Robert Musil (1880-1942) – Ogni grande libro spira amore per i destini dei singoli individui che non si adattano alle forme che la collettività vuol loro imporre. Abbiamo troppo poco intelletto nelle cose dell’anima.
Non abbiamo troppo intelletto e troppo poca anima, ma troppo poco intelletto nelle cose dell'anima. Robert Musil,
Das hilflose Europa, München 1922.
«Come ci si può immaginare che l’uomo avrà ancora un’anima quand’abbia imparato a capirla e a trattarla perfettamente sotto l’aspetto biologico e psicologico?
[…] La conoscenza è un atteggiamento, una passione. Un atteggiamento illecito, in fondo; perché come la dipsomania, l’erotismo e la violenza, anche la smania di sapere foggia un carattere che non è equilibrato.
Non è vero che il ricercatore insegue la verità, è la verità che insegue il ricercatore. Egli la subisce. Il vero è vero, e il fatto è reale senza curarsi di lui; egli ne ha soltanto la passione, è un dipsomane della realtà, e questo foggia il suo carattere, e non gliene importa un fico che dalla sua scoperta venga fuori qualcosa di completo, di umano, di perfetto o di checchessia. È una creatura piena di contraddizioni, passiva, e tuttavia straordinariamente energica […]
Non esiste una sola idea importante di cui la stupidità non abbia saputo servirsi; essa è pronta e versatile e può indossare tutti i vestiti della verità. La verità invece ha un abito solo e una sola strada, ed è sempre in svantaggio […]
Ogni grande libro spira amore per i destini dei singoli individui che non si adattano alle forme che la collettività vuol loro imporre […] Estrai il senso di tutte le opere poetiche e ne ricaverai una smentita interminabile […] di tutte le norme, le regole e i principi vigenti sui quali posa la società che ama tali poesie! Per di più una poesia col suo mistero trafigge da parte a parte il senso del mondo, attaccato a migliaia di parole triviali, e ne fa un pallone che se ne vola via. Se questo, com’è costume, si chiama bellezza, allora la bellezza dovrebb’essere uno sconvolgimento mille volte più crudele e spietato di qualunque rivoluzione politica […]».
Robert Musil, L’uomo senza qualità, Torino, Einaudi, 1967, trad. di Anita Rho, Vol. I, pp. 248, 66 e 425.
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