Carlos Castaneda (1925-1998)– «A scuola dallo stregone». I quattro nemici naturali dell’uomo di conoscenza: la paura, la lucidità, il potere, la vecchiaia

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La paura è il primo nemico naturale che un uomo deve superare lungo il suo cammino verso la conoscenza. […] Un uomo va alla conoscenza come va alla guerra: vigile, con timore, con rispetto, e con assoluta sicurezza. Andare alla conoscenza in qualsiasi altro modo è un errore, e chiunque lo fa vivrà per rimpiangere i suoi passi. […] Quando un uomo ha soddisfatto a questi quattro requisiti non ci sono errori che egli debba spiegare; […] se un tale uomo fallisce, o patisce una sconfitta, avrà perso solo una battaglia, e per questa non ci saranno penosi rimpianti. […] Si può voler imparare senza per altro voler fare nessuno sforzo, perché magari ci si aspetta da altri tutte le indicazioni. Ma così non si impara effettivamente.

Sapere quanto sia difficile trovare il proprio posto, e soprattutto sapere che esiste, dà un senso di sicurezza unico. […] Se tuttavia qualcuno ti dice dove è il tuo posto non si avrà mai la sicurezza necessaria per proclamarlo come vera conoscenza […].

Un uomo, per diventare un uomo di conoscenza,
deve sfidare e sconfiggere i suoi quattro nemici naturali
.

 
Un uomo può dirsi uomo di conoscenza solo se è stato capace di sconfiggerli tutti e quattro. Chiunque può tentare di diventare un uomo di conoscenza […]. I risultati della lotta non possono però essere previsti con nessun mezzo, perché diventare un uomo di conoscenza è una cosa temporanea. Essere un uomo di conoscenza non ha carattere duraturo. Non si è mai un uomo di conoscenza in modo definitivo, non realmente. Piuttosto si diventa uomo di conoscenza per un brevissimo istante, dopo aver sconfitto i quattro nemici naturali.
Quando un uomo incomincia ad imparare non sa con chiarezza quali sono i suoi obiettivi. Il suo scopo è imperfetto; il suo intento è vago. Spera in una ricompensa che non si concreterà mai, perché non sa nulla delle difficoltà dell’imparare. Comincia lentamente ad imparare, dapprima a poco a poco, poi a grandi passi. E presto i suoi pensieri entrano in conflitto. Quello che impara non è mai quello che ha sperato o immaginato. E così incomincia ad avere paura. Imparare non è mai quello che ci si aspetta. Ogni passo dell’imparare è un compito nuovo, e la paura che l’uomo prova comincia a salire implacabilmente, inflessibilmente. Il suo scopo diventa un campo di battaglia.

E così si è imbattuto nel primo dei suoi nemici naturali: LA PAURA.

Un nemico terribile, traditore, e difficile da superare. Si tiene nascosto ad ogni svolta della strada, in agguato, aspettando. E se l’uomo, atterrito dalla sua presenza, fugge, il nemico avrà messo fine alla sua ricerca. [Che cosa accade all’uomo che fugge per la paura?] Non gli accadrà nulla, tranne che non imparerà mai. Non diventerà mai un uomo di conoscenaza. Sarà forse un uomo borioso, o inocuo, o spaventato. In ogni caso sarà un uomo sconfitto. Il suo primo nemico avrà messo fine ai suoi desideri. [Che cosa si può fare per vincere la paura?] Non si deve fuggire. Deve sfidare la sua paura, e, a dispetto di essa, deve compiere il passo successivo dell’imparare, e il successivo e ancora il successivo. La sua paura deve essere completa, e tuttavia non si deve fermare Questa è la regola! E verrà il momento in cui il suo primo nemico volgerà in ritirata. L’uomo comincia a sentirsi sicuro di sé. Il suo intento diviene più forte. Imparare allora non è più un compito terrificante. Quando arriva questo lieto momento l’uomo può dire senza esitazione di aver sconfitto il suo primo nemico naturale. Tutto avviene a poco a poco, e tuttavia la paura è vinta improvvisamente e rapidamente. [Ma l’uomo non avrà ancora paura se gli succederà ancora qualcosa di nuovo?] No! Una volta che l’uomo ha vinto la paura, ne è libero per tutto il resto della sua vita, perché invece della paura ha acquistato LA LUCIDITA’: una lucidità mentale che cancella la paura. A questo punto l’uomo conosce i suoi desideri; sa come soddisfare tali desideri. Può anticipare i nuovi passi dell’imparare, e una limpida lucidità circonda ogni cosa. L’uomo sente che nulla è nascosto.

E così ha incontrato il suo sencondo nemico naturale: LA LUCIDITA’.

Quella lucidità mentale che è così difficile da ottenere, scaccia la paura, ma acceca anche. Costringe l’uomo a non dubitare mai di se stesso. Gli dà la sicurezza di poter fare tutto quello che gli pare, perché vede chiaramente in tutto. Ed è coraggioso perché è lucido, e non si ferma davanti a nulla perché è lucido. Ma tutto questo è un errore. È come qualcosa di incompleto. Se l’uomo si arrende a questo falso potere, ha ceduto al suo secondo nemico e sarà maldestro nell’imparare. Si affretterà quando dovrà essere paziente, o sarà paziente quando dovrebbe affrettarsi. E sarà maldestro nell’imparare finché cederà, incapace di imparare più nulla. [Che ne è di un uomo sconfitto in tal meodo? Muore come risultato?] No, non muore. Il suo secondo nemico lo ha semplicemente bloccato impedendogli di diventare un uomo di conoscenza; l’uomo può invece trasformarsi in un allegro guerriero o in un pagliaccio. Tuttavia la lucidità pagata a così caro prezzo non si trasformerà mai più nella tenebra e nella paura. Avrà la lucidità finché vivrà, ma non imparerà o desidererà più nulla. [Ma cosa deve fare per evitare di essere sconfitto?] Deve fare quello che ha fatto con la paura: deve sfidare la sua lucidità e usarla solo per vedere, e aspettare con pazienza, e misurare con cura prima di fare nuovi passi. Deve pensare, dopo tutto, che la sua lucidità è quasi un errore. E verrà un momento in cui comprenderà che la sua lucidità era solo un punto davanti ai suoi occhi. E così avrà superato il suo secondo nemico, e sarà in una posizione in cui nulla potrà mai nuocergli. Questo non sarà un errore. Non sarà solamente un punto davanti ai suoi occhi. Sarà vero potere. A questo punto saprà che il potere che ha inseguito così a lungo è finalmente suo. Può fare tutto quello che vuole. Il suo alleato è al suo comando. Il suo desiderio è la regola. Vede tutto quello che è intorno a lui.

Ma si è anche imbattuto nel terzo dei suoi nemici: IL POTERE!

Il potere è il più forte di tutti i nemici. E naturalmente la cosa più facile è arrendersi; dopo tutto, un uomo a questo punto è veramente invincibile: comanda. Comincia per correre rischi calcolati e finisce per creare regole, perché è un padrone. A questo stadio difficilmente l’uomo si rende conto che il nemico lo sta circondando, e improvvisamente, senza saperlo, avrà certamente perduto la battaglia. Il suo nemico lo avrà trasformato in un uomo crudele e capriccioso. [Perderà allora il suo potere?] No, non perderà mai la sua lucidità o il suo potere. Un uomo che è sconfitto dal potere muore senza sapere veramente come tenerlo in pugno. Il potere è solo un fardello sul suo destino. Un tale uomo non ha il comando su se stesso, e non può sapere quando o come usare il suo potere. La sconfitta da parte di uno qualsiasi di questi nemici è una sconfitta definitiva. […] Se però un uomo fosse accecato temporaneamente dal potere e poi lo rifiutasse significherebbe che la sua battaglia ancora continua. Significherebbe che sta ancora cercando di diventare un uomo di conoscenza. Un uomo è sconfitto solo quando non tenta più, e si lascia andare. […] Se però cede alla paura non la vincerà mai, perché avrà paura di imparare e non tenterà più. Ma se cerca per anni di imparare, pur in mezzo alla sua paura, alla fine la vincerà perché non si è mai veramente abbandonato ad essa. [Come può sconfiggere il suo terzo nemico?] Deve sfidarlo deliberatamente. Deve arrivare a rendersi conto che il potere a lui apparentemente conquistato in realtà non è mai stato il suo. Deve stare sempre in guardia, tenendo in pugno con cura e con fede tutto ciò che ha imparato. Se riuscirà a vedere che la lucidità e il potere, quando manca il suo proprio controllo su di sé, sono peggio ancora di errori, raggiungerà un punto in cui tutto è teneto sotto controllo. Saprà allora come e quando usare il suo potere, e in questo modo avrà sconfitto il suo terzo nemico. L’uomo sarà ormai alla fine del suo viaggio di apprendimento e si imbatterà, quasi senza esserne stato avvertito, nell’ultimo dei suoi nemici:

LA VECCHIAIA.

Questo è il nemico più crudele di tutti, il solo che non potrà essere sconfitto completamente, ma solo scacciato. Questo è il momento in cui l’uomo non ha più paure, non più un’impaziente lucidità mentale; un momento in cui il suo potere è tutto sotto controllo, ma il momento anche in cui prova un irresistibile desiderio di riposare. Se si arrende totalmente al desiderio di lascirsi andare e dimenticare; se si adaglia nella stanchezza, avrà perduto l’ultimo combattimento, e il suo nemico lo ridurrà a una creatura debole e vecchia. Il suo desiderio di ritirarsi annullerà tutta la sua lucidità, il suo potere e la sua conoscenza.
Ma se l’uomo si spoglia della sua stanchezza, e affronta il proprio destino, può essere allora detto uomo di conoscenza, pur se soltanto per il breve momento in cui riesce a sconfiggere il suo ultimo e invincibile nemico. Questo momento di lucidità, di potere e di conoscenza, è sufficiente.

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Carlos Castaneda, A scuola dallo stregone.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

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