Martha Nussbaum – La paura può essere opportunamente indotta e sfruttata dal potere, perché fiacca nelle persone la capacità di giudizio togliendo l’orgoglio di essere libere e indipendenti nel loro pensiero.
Risvolto di copertina
La paura, un’emozione primordiale, può essere opportunamente indotta e sfruttata dal potere. È ciò che Martha Nussbaum osserva descrivendo metaforicamente come “monarchia della paura” la tendenza di taluni assetti politici ad allarmare proditoriamente i propri “sudditi”, fiaccando la loro capacità di giudizio. Il convulso susseguirsi di accadimenti inquietanti (non solo l’elezione di Trump e il distacco di Brexit ma soprattutto il ritorno di atti xenofobi e razzisti) l’ha indotta a riflettere sullo scadimento della vita politica occidentale e sul malessere degli individui, che vede sprofondati nel risentimento, nella rabbia e nella faziosità. La paura è un veleno per la democrazia, perché toglie alle persone l’orgoglio di essere libere e indipendenti nel loro pensiero. Per sottrarsi alla pressione di un conformismo emotivo tarato sull’angoscia e aprirsi alla speranza, giova ricorrere ancora una volta all’insegnamento degli antichi, l’antidoto a ogni chiusura mentale.
Indice
Prefazione
Introduzione
Capitolo primo
La paura, primigenia e potente
Capitolo secondo
L’ira, figlia della paura
Capitolo terzo
Il disgusto indotto dalla paura: la politica dell’esclusione
Capitolo quarto
L’impero dell’invidia
Capitolo quinto
Una miscela tossica: sessismo e misoginia
Capitolo sesto
Speranza, amore, prospettive