Democrito (460 – 370 a.C. circa) – I ragazzi abbandonati a se stessi non apprenderebbero né il leggere e scrivere né la musica né il vero fondamento della virtù, il senso dell’onore. L’istruzione produce le belle azioni imponendoci sforzi, mentre le azioni basse vengono da sé senza fatica.
«I ragazzi abbandonati a se stessi, [… abituati] a non faticare, non apprenderebbero né il leggere e scrivere né la musica né la ginnastica né ciò che più di tutto costituisce il vero fondamento della virtù, il senso dell’onore».[1]
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«L’istruzione produce le belle azioni imponendoci sforzi, mentre le azioni basse vengono da sé senza fatica. E proprio queste, spesso, costringono ad esser tale [ignobile] suo malgrado un uomo che ha da natura l’animo disposto a debolezza».[2]
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[1] Democrito, cfr. Stob., II, 57 (= 68 B 179 DK), trad. it. di V.E. Alfieri.
[2] Democrito, cfr. Stob., II, 31, 66 (= 68 B 182 DK), trad. it. di V.E. Alfieri.