Shoshana Zuboff – Il tiranno del capitalismo della sorveglianza non ha più bisogno della frusta del despota, ha espropriato un bene dalle esperienze di persone dotate di pensieri, può soggiogare gli altri non con il terrore, ma inducendoli alla confluenza.

Shoshana Zuboff 02

«Chi oggi detiene il capitale della sorveglianza ha espropriato un bene dalle esperienze di persone dotate di pensieri, corpi ed emozioni vergini e innocenti come i pascoli e le foreste prima che soccombessero al mercato».

«Il capitalismo della sorveglianza esercita il suo dominio tramite il potere strumentalizzante, materializzandosi nel Grande altro, che come il tiranno dell’antichità esiste al di fuori dell’umanità, pur assumendone paradossalmente la forma. Il tiranno del capitalismo della sorveglianza non ha più bisogno della frusta del despota, come non gli servono i campi e i gulag del totalitarismo. Tutto quello che gli serve può trovarlo nei messaggi e nelle emoticon rassicuranti del Grande fratello, e può soggiogare gli altri non con il terrore, ma inducendoli alla confluenza in modo irresistibile, riempendoci la camicia di sensori, rispondendo alle nostre richieste, ascoltandoci attraverso la TV, conoscendoci per mezzo di casa nostra, origliando i nostri sospiri nel letto, leggendoci nei nostri libri».

Shoshana Zuboff, Il capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri, Luiss, Roma 2019, pp. 111 e 528.


Shoshana Zuboff – Il capitalismo della sorveglianza è predittività, cioè prevedere e al tempo stesso manipolare, condizionare, plasmare le scelte, trasformando l’esperienza umana in materia prima economica.

M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

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Shoshana Zuboff – Il capitalismo della sorveglianza è predittività, cioè prevedere e al tempo stesso manipolare, condizionare, plasmare le scelte, trasformando l’esperienza umana in materia prima economica.

Shoshana Zuboff

“I manipolatori tipicamente sfruttano l’ignoranza delle persone
o le loro ‘debolezze’ comportamentali
evitando di sollecitare
la loro capacità di riflessione e deliberazione”

(C. Sunstein, On freedom, 2017).

«Nel capitalismo della sorveglianza i dati personali sono ormai la materia prima strategica da elaborare attraverso la sua immissione nei circoli virtuosi computazionali, dove progressivamente sono usati potenti software, intelligenza artificiale, machine leaming e un sofisticato dispositivo produttivo e di ricerca teso a prevedere i comportamenti futuri degli utenti.
La predittività significa infatti non solo prevedere, ma anticipare e plasmare i comportamenti.
Il capitalismo della sorveglianza sta racchiuso in questa parola: predittività, cioè prevedere e al tempo stesso manipolare, condizionare, plasmare le scelte che saranno fatte quando ci si collega a un sito internet o quando si clicca per acquistare una merce.
Il surplus comportamentale, cioè di quel fattore che ha a che fare con la predittività è uno degli arcani svelati dal capitalismo della sorveglianza, cioè la trasformazione dell’esperienza umana in materia prima economica.
L’altro aspetto che emerge è che questa forma di capitalismo ha caratteristiche estrattive, cioè è organizzato per catturare dalla natura e da quanto fanno uomini e donne materiali da acquisire per poi elaborarli e venderti. Google, Amazon, Facebook, Twitter sono infatti imprese organizzate per rispondere ai propri imperativi estrattivi.
Il capitalismo della sorveglianza è agli esordi, ma in veloce divenire.
Prima c’è stato lo studio dei comportamenti degli utenti, poi sono stati elaborati algoritmi per definire ciò che potrebbero e dovrebbero fare nel futuro. Adesso la posta in gioco è estendere la sorveglianza, mettendo in campo una infrastruttura che acquisisca dati ovunque, dalle strade al tempo passato di fronte le vetrine dei negozi, analizzando ogni aspetto del movimento dei corpi e delle manifestazioni di desideri e bisogni. In questo caso
emerge una sorta di “potere strumentale” adeguato ai diversi contesti nazionali, regionali, esistenziali, tecnologici.
Su questo crinale il capitalismo della sorveglianza manifesta la sua attitudine manipolatrice, antidemocratica».

«L’esperienza umana è ormai materia prima gratuita che viene trasformata in dati comportamentali… e poi venduta come ‘prodotti di previsione’ in un nuovo mercato quello dei ‘mercati comportamentali a termine’ […] dove operano imprese desiderose solo di conoscere il nostro comportamento futuro».

Shoshana Zuboff, The Age for Surveillance Capitalism. The Fight for a Human Future at the New Frontier of Power (Profile Books, 2019), Il capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri, trad. it. di Paolo Bassotti, Luiss University Press, 2019, pp. 622.