George Sand (1804-1876) – La fonte più viva e più profonda del progresso dello spirito umano è la nozione di solidarietà. La mollezza delle abitudini ci invecchia e finisce con l’ucciderci.
«La fonte plù viva e piu profonda del progresso dello spirito umano è la nozione di solidarietà. Gli uomini di tutti i tempi l’hanno sentito istintivamente o distintamente, e tutte le volte che un individuo ha avuto il dono, piu o meno sviluppato, di saper manifestare la propria vita, è stato spinto a farlo dal desiderio delle persone care o da una voce interiore non meno possente. Gli sembra allora di eseguire un dovere, e lo è infatti, sia che racconti gli avvenimenti storici di cui è stato testimone, sia che abbia frequentato personalità importanti, sia che abbia viaggiato e abbia conosciuto e apprezzato uomini e cose nuovi. Vi è un genere di lavoro personale, che è stato compiuto piu raramente e che, secondo me, è altrettanto utile: quello che consiste nel raccontare la propria vita interiore, la vita dell’anima, cioè la storia del proprio spirito e del proprio cuore».
«Preferisco gli uomini alle donne e lo dico senza malizia, profondamente convinta che i fini della natura siano logici e completi, che la soddisfazione delle passioni sia solo un lato ristretto e accidentale dell’attrattiva di un sesso per l’altro e che, al di fuori della relazione fisica, le anime cerchino di realizzare una specie di alIeanza intellettuale e morale, in cui ognuno dei due sessi porta ciò che è di complemento per l’altro».
Portrait de George Sand
(nom de plume de Amantine Aurore Lucile Dupin)
en costume masculin, Musée Carnavalet.
«Non odio iI lusso, anzi lo amo, ma non so che farmene. I gioielli mi piacciono terribilmente: secondo me non vi è niente di piu bello di queste creazioni di metallo e di pietre preziose che possono avere le forme piu svariate e le composizioni piu delicate. Mi piace esaminare le parures di gioielli e le stoffe dai colori vivaci: le cose di gusto mi affascinano. Vorrei essere un gioielliere o un sarto, per poter dar sfogo alla mia inventiva
e per dar vita, con il mio gusto, a questi materiali cosi ricchi. Ma non mi interessa usare le belle cose: un bel vestito mi impaccia, i gioielli mi irritano la pelle; in ogni caso, la mollezza delle abitudini ci invecchia e finisce con l’ucciderci. In definitiva, non sono nata per essere ricca e se non cominciassi a sentire i malesseri della vecchiaia, sinceramente vivrei in una capanna dal tetto di paglia nel Berry, purché fosse pulita – e ci tengo a dire che quasi tutte lo sono – con altrettanto piacere che in una villa in Italia. A cinquant’anni, sono esattamente com’ero da bambina: mi piace sognare, meditare, lavorare […].
George Sande, Histoire de ma vie, 1855; Parisi, Gallimard, 1970.
«Se lei parla delIe mie risorse, può dire in tutta coscienza che sono sempre vissuta, di giorno in giorno, col frutto del mio lavoro, e che io considero questo modo di organizzare la propria vita come il piu felice».
George Sande, Lettera a Louis Ulbach.
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