Albert Einstein (1879-1955) – La libertà dello spirito consiste nell’indipendenza del pensiero dalle limitazioni dei pregiudizi autoritari e sociali come dagli automatismi acritici e dagli abiti acquisiti.

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Pensieri degli anni difficili, 1977

Pensieri degli anni difficili, 1977

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«Solo una vita vissuta per gli altri
è una vita degna di essere vissuta».
Albert Einstein

«So che è un’impresa disperata intraprendere una discussione intorno ai giudizi di valore fondamentali. Per esempio, se qualcuno approva, come obiettivo, l’eliminazione della razza umana dalla faccia della terra, non si può confutare un tale punto di vista su base razionale. Se, però, si è d’accordo su certi obiettivi e su certi valori, si può discutere razionalmente circa i mezzi mediante i quali si possono raggiungere tali mete. Discutiamo, allora, su due obiettivi sui quali possono ben essere d’accordo ·quasi tutti coloro che leggono queste pagine:
1) I beni strumentali necessari a conservare la vita e la salute di tutti gli esseri umani dovrebbero essere prodotti con la minor fatica possibile da parte di tutti.
2) Il soddisfacimento delle necessità fisiche è veramente la condizione indispensabile per un’esistenza soddisfacente; ma da solo non è sufficiente. Per essere contenti gli uomini debbono anche avere la possibilità di sviluppare le loro facoltà intellettuali ed artistìche nella misura desiderata secondo le loro caratteristiche e capacità personali.
[…] Per libertà io intendo condizioni sociali tali che l’espressione delle opinioni e delle idee riguardanti questioni di conoscenza generali e particolari non implichi pericoli o seri inconvenienti per chi le esprime. Questa libertà di comunicazione è indispensabile allo sviluppo e all’estensione della conoscenza scientifica, considerazione questa che ha una vasta portata pratica. Nel primo esempio essa deve essere garantita dalla legge. Ma la legge da sola non può assicurare la libertà di espressione; affinché ogni uomo possa esprimere i propri punti di vista senza pericolo ci deve essere uno spirito di tolleranza nella popolazione intera. Un tale ideale di libertà esterna non può mai essere raggiunto pienamente ma deve costituire una meta irrinunciabile se vogliamo che il pensiero scientifico, e quello filosofico e creativo in generale, progrediscano
quanto piu è possibile.
Se si vuole raggiungere il secondo obiettivo, cioè la possibilità dello sviluppo spirituale di tutti gli individui, è necessario un altro tipo di libertà esterna. L’uomo non dovrebbe essere costretto a lavorare per ottenere quanto gli è necessario per vivere, al punto da non avere piu né il tempo né la forza di iniziare delle attività personali. Senza questo secondo tipo di libertà esterna, la libertà di espressione gli è completamente inutile. I progressi tecnologici fornirebbero la possibilità di questo secondo tipo di libertà, una volta risolto il problema di una ragionevole suddivisione del lavoro.
Lo sviluppo della scienza, e delle attività creative dello spirito in generale, richiede un altro tipo ancora di libertà, che può venir caratterizzato come libertà interna. È questa la libertà dello spirito, che consiste nell’indipendenza del pensiero dalle limitazioni dei pregiudizi autoritari e sociali come dagli automatismi acritici e dagli abiti acquisiti. Questa libertà interna è un dono raro da parte della natura e rappresenta un obiettivo degno per l’individuo»

Albert Einstein, Pensieri degli anni difficili,
Boringhieri, 1977, pp. 127-129.

 


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Albert Einstein (1879-1955) – Al primo posto lo sviluppo dell’attitudine generale a pensare e a giudicare indipendentemente.

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Pensieri degli anni difficili

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«Solo una vita vissuta per gli altri
è una vita degna di essere vissuta».
Albert Einstein

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«La scuola dovrebbe sempre avere come suo fine che i giovani ne escano con personalità armoniosa, non ridotti a specialisti. Questo, secondo me, è vero in certa misura anche per le scuole tecniche, i cui studenti si dedicheranno a una ben determinata professione.
Lo sviluppo dell’attitudine generale a pensare e a giudicare indipendentemente, dovrebbe sempre essere al primo posto, e non l’acquisizione di conoscenze specializzate».

Albert Einstein, Pensieri degli anni difficili,
prefazione di Carlo Castagnoli,
Bollati Boringhieri, 2014, pp. 83-84.

Risvolto di copertina

Pubblicato nel 1950 e uscito per la prima volta in Italia nel 1965, Pensieri degli anni difficili raccoglie le riflessioni di Albert Einstein che si snodano dal 1933 al 1950. Al centro di questi scritti, pensati per un pubblico di formazione non scientifica, sono i temi più cari al premio Nobel per la Fisica: l’amore per la scienza, la difesa delle libertà fondamentali e il rispetto per il disaccordo e l’indipendenza intellettuale. Accanto a riflessioni di carattere scientifico, sulla relatività o sull’atomo, con le sue applicazioni e conseguenze, Einstein prende posizione anche su temi sociali, politici ed etici, la concezione del mondo e dell’uomo, dimostrando una indiscussa autorevolezza ben al di là del ristretto ambito della fisica. La sua è la voce di un grande saggio, preoccupato per il destino dell’umanità, che vede nella scienza un’opportunità decisiva di riscatto.

 

 


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