Arianna Di Cori – Roma, writer contro street artist: la guerra dei muri. Dal muro di Alice Pasquini a quello di Borondo a San Lorenzo, dal sottopassaggio Ostiense al Pigneto: ecco i lavori coperti con tag, pezzi o scritte
Arianna Di Cori
Roma, writer contro street artist: la guerra dei muri
Dal muro di Alice Pasquini a quello di Borondo a San Lorenzo,
dal sottopassaggio Ostiense al Pigneto:
ecco i lavori coperti con tag, pezzi o scritte
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Già pubblicato il 09-08-2016 su:
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L’ultimo è stato il murales sul lungotevere Gassman. Pochi gesti rapidi e i 20 metri di fiori di Laura Galletti, la “pittrice clochard”, 70enne che viveva in una baracca lì accanto, sono scomparsi, coperti interamente da un graffito. È solo l’ultimo di una serie di “sfregi” dei writer a danno del lavoro degli street artist: dal muro di Alice Pasquini a quello di Borondo a San Lorenzo, dal sottopassaggio Ostiense al Pigneto. A volte sono solo firme, le tag, oppure pezzi più articolati, spesso scritte contro il business della street art “venduta”. Una guerra, in nome di una cosa sola: lo spazio nella città.
«E’ una battaglia più sentita dal pubblico che si affeziona», spiega Alice, che aveva realizzato il muro nel 2010. «Noi mettiamo in conto il carattere effimero di un’opera in strada. Mi hanno fatto arrabbiare le scritte sessiste, una cosa inaccettabile in un mondo dove il rispetto è la prima regola».
La seconda legge non scritta nel mondo del writing è quella del taglione. Chi copre qualcuno sarà a sua volta coperto. Borondo aveva dipinto su un muro storico per i writer romani, stessa cosa per Laura Galletti. «Sono andato semplicemente a riprendermi il mio spazio sul fiume — dice un writer anonimo, che ha coperto in parte in muro di Laura prima di essere a sua volta cancellato — se avessi conosciuto la storia umana dietro al dipinto della Galletti non l’avrei fatto».
Se è vero che il graffitismo è l’espressione artistica più pop, nel senso di popolare, democratica — “just push the button”, si dice, riferendosi al tappino dello spray — diventare qualcuno implica notti insonni, originalità e lotta per i migliori “spot”.
«Ci siamo battuti per anni per avere muri legali, mentre agli street artist, anche agli ultimi arrivati, viene concesso molto più spazio e questo crea risentimento», spiega Orghone, 20 anni di graffiti alle spalle, uno dei pochi italiani sulla scena internazionale. «Non c’è equità e per fare uno sfregio — aggiunge sarcastico — bastano 2 euro e 30 secondi ». Alcuni stereotipi si possono sfatare, ad esempio che i writer non sappiano disegnare. Tra i più bravi nel campo figurativo ci sono Hitness, Mr Thoms, Gomez, tutti graffitari. I pezzi dello stesso Orghone presentano incursioni figurative di alto livello tecnico; allo stesso tempo molti lavori di street art vengono realizzati solo ricalcando un’immagine proiettata su muro. E sono tante le opere di street art illegali così come ci sono molti muri per i graffiti legali, riportati sul sito di Roma Capitale Urbanact.it.
Un’opera figurativa è più leggibile di un graffito. «Ma tanti pezzi sono splendidi — sottolinea Alice — Solo la storia dirà chi è davvero artista». Lasciando ai posteri l’ardua sentenza, resta una certezza: la legge della strada non sarà scritta, ma è chiara. Lo era anche per Laura Galletti che, davanti allo suo muro imbrattato ha detto: «Io avevo coperto altri disegni, chi dice che il mio fosse migliore del loro?».
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