Fernando Ezequiel Solanas (1936-2020) – “L’Ora dei forni” è dedicato a Che Guevara e all’esperienza sociale e rivoluzionaria latino-americana in atto alla fine degli Anni Sessanta. Fu realizzato tra il 1966 e il 1968 come un atto di resistenza contro la dittatura del Generale Onganía.
L’ora dei forni è un documentario di Octavio Getino e Fernando Solanas, uscito nel 1968, dedicato all’esperienza sociale e rivoluzionaria latino-americana in atto alla fine degli Anni Sessanta, in particolare a Che Guevara. Il lungo documentario è suddiviso in tre parti: Neocolonialismo e violenza, Atto a favore della liberazione, Violenza e liberazione.
Nel marzo del 1989, gli autori ripresentarono la prima parte dell’opera (Neocolonialismo e violenza) con alcune modifiche rispetto alla versione del 1968 e con una prefazione all’inizio della nuova edizione: “L’Ora dei forni fu realizzato tra il 1966 e il 1968 come un atto di resistenza contro la dittatura di Generale Onganía – sottolinearono all’epoca i due autori del documentario – e per la sua diffusione nelle organizzazioni sociali e politiche. Le sue idee, le sue informazioni e le sue proposte corrispondono – proseguono i registi – a un periodo segnato dall’autoritarismo, dalla violenza istituzionalizzata e dal divieto dei partiti politici. Sono trascorsi più di 20 anni da allora. Le circostanze che hanno motivato il film sono cambiate, ma molti problemi che abbiamo denunciato in esso continuano o sono peggiorati. L’ora delle forni prosegue tuttora, non solo come testimonianza e documento di un’epoca, ma come riaffermazione della stessa volontà di liberazione, di democrazia e di giustizia sociale“.
Con Octavio Getino, Solanas scrisse il manifesto Verso un Terzo Cinema, un’idea di un cinema politico, “terzo” rispetto al cinema hollywoodiano (il “primo cinema”) ed a quello artistico “d’autore” europeo (il “secondo”), che sostenesse la causa dei paesi vittime del neoliberismo, piuttosto che perseguire il mero profitto economico rendendo lo spettatore un “consumatore dell’ideologia borghese”.