John Williams – La sostanza specifica dell’amore
«Una volta sola ebbe notizie di Katherine Driscoll. All’inizio della primavera del 1949 ricevette una circolare dall’ufficio stampa di una grande università dell’est. Annunciava la pubblicazione del libro di Katherine e dava qualche informazione sull’autrice. Insegnava in un buon isitituto di Arti umanistiche del Massachusetts, e non era sposata. Appena fu possibile Stoner si procurò una copia del libro. Quando lo ebbe tra le mani, gli parve che le sue dita si animassero. Tremavano al punto che quasi non riuscì ad aprirlo. Sfogliò le prime pagine e lesse la dedica: “A W.S.”.
Gli occhi gli si annebbiarono e per un lungo istante restò seduto e immobile. Poi scosse la testa, tornò a guardare il libro e non lo lasciò più finché non l’ebbe letto tutto.
Era un buon lavoro, come aveva immaginato che fosse. La prosa era elegante e la passione era dissimulata dalla freddezza e dalla lucidità dell’intelligenza. Stoner si accorse che, leggendolo, era lei che vedeva e si meravigliò di quanto riuscisse a farlo veramente. Di colpo era come se Katherine fosse nella stanza accanto e l’avesse lasciata solo qualche istante prima. Sentì un pizzicore alle dita, come se la stesse toccando. Il senso di quella perdita, che aveva rinchiuso così a lungo dentro di sé, straripò sommergendolo mentre lui si lasciava portare alla deriva, oltre il controllo della sua volontà, perché ormai non voleva più salvarsi. Poi sorrise di gioia, come sull’onda di un ricordo: pensò che aveva quasi sessant’anni e avrebbe dovuto essersi lasciato alle spalle la forza di una tale passione, di un tale amore.
Ma sapeva di non averlo fatto. Sapeva che non l’avrebbe fatto mai. Oltre il torpore, l’indifferenza, la rimozione, quell’amore era ancora lì, solido e intenso. Non se n’era mai andato. In gioventù l’aveva dato liberamente, senza pensarci; l’aveva dato a quella conoscenza che gli era stata rivelata – quanti anni prima? – da Archer Sloane. L’aveva dato ad Edith, nei primi, ciechi, folli anni del corteggiamento e del matrimonio. E l’aveva dato a Katherine, come se fosse stata la prima volta. Stranamente, l’aveva dato ad ogni momento della sua vita, e forse l’aveva dato più pienamente proprio quando non si rendeva conto di farlo. Non era una passione della mente e nemmeno dello spirito: era piuttosto una forza che comprendeva entrambi, come se non fossero che la materia, la sostanza specifica dell’amore stesso. A una donna o a una poesia, il suo amore diceva semplicemente: Guarda! Sono vivo!».
John Williams, Stoner, Fazi, 2012, pp. 288-290.