gli pare, perché vede chiaramente in tutto. Ed è coraggioso perché è lucido, e non si ferma davanti a nulla perché è lucido. Ma tutto questo è un errore. È come qualcosa di incompleto. Se l’uomo si arrende a questo falso potere, ha ceduto al suo secondo nemico e sarà maldestro nell’imparare. Si affretterà quando dovrà essere paziente, o sarà paziente quando dovrebbe affrettarsi. E sarà maldestro nell’imparare finché cederà, incapace di imparare più nulla. [Che ne è di un uomo sconfitto in tal meodo? Muore come risultato?] No, non muore. Il suo secondo nemico lo ha semplicemente bloccato impedendogli di diventare un uomo di conoscenza; l’uomo può invece trasformarsi in un allegro guerriero o in un pagliaccio. Tuttavia la lucidità pagata a così caro prezzo non si trasformerà mai più nella tenebra e nella paura. Avrà la lucidità finché vivrà, ma non imparerà o desidererà più nulla. [Ma cosa deve fare per evitare di essere sconfitto?] Deve fare quello che ha fatto con la paura: deve sfidare la sua lucidità e usarla solo per vedere, e aspettare con pazienza, e misurare con cura prima di fare nuovi passi. Deve pensare, dopo tutto, che la sua lucidità è quasi un errore. E verrà un momento in cui comprenderà che la sua lucidità era solo un punto davanti ai suoi occhi. E così avrà superato il suo secondo nemico, e sarà in una posizione in cui nulla potrà mai nuocergli. Questo non sarà un errore. Non sarà solamente un punto davanti ai suoi occhi. Sarà vero potere. A questo punto saprà che il potere che ha inseguito così a lungo è finalmente suo. Può fare tutto quello che vuole. Il suo alleato è al suo comando. Il suo desiderio è la regola. Vede tutto quello che è intorno a lui.
Ma si è anche imbattuto nel terzo dei suoi nemici: IL POTERE!
Il potere è il più forte di tutti i nemici. E naturalmente la cosa più facile è arrendersi; dopo tutto, un uomo a questo punto è veramente invincibile: comanda. Comincia per correre rischi calcolati e finisce per creare regole, perché è un padrone. A questo stadio difficilmente l’uomo si rende conto che il nemico lo sta circondando, e improvvisamente, senza saperlo, avrà certamente perduto la battaglia. Il suo nemico lo avrà trasformato in un uomo crudele e capriccioso. [Perderà allora il suo potere?] No, non perderà mai la sua lucidità o il suo potere. Un uomo che è sconfitto dal potere muore senza sapere veramente come tenerlo in pugno. Il potere è solo un fardello sul suo destino. Un tale uomo non ha il comando su se stesso, e non può sapere quando o come usare il suo potere. La sconfitta da parte di uno qualsiasi di questi nemici è una sconfitta definitiva. […] Se però un uomo fosse accecato temporaneamente dal potere e poi lo rifiutasse significherebbe che la sua battaglia ancora continua. Significherebbe che sta ancora cercando di diventare un uomo di conoscenza. Un uomo è sconfitto solo quando non tenta più, e si lascia andare. […] Se però cede alla paura non la vincerà mai, perché avrà paura di imparare e non tenterà più. Ma se cerca per anni di imparare, pur in mezzo alla sua paura, alla fine la vincerà perché non si è mai veramente abbandonato ad essa. [Come può sconfiggere il suo terzo nemico?] Deve sfidarlo deliberatamente. Deve arrivare a rendersi conto che il potere a lui apparentemente conquistato in realtà non è mai stato il suo. Deve stare sempre in guardia, tenendo in pugno con cura e con fede tutto ciò che ha imparato. Se riuscirà a vedere che la lucidità e il potere, quando manca il suo proprio controllo su di sé, sono peggio ancora di errori, raggiungerà un punto in cui tutto è teneto sotto controllo. Saprà allora come e quando usare il suo potere, e in questo modo avrà sconfitto il suo terzo nemico. L’uomo sarà ormai alla fine del suo viaggio di apprendimento e si imbatterà, quasi senza esserne stato avvertito, nell’ultimo dei suoi nemici:
LA VECCHIAIA.
Questo è il nemico più crudele di tutti, il solo che non potrà essere sconfitto completamente, ma solo scacciato. Questo è il momento in cui l’uomo non ha più paure, non più un’impaziente lucidità mentale; un momento in cui il suo potere è tutto sotto controllo, ma il momento anche in cui prova un irresistibile desiderio di riposare. Se si arrende totalmente al desiderio di lascirsi andare e dimenticare; se si adaglia nella stanchezza, avrà perduto l’ultimo combattimento, e il suo nemico lo ridurrà a una creatura debole e vecchia. Il suo desiderio di ritirarsi annullerà tutta la sua lucidità, il suo potere e la sua conoscenza.
Ma se l’uomo si spoglia della sua stanchezza, e affronta il proprio destino, può essere allora detto uomo di conoscenza, pur se soltanto per il breve momento in cui riesce a sconfiggere il suo ultimo e invincibile nemico. Questo momento di lucidità, di potere e di conoscenza, è sufficiente.