Enrico Piergiacomi – Il prisma della natura. Nota critica sul libro di L. Grecchi, «Natura»

Enrico Piergiacomi- Luca Grecchi, Natura
Enrico Piergiacomi

Il prisma della natura 

Nota critica a L. Grecchi, Natura, Edizioni Unicopli, Milano 2018.

 

 

Natura di Luca Grecchi è il quinto volume della collana Questioni di filosofia antica diretta sin dal 2013 da Marcello Zanatta per le Edizioni Unicopli, uscito per lo stesso editore dopo i libri dedicati a Pathos (2014) e a Philia (2017) di Silvia Gullino, nonché quelli su Bene (2015) e su Anima (2016) scritti dallo stesso Zanatta. Come recita il lucido risvolto di copertina di ciascuna di queste monografie, il progetto editoriale prevede che ogni volume presenti «uno dei concetti basilari del pensiero filosofico greco e latino», ricostruendone la «storia» e la «relativa problematica, attraverso un continuo riferimento ai testi e alla più accreditata bibliografia critica». Il libro di Grecchi si inscrive alla perfezione in questa ambiziosa collana. L’Autore riesce a ricostruire lo sviluppo della riflessione sulla nozione di “natura” o physis negli autori antichi che vanno da Omero fino a Plotino, con una prosa molto chiara e gradevole da leggere.

Basta del resto un semplice sguardo all’indice (pp. 5-7) e alla bibliografia finale di oltre 50 pagine (= pp. 329-381) per rendersi conto dell’entità del lavoro storico-filosofico svolto da Grecchi. Dopo un’introduzione (pp. 11-29), il volume presenta sei capitoli che esaminano lo sviluppo della riflessione sul concetto di “natura” nella poesia, nel teatro e nei medici di età arcaica (pp. 31-68), nei Presocratici (pp. 69-150), nella Sofistica e nei filosofi classici come Platone, Aristotele, i primi Peripatetici (pp. 151-229), nelle scuole filosofiche ellenistiche (pp. 231-272), nella cultura latina (pp. 273-303), nella cultura post-ellenistica (pp. 305-328). Uno degli aspetti più originali di questa indagine diacronica, che la salva dal tramutarsi in un semplice «repertorio di erudizione», è il tentativo dell’Autore di studiare la physis in ottica «multidisciplinare» e unitaria (pp. 12-13). Per esprimere questo concetto, Grecchi ricorre alla felice immagine del «prisma», che si presta bene a veicolare l’idea che la natura sia «un contenuto che, per quanto vasto e polivalente, può essere unitariamente composto» (p. 13). Ogni autore antico è presentato come un personaggio che riesce a evidenziare una o più facce della superficie “prismatica” della physis, rendendola così meno labirintica e misteriosa (cfr. al riguardo le pp. 14-15).

Questa immagine del prisma ritorna nel libro solo una seconda volta per qualificare «l’approccio multifocale» della ricerca naturalistica di Aristotele, che si basa sul principio che «ogni ente deve essere analizzato da una pluralità di punti di vista» (pp. 181-182). Non pare forse incongruo qualificare allora il percorso seguito da Grecchi a sua volta come “aristotelico”. In effetti, è possibile notare che, laddove le fonti lo consentono, l’Autore cerca di dare un resoconto che evidenzia le molte facce del prisma naturale di cui si occuparono gli antichi. Se escludiamo le sue analisi sui Cinici e sugli Scettici pirroniani, che possono esclusivamente rilevare come questi pensatori negarono la possibilità della conoscenza della vera natura delle cose usando la physis solo come orizzonte pratico/normativo sul piano fenomenico (pp. 157-158, 233-236), Grecchi conduce un’analisi che procede dall’astratto al concreto, dal più grande al più piccolo. Essa comincia con la ricostruzione del pensiero cosmologico dell’autore considerato, passa per le sue indagini di fisica e di biologia, si conclude con una rassegna delle sue scoperte nelle discipline più tecniche (mineralogia, botanica, geografia, ecc.).

In aggiunta a tutto ciò, va poi menzionata l’umiltà scientifica che muove Grecchi, tanto da esplicitare nell’introduzione (pp. 13-14) i «limiti» del suo lavoro. Egli li identifica con la grande selezione del campione di autori da studiare (al riguardo si rimanda alla n. 104

della p. 59) e, per converso, con l’estrema ampiezza della trattazione, che oltre alla filosofia comprende la letteratura e le scienze. Le ragioni addotte da Grecchi per spiegare queste decisioni inducono, però, a considerare questi presunti limiti come due “scelte di campo”. Una selezione dei riferimenti era inevitabile per mantenere la trattazione in un confine gestibile, mentre l’ampiezza della trattazione va vista come una virtù, che ad esempio mostra come i filosofi non furono i soli “naturalisti” dell’antichità.

Sarebbe presuntuoso sperare di sintetizzare in poche battute tutto l’insieme di dati, di interpretazioni spesso interessanti, di ricostruzioni storico-filosofiche informate e convincenti che Grecchi riesce a raccogliere nelle 400 fitte pagine del volume. Per far giustizia all’Autore e aiutare il lettore a orientarsi in questa opera amplissima, conviene dunque esporre i temi principali sviluppati nel libro e fornire, all’occorrenza, qualche esempio. Mi pare che si possano enucleare cinque tematiche, o – per riprendere l’immagine di Grecchi – cinque facce del «vasto e polivalente» prisma della natura.

Due temi sono in realtà dichiarati esplicitamente dall’Autore, anzi costituiscono i «fili conduttori» principali e «l’ordito del presente volume» (pp. 16-17). Il primo è il rilevamento di una costante teorica nella riflessione antica sulla natura. Grecchi (pp. 17-24) sostiene che gli antichi ritenevano che la physis indicasse un processo dinamico, ordinato, autonomo che pervade tutte le cose, dunque che le fa nascere, porta a compimento le loro potenzialità e infine le dissolve, in conformità ad alcune leggi e cause che sono razionalmente esplicabili. In questo senso, la natura può essere addirittura assimilata «allo stesso concetto di essere, di realtà stabile, di verità dell’intero» (pp. 20-21), come emerge ad esempio nella riflessione di Parmenide (pp. 115-123). Se si evita di cadere nella vulgata che vuole che il suo poema Sulla natura intendesse immobilizzare i fenomeni, preferendo seguire gli studiosi che interpretano la seconda parte del testo (dedicata allo studio degli eventi naturali) come la descrizione del «corretto manifestarsi fenomenico dell’essere ai mortali» (p. 117), diventa possibile supporre che la filosofia parmenidea cercasse di riscontrare il fondamento autentico, stabile e veritativo del divenire fisico (pp. 115-123). Questo concetto di natura come intero dinamico, ordinato, autonomo è sufficientemente ampio da fungere da trait d’union tra le concezioni specifiche antiche che, altrimenti, risulterebbero a volte antitetiche. A prescindere che si creda che l’ordinamento naturale dipenda da un principio divino (cfr. i riferimenti a Platone e Plotino alle pp. 162-172, 323-327), o dalla direzione teleologica immanente alle realtà fisiche (cfr. Aristotele: pp. 183-197), o dalla capacità della materia di auto-regolarsi (così gli Atomisti: pp. 143-146, 243-247, 281), non c’è dubbio che venga mantenuta ferma l’idea che la physis sia in sé un complesso ordinato che pervade e regola le sue singole parti, o che sia stata resa tale da Dio.

Il secondo tema – nonché filo conduttore principale del volume – è l’affermazione che il concetto di natura è impensabile senza la ragione umana (pp. 24-28), che è il soggetto «che cerca di comprendere le regolarità della physis per migliorare la vita mediante un rispettoso intervento sulla physis stessa» (p. 17). Il punto implica che Natura e Uomo siano concetti interdipendenti, dunque che è impossibile dire se uno dei due è più centrale o determinante. L’essere umano è infatti uno dei tanti enti inscritti nel paesaggio o nell’ambiente naturale, ma nello stesso tempo è anche l’unico soggetto che può appunto foggiarsi la nozione di physis e occuparsene dalla prospettiva sia pratica che conoscitiva (p. 26). In margine a questo tema, Grecchi adduce un’interessante osservazione di dettaglio. Egli sostiene (pp. 27-28 e 35) che si possono riscontrare due atteggiamenti con cui gli antichi si rapportano alla physis: quello «simbolico» o metaforico della tradizione poetico-letteraria, riscontrabile anche nei poeti di età romana (pp. 292-298), e quello «razionalistico» o descrittivo-normativo del versante filosofico-scientifico, che sarà esaltato soprattutto a partire dai Presocratici (pp. 69-75). Grecchi è consapevole che si tratta di una distinzione di massima, dove si riscontrano spesso delle sfumature. Si può segnalare, da un lato, che i filosofi ricorrevano ad animali, vegetali e minerali come metafore o simboli di un concetto razionale (cfr. e.g. pp. 112, 173-176, 266, 328). Dall’altro lato, è possibile evidenziare che i poeti stessi non mancavano di veicolare con le loro creazioni artistiche dei contenuti razionalistici. Sono in tal senso icastici Omero, che tentò per la prima volta di razionalizzare il mare come «luogo di navigazione e di pesca» (p. 46), e Lucrezio, il cui poema De rerum natura offrirebbe un’«esposizione poetica della teoria epicurea» (p. 241), o «una spiegazione razionale – incardinata sulla teoria di Epicuro – di pressoché tutti i fenomeni naturali del cosmo» (p. 277).

Gli altri tre temi possono essere considerati delle declinazioni e precisazioni ulteriori di questi due filoni. Va segnalata come terza tematica centrale l’attenzione di Grecchi a dimostrare che «tutto o quasi, in un certo senso, è natura o ha rapporto con la natura» (p. 11). Nell’alveo del naturale, dunque, egli fa rientrare anche la tecnica (p. 12), argomentando che gli antichi pensavano, di norma, che nomos e physis potessero integrarsi o armonizzarsi a vicenda, pur essendo sempre possibile stabilire uno dei due assi come più potente e prioritario – è il caso (e.g.) di Antifonte, un Sofista che sostenne che la natura fosse «una sorta di sostrato materiale informe in grado di porre una forte resistenza ad ogni tentativo di imporgli un ordine dall’esterno» (p. 156). Le argomentazioni più rilevanti al riguardo si trovano in margine alla riflessione dei tragici del V secolo a.C. (pp. 53-59), o sul frammento 68 B 33 DK di Democrito (p. 150), o ancora su Platone e Lucrezio, che rilevano come i processi attuati rispettivamente dal Demiurgo e dalla natura per mettere ordine nei fenomeni possono essere assimilati a procedure tecniche (p. 167). L’eccezione o il «quasi» che non è physis coinciderebbe allora solo con l’eventuale principio trascendente o metafisico, posto da alcuni filosofi come necessario per rendere intelligibile la realtà fisica. Entità del genere includono le idee di Platone, il Motore Immobile di Aristotele, l’Uno o ciò che è persino superiore all’Uno dei Neoplatonici (pp. 12, 170, 195-198, 323-327).

Un quarto tema può essere formulato con una domanda: secondo gli antichi, la natura si nasconde alla ragione umana, o le risulta evidente e trasparente? Grecchi risponde evitando una soluzione univoca. I dati testuali che abbiamo a disposizione mostrano che gli antichi si divisero nel modo di intendere un’importante massima di Eraclito di Efeso (22 B 123 DK): physis kryptesthai philei («la natura ama nascondersi»). Grecchi interpreta questa sentenza come una tesi metafisica. La verità sui fenomeni naturali non è tanto impossibile da raggiungere, quanto conseguibile con uno «scavo» profondo della realtà che non si ferma alle prime apparenze sensibili e coglie un’armonia nascosta sotto i fenomeni (pp. 107-114, 253-254). Ora, se la lettura di Grecchi è corretta, potremmo individuare diversi atteggiamenti antichi rispetto a questa oscura massima eraclitea. Una è assai radicale. Aristotele avrebbe detto che Eraclito è nel falso, perché «la natura non ama nascondersi», ossia si manifesta con evidenza e trasparenza a chi vuole indagarla (p. 189; cfr. anche Plutarco e Filone di Alessandria studiati nella p. 111 con la n. 169). Altri autori avrebbero poi ripreso fedelmente il pensiero eracliteo che la physis è ardua ma non impossibile da conoscere. Oltre ai Presocratici in generale, Grecchi menziona il Socrate di Senofonte, Platone e Lucrezio, il quale approvò Eraclito e, nello stesso tempo, era convinto che Epicuro strappò finalmente i veli che coprono la natura (pp. 62-64, 73, 126-128, 159, 283-284; per approfondire la relazione tra gli Epicurei e l’Eraclitismo cfr. M. Capasso, Epicureismo ed Eraclito. Contributo alla ricostruzione della critica epicurea alla filosofia presocratica, in Id., Comunità senza rivolta: quattro saggi sull’epicureismo, Bibliopolis, Napoli 1988, pp. 59-102). Di contro, la maggior parte degli Stoici – con l’eccezione di Manilio (p. 253, n. 91) e di Seneca (pp. 111 e 288-299) –, alcuni simpatizzanti dello Stoicismo (= Cicerone e Plinio) e i Neoplatonici pensarono che la physis ama velarsi in un senso più forte, sbilanciandosi così in direzione scettica. Essa è una realtà in larga parte inaccessibile o ineffabile, se non a una qualche élite di persone che possiede una conoscenza superiore (pp. 252-254, 299-300, 322). Infine, Protagora e gli Scettici “puri” presero la massima eraclitea in senso altrettanto radicale di Aristotele, ma in maniera opposta alla sua fiducia incondizionata verso la piena conoscenza del mondo naturale. La natura che ama nascondersi è in sé indeterminata, sicché non è possibile andare oltre le apparenze fenomeniche (pp. 152-153, 234-235, 254).

Questa tematica è particolarmente originale e, in un certo senso, si potrebbe addirittura dire che lo sviluppo del concetto di “natura” nel pensiero antico potrebbe in larga parte coincidere con la ricezione dialettica della sentenza di Eraclito. D’altro canto, la parte dedicata agli Stoici e agli Scettici poteva forse essere approfondita maggiormente. Nel caso dello Stoicismo, infatti, è forse possibile argomentare che la natura «ama nascondersi» a tutti meno che alla figura del saggio che, oltre ad essere l’individuo pienamente felice e morale (lo rileva bene Grecchi a p. 263), è anche colui che sa tutto, inclusa la catena delle cause naturali ordinata provvidenzialmente dalla divinità – cfr. M. Vegetti, La saggezza dell’attore: Problemi dell’etica stoica, «Aut Aut» 195-196 (1983), pp. 19-41. Non ci sarebbe così alcuna tendenza scettica negli Stoici, ma solo la credenza – dogmatica – che chi è stolto è del

tutto ignorante della physis e che chi è sophos ne conosce il più intimo “santuario”. Circa gli Scettici, una figura che l’Autore ricorda (p. 235) ma poteva essere valorizzata di più è Enesidemo, che considerava lo Scetticismo una via per la filosofia di Eraclito (cfr. qui R. Polito, The Sceptical Road: Aenesidemus’ Appropriation of Heraclitus, Brill, Leiden-Boston 2004, Ch. 2-3). Fatte salve queste riserve, il discorso di Grecchi risulta per il resto assai condivisibile.

Il quinto e ultimo tema isolabile nella riflessione dell’Autore è di carattere etico. Grecchi scrive che il pensiero antico aveva già messo a fuoco un «problema fondamentale del nostro tempo»: il dovere di considerare la natura come un fine in sé e non come un mezzo di produzione da sfruttare a nostro profitto, quindi una realtà di cui occorre prendersi generosamente cura (p. 13). Da qui discendono una serie di interessanti considerazioni storiche che ambiscono a sottolineare la “contemporaneità” della caratura morale di certe affermazioni antiche sulla physis, tra cui l’idea che lo studio dei fenomeni e il prendere la natura come norma di condotta conducono alla felicità (pp. 58, 187, 194, 237, 248, 263), condivisa – come si è visto – persino da Cinici e Scettici, evitando al contempo il rischio di facili e incongrue attualizzazioni (sul tema, cfr. F. Verde, A cosa serve oggi fare storia della filosofia? Una modesta riflessione, Petite Plaisance, Pistoia 2018, cap. 3). Le riflessioni filosofiche di Greci e Romani vanno ricostruite anzitutto in termini obiettivi, senza cercare sin dal principio qualcosa di utile per i nostri problemi. Ma una volta soddisfatto questo requisito di onestà storica, nulla impedisce – come fa appunto Grecchi – di raccogliere i risultati dello studio per affrontare problematiche più ampie e legate al presente.

Si può così concludere, sulla base della sintesi svolta in queste pagine, che Natura di Grecchi è certo un volume corposo e impegnativo, ma che risulta utile e stimolante per diverse categorie di lettori. I non-specialisti potranno ricavare dalla lettura un buon orientamento di massima su molti autori antichi. Gli specialisti avranno modo, invece, di riflettere sulle sue considerazioni sulle molte facce del prisma della physis e, nel caso, di approfondire alcuni spunti stimolanti e lasciati volutamente in stato di abbozzo. Per il resto, va notato che Grecchi accenna occasionalmente nel testo alla sua intenzione di voler approfondire a sua volta alcune delle questioni del concetto di Natura, in un futuro volume sull’Uomo per la medesima collana Questioni di filosofia antica (pp. 177 e 268). Auspicando che il progetto venga realizzato, si chiude allora questa nota proponendo altre due possibili linee di ricerca, che la selezione degli argomenti di Natura ha dovuto mettere da parte. Il primo è che, forse, si potrebbe approfondire di più in futuro il tema del disordine o dell’esistenza del male in natura. Grecchi certo lo riscontra nel libro, laddove ammette che gli antichi riservavano spesso atteggiamenti di terrore verso i lati minacciosi e incomprensibili della physis (p. 16), o ricorda che autori come Esiodo, gli Atomisti, Platone, Aristotele, Teofrasto, Plotino riconoscevano che la materia contiene elementi di disordine e di caos, che sfuggono persino al controllo di un’eventuale divinità organizzatrice (pp. 31, 45-46, 165, 183, 190-191, 217, 280-281, 324-325). D’altro canto, però, l’Autore mette forse troppo rapidamente da parte queste anomalie, quando argomenta che «anche quei processi che presentano irregolarità vengono costantemente riportati, come eccezioni spiegabili, alla regolarità naturale» (pp. 21-22). È sempre possibile obiettare, infatti, che molti di questi autori citati continuavano comunque ad ammettere, per così dire, che questi Dark Sides of Nature esistono, dunque che non è vero che nella physis ogni cosa è ordinata e illuminata. Per fare un unico esempio, la fiducia di Epicuro e Lucrezio verso il buon ordinamento generale dalla natura non impedì loro di riconoscere empiricamente l’esistenza di errori, colpe o mali nel mondo naturale, che fu una delle ragioni dell’esclusione dell’ipotesi di una divinità provvidente che organizza tutto a nostro vantaggio (cfr. al riguardo almeno il cap. 13 del De ira Dei di Lattanzio, o i vv. 195-234 del libro V del De rerum natura, che Grecchi non cita mai nel suo testo).

Naturalmente, è sempre possibile sostenere che le anomalie sono tali se viste dalla prospettiva antropocentrica, ma ciò solleva ulteriori problemi. Esiste una spiegazione del perché quelle che per noi sono anomalie vanno in realtà considerate delle cose buone a livello cosmico? Se non esiste, non è forse inevitabile ammettere che tali mali umani rompono una regolarità che normalmente si osserva? Considerato allora che questo tema della natura è fortemente intrecciato al problema dell’uomo, si ritiene che non sia peregrino riservarne un’analisi approfondita nel futuro volume che Grecchi intende scrivere.

Il secondo spunto di approfondimento deriva dal principio stabilito da Grecchi che tutto o quasi tutto è natura (p. 12). Se ciò è vero, ci si potrebbe chiedere che cosa indicano allora espressioni come “innaturale” o “contro natura”, che apparentemente pretendono di indicare qualcosa che diverge dal piano della naturalità. Per esempio, che cosa diciamo quando diciamo che il dolore è para physin? Ciò sembra in apparenza un parlare a vuoto, perché le affezioni dolorose sono risposte fisiologiche del nostro organismo e, dunque, un qualcosa di naturale. O ancora, che cosa significa dire che la pleonexia o la brama eccessiva è innaturale per un essere umano? In fondo, questo comportamento è pur sempre innescato dalla ragione che valuta che l’eccesso sia un bene, ovvero da un uso della nostra innata (i.e., naturale) razionalità. La proposta è quella di provare a verificare se, forse, non occorra separare di più in casi come questi il piano fisiologico dalla dimensione normativa. Il dolore e la pleonexia sono “naturali”, se letti come reazioni organiche o come esiti possibili della nostra natura. L’uno e l’altra possono però essere sensatamente detti “innaturali” se interpretati come un allontanamento dalle più profonde potenzialità della physis umana, ossia da obiettivi normativi come la felicità (che le sofferenze possono compromettere) e la giustizia (che la brama eccessiva distrugge alla radice). Se, da un lato, simili osservazioni mostrano che certi aspetti della natura possono entrare in conflitto o in dissonanza reciproca, almeno a livello concettuale, dall’altro, corroborano ulteriormente la correttezza dell’idea di Grecchi che la natura sia un prisma complesso, che non viene esaurito mettendone in risalto e al centro solo uno dei suoi molti volti visibili.

Enrico Piergiacomi

Università degli Studi di Trento

enrico_piergiacomi@libero.it

Recensione già pubblicata su «Syzetesis» – Rivista di filosofia, Anno VI – 2019 (nuova serie) Fascicolo 1, pp. 249-256.

syzetesis@gmail.com
http://www.syzetesis.it/rivista.html

Luca Grecchi – «Natura». Ogni mancanza di conoscenza, di rispetto e di cura verso la natura si traduce in una mancanza di rispetto e di cura verso la vita tutta. L’attuale modo di produzione sociale, avente come fine unico il profitto, tratta ogni ente naturale – compreso l’uomo – come mezzo, e dunque in maniera innaturale.

Natura***

Luca Grecchi, Natura, Unicopli, Milano 2018, pp. 400.

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Diogene Cinico di Jules Bastien-Lepage (1873)

Diogene Cinico di Jules Bastien-Lepage (1873)

Sommario

POESIA, TEATRO, MEDICINA

  1. La poesia
    ….Omero
    ….Esiodo
    ….Dopo Esiodo
  2. Il teatro
  3. La medicina

I PRESOCRATICI

  1. Note generali
  2. Talete
  3. Anassimandro
  4. Anassimene
  5. Pitagora
  6. Eraclito
  7. Parmenide
  8. Senofane
  9. Empedocle
  10. Anassagora
  11. Democrito

I SOFISTI E I CLASSICI

  1. I Sofisti e Socrate
  2. Platone
    L’uomo e la natura – Il Timeo – Il Demiurgo, le Idee, l’Anima del mondo e la chora, – La physis – Teoria delle catastrofi ed ecologia – La natura come metafora educativa
  3. Aristotele
    Un orientamento enciclopedico – Physis: una definizione articolata – L’autonomia della physis – Finalismo e causalità – Il “naturalismo” aristotelico: tra fisica e metafisica – Il cosmo aristotelico – Il mondo animale – Il mondo vegetale e minerale 214 – Teoria delle catastrofi
  4. Teofrasto e la scuola peripatetica
    Teofrasto ed Aristotele: continuità e discontinuità – Animali, vegetali e minerali – Dopo Teofrasto

LA CULTURA ELLENISTICA

  1. Note generali
  2. Scetticismo
  3. Epicureismo
    La physis e la felicità – Il tutto è corpi e vuoto- Teoria atomistica e clinamen – Caso, ordine e cause – La cosmologia e le molteplici spiegazioni – Il mondo vegetale
  4. Stoicismo
    Una natura “divinizzata” – La centralità del fuoco – Necessità, causa, fato – Oikeiosis – L’antropocentrismo stoico – I viventi non umani
    5.Appendice. Il Medio Stoicismo

LA CULTURA LATINA

  1. Note generali
  2. Lucrezio
  3. Seneca (e il Neo Stoicismo)
  4. Virgilio (e Orazio, e Ovidio…)
  5. Plinio il Vecchio

LA CULTURA POSTELLENISTICA

  1. Note generali
  2. Galeno
  3. Alessandro di Afrodisia (e l’Aristotelismo)
  4. Plotino (e il Neoplatonismo)

Bibliografia

Indice dei nomi

Luca Grecchi – Tutti i suoi libri pubblicati (2002-2019)


Luca Grecchi – Quando il più non è meglio. Pochi insegnamenti, ma buoni: avere chiari i fondamenti, ovvero quei contenuti culturali cardinali che faranno dei nostri giovani degli uomini, in grado di avere rispetto e cura di se stessi e del mondo.

Luca Grecchi – A cosa non servono le “riforme” di stampo renziano e qual è la vera riforma da realizzare

Luca Grecchi – Cosa direbbe oggi Aristotele a un elettore (deluso) del PD

Luca Grecchi – Platone e il piacere: la felicità nell’era del consumismo

Luca Grecchi – Un mondo migliore è possibile. Ma per immaginarlo ci vuole filosofia

Luca Grecchi – «L’umanesimo nella cultura medioevale» (IV-XIII secolo) e «L’umanesimo nella cultura rinascimentale» (XIV-XV secolo), Diogene Multimedia.

Luca Grecchi – Il mito del “fare esperienza”: sulla alternanza scuola-lavoro.

Luca Grecchi – In filosofia parlate o scrivete, purché tocchiate l’anima.

Luca Grecchi – L’assoluto di Platone? Sostituito dal mercato e dalle sue leggi.

Luca Grecchi – L’Italia che corre di Renzi, ed il «Motore immobile» di Aristotele

Luca Grecchi – La natura politica della filosofia, tra verità e felicità

Luca Grecchi – Socrate in Tv. Quando il “sapere di non sapere” diventa un alibi per il disimpegno

Luca Grecchi – Scienza, religione (e filosofia) alle scuole elementari.

Luca Grecchi – La virtù è nell’esempio, non nelle parole. Chi ha contenuti filosofici importanti da trasmettere, che potrebbero favorire la realizzazione di buoni progetti comunitari, li rende credibili solo vivendo coerentemente in modo conforme a quei contenuti: ogni scissione tra il “detto” e il “vissuto” pregiudica l’affidabilità della comunicazione e non contribuisce in nulla alla persuasione.

Luca Grecchi – Aristotele: la rivoluzione è nel progetto. La «critica» rinvia alla «decisione» di delineare un progetto di modo di produzione alternativo. Se non conosciamo il fine da raggiungere, dove tiriamo la freccia, ossia dove orientiamo le nostre energie, come organizziamo i nostri strumenti?

Luca Grecchi – Sulla progettualità

Luca Grecchi – Perché la progettualità?

Luca Grecchi – Aristotele, la democrazia e la riforma costituzionale.

Luca Grecchi – Platone, la democrazia e la riforma costituzionale.

Luca Grecchi – La metafisica umanistica non vuole limitarsi a descrivere come le cose sono e nemmeno a valutare negativamente l’attuale stato di cose. Deve dire come un modo di produzione sociale ha da strutturarsi per essere conforme al fondamento onto-assiologico.

Luca Grecchi – Scuola “elementare”? Dalla filosofia antica ai giorni nostri

Luca Grecchi – La metafisica umanistica è soprattutto importante nella nostra epoca, la più antiumanistica e filo-crematistica che sia mai esistita.

Luca Grecchi – Logos, pathos, ethos. La “Retorica” di Aristotele e la retorica… di oggi. È credibile solo quel filosofo che si comporta, nella vita, in maniera conforme a quello che argomenta essere il giusto modo di vivere.

Luca Grecchi – Educazione classica: educazione conservatrice? Il fine della formazione classica è dare ai giovani la “forma” della compiuta umanità, ossia aiutarli a realizzare, a porre in atto, le proprie migliori potenzialità, la loro natura di uomini

Luca Grecchi – Mario Vegetti: un ricordo personale e filosofico



Luca Grecchi – «Natura». Ogni mancanza di conoscenza, di rispetto e di cura verso la natura si traduce in una mancanza di rispetto e di cura verso la vita tutta. L’attuale modo di produzione sociale, avente come fine unico il profitto, tratta ogni ente naturale – compreso l’uomo – come mezzo, e dunque in maniera innaturale.

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«Se noi oggi possiamo pronunciare la parola natura in tutta la grandiosità e vivezza del suo significato […] lo dobbiamo allo spirito greco» (W.F. Otto, 2010, Gli dèi della Grecia, Adelphi, Milano 2010, p. 21).

 

Natura***

Luca Grecchi, Natura, Unicopli, Milano 2018, pp. 400.

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Diogene Cinico di Jules Bastien-Lepage (1873)

Diogene Cinico di Jules Bastien-Lepage (1873)

 

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QUESTIONI DI FILOSOFIA ANTICA
Collana diretta da Marcello Zanatta
(Università della Calabria)

Comitato scientifico:
Michel Bastit (Un. de Bourgogne) – Enrico Berti (Acc. dei Lincei)
Jean Baptiste Gourinat (CNRS, Sorbonne, Paris)
Maurizio Migliori (Un. di Macerata) – Cristina Rossitto (Un. di Padova)

La collana raccoglie una serie di volumi, redatti da specialisti di storia della filosofia antica, ciascuno dei quali presenta uno dei concetti basilari del pensiero filosofico greco e latino.

 

 

Sommario

POESIA, TEATRO, MEDICINA

  1. La poesia
    ….Omero
    ….Esiodo
    ….Dopo Esiodo
  2. Il teatro
  3. La medicina

I PRESOCRATICI

  1. Note generali
  2. Talete
  3. Anassimandro
  4. Anassimene
  5. Pitagora
  6. Eraclito
  7. Parmenide
  8. Senofane
  9. Empedocle
  10. Anassagora
  11. Democrito

 

I SOFISTI E I CLASSICI

  1. I Sofisti e Socrate
  2. Platone
    L’uomo e la natura – Il Timeo – Il Demiurgo, le Idee, l’Anima del mondo e la chora, – La physis – Teoria delle catastrofi ed ecologia – La natura come metafora educativa
  3. Aristotele
    Un orientamento enciclopedico – Physis: una definizione articolata – L’autonomia della physis – Finalismo e causalità – Il “naturalismo” aristotelico: tra fisica e metafisica – Il cosmo aristotelico – Il mondo animale – Il mondo vegetale e minerale 214 – Teoria delle catastrofi
  4. Teofrasto e la scuola peripatetica
    Teofrasto ed Aristotele: continuità e discontinuità – Animali, vegetali e minerali – Dopo Teofrasto

 

LA CULTURA ELLENISTICA

  1. Note generali
  2. Scetticismo
  3. Epicureismo
    La physis e la felicità – Il tutto è corpi e vuoto- Teoria atomistica e clinamen – Caso, ordine e cause – La cosmologia e le molteplici spiegazioni – Il mondo vegetale
  4. Stoicismo
    Una natura “divinizzata” – La centralità del fuoco – Necessità, causa, fato – Oikeiosis – L’antropocentrismo stoico – I viventi non umani
    5.Appendice. Il Medio Stoicismo

 

LA CULTURA LATINA

  1. Note generali
  2. Lucrezio
  3. Seneca (e il Neo Stoicismo)
  4. Virgilio (e Orazio, e Ovidio…)
  5. Plinio il Vecchio

 

LA CULTURA POSTELLENISTICA

  1. Note generali
  2. Galeno
  3. Alessandro di Afrodisia (e l’Aristotelismo)
  4. Plotino (e il Neoplatonismo)

 

Bibliografia

Indice dei nomi


Luca Grecchi – Quando il più non è meglio. Pochi insegnamenti, ma buoni: avere chiari i fondamenti, ovvero quei contenuti culturali cardinali che faranno dei nostri giovani degli uomini, in grado di avere rispetto e cura di se stessi e del mondo.

Luca Grecchi – A cosa non servono le “riforme” di stampo renziano e qual è la vera riforma da realizzare

Luca Grecchi – Cosa direbbe oggi Aristotele a un elettore (deluso) del PD

Luca Grecchi – Platone e il piacere: la felicità nell’era del consumismo

Luca Grecchi – Un mondo migliore è possibile. Ma per immaginarlo ci vuole filosofia

Luca Grecchi – «L’umanesimo nella cultura medioevale» (IV-XIII secolo) e «L’umanesimo nella cultura rinascimentale» (XIV-XV secolo), Diogene Multimedia.

Luca Grecchi – Il mito del “fare esperienza”: sulla alternanza scuola-lavoro.

Luca Grecchi – In filosofia parlate o scrivete, purché tocchiate l’anima.

Luca Grecchi – L’assoluto di Platone? Sostituito dal mercato e dalle sue leggi.

Luca Grecchi – L’Italia che corre di Renzi, ed il «Motore immobile» di Aristotele

Luca Grecchi – La natura politica della filosofia, tra verità e felicità

Luca Grecchi – Socrate in Tv. Quando il “sapere di non sapere” diventa un alibi per il disimpegno

Luca Grecchi – Scienza, religione (e filosofia) alle scuole elementari.

Luca Grecchi – La virtù è nell’esempio, non nelle parole. Chi ha contenuti filosofici importanti da trasmettere, che potrebbero favorire la realizzazione di buoni progetti comunitari, li rende credibili solo vivendo coerentemente in modo conforme a quei contenuti: ogni scissione tra il “detto” e il “vissuto” pregiudica l’affidabilità della comunicazione e non contribuisce in nulla alla persuasione.

Luca Grecchi – Aristotele: la rivoluzione è nel progetto. La «critica» rinvia alla «decisione» di delineare un progetto di modo di produzione alternativo. Se non conosciamo il fine da raggiungere, dove tiriamo la freccia, ossia dove orientiamo le nostre energie, come organizziamo i nostri strumenti?

Luca Grecchi – Sulla progettualità

Luca Grecchi – Perché la progettualità?

Luca Grecchi – Aristotele, la democrazia e la riforma costituzionale.

Luca Grecchi – Platone, la democrazia e la riforma costituzionale.

Luca Grecchi – La metafisica umanistica non vuole limitarsi a descrivere come le cose sono e nemmeno a valutare negativamente l’attuale stato di cose. Deve dire come un modo di produzione sociale ha da strutturarsi per essere conforme al fondamento onto-assiologico.

Luca Grecchi – Scuola “elementare”? Dalla filosofia antica ai giorni nostri

Luca Grecchi – La metafisica umanistica è soprattutto importante nella nostra epoca, la più antiumanistica e filo-crematistica che sia mai esistita.

Luca Grecchi – Logos, pathos, ethos. La “Retorica” di Aristotele e la retorica… di oggi. È credibile solo quel filosofo che si comporta, nella vita, in maniera conforme a quello che argomenta essere il giusto modo di vivere.

Luca Grecchi – Educazione classica: educazione conservatrice? Il fine della formazione classica è dare ai giovani la “forma” della compiuta umanità, ossia aiutarli a realizzare, a porre in atto, le proprie migliori potenzialità, la loro natura di uomini

Luca Grecchi – Mario Vegetti: un ricordo personale e filosofico


Luca Grecchi, L’umanesimo nella cultura medioevale (IV-XIII sec.)

Collana: DM Università
Formato: 17 x 24
Pagine: 220
Prezzo: 22,00
ISBN: 978-88-99126-72-8
Promozione: Bibliomanie
Distribuzione: PDE

In questa opera ò’autore studia analiticamente quelle forme della cultura medievale che possono essere chiamate “umanistiche”.
Lo stile chiaro e la ricchezza di informazioni, sempre presentate nella loro completezza, fa sì che il lettore possa seguire con chiarezza lo svolgersi dell’indagine proposta.
Sorrette da un apparato filologico rigoroso, le tesi esposte nel volume sono profondamente innovative per l’immagine che propongono della cultura medioevale.

 

INDICE

Introduzione

La crematistica nel Medioevo

L’anticrematistica nel Medioevo

La violenza nel Medioevo

Il concetto di Medioevo

I principali “luoghi comuni” sul Medioevo

Filosofia e sistematicità nel Medioevo

La Scolastica medievale

La condanna di Aristotele da parte della chiesa

Bonaventura da Bagnoregio

Sigieri di Brabante e Boezio di Dacia

L’umanesimo della cultura medievale

L’attualità del Medioevo.

Appendice. Il pensiero filosofico-politico di Dante Alighieri

Bibliografia

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Umanesimo Cultura RinascimentaleClicca qui sotto per aprire la scheda completa.

Luca Grecchi, L’umanesimo nella cultura rinascimentale (XIII-XV sec.)

Collana: DM Università
Formato: 17 x 24
Pagine: 140
Prezzo: 18,00
ISBN: 978-88-99126-73-5
Promozione: Bibliomanie
Distribuzione: PDE

Questo libro prosegue l’indagine dell’altro volume mantenendo i medesimi caratteri di rigore e di chiarezza. Oggetto dell’indagine sono gli aspetti umanistici della cultura rinascimentale, indagati dalla prospettiva della loro continuità con gli analoghi aspetti della cultura medievale. I due libri sono dunque strettamente legati da un unico filo conduttore.

INDICE

Introduzione

La crematistica rinascimentale

La filocrematistica

Elitarismo ed individualismo

Il “neoellenismo” della cultura rinascimentale

L’elogio della vita attiva

La concezione “polimorfa” dell’uomo

La ripresa formale della cultura classica

Continuità e discontinuità fra cultura medievale e rinascimentale

Il Rinascimento verso la modernità

La filosofia nel Rinascimento

Il concetto di Rinascimento

Bibliografia

 

 

 

 

Luca Grecchi

Luca Grecchi (1972), direttore della rivista di filosofia Koinè e della collana di studi filosofici Il giogo presso la casa editrice Petite Plaisance di Pistoia, insegna Storia della Filosofia presso la Università degli Studi di Milano Bicocca. Da alcuni anni sta strutturando un sistema onto-assiologico definito “metafisica umanistica”, che vorrebbe costituire una sintesi della struttura sistematica della verità dell’essere. Esso rappresenta, nella sua opera, la base teoretica di riferimento sia per la fondazione di una progettualità sociale anticrematistica, sia per la interpretazione dei principali pensieri filosofici. Grecchi è soprattutto autore di una ampia interpretazione umanistica dell’antico pensiero greco, nonché di alcuni studi monografici su filosofi moderni e contemporanei, e di libri tematici su importanti argomenti (la metafisica, la felicità, il bene, la morte, l’Occidente). Collabora con la rivista on line Diogene Magazine e con il quotidiano on line Sicilia Journal. Ha pubblicato libri-dialogo con alcuni fra i maggiori filosofi italiani, quali Enrico Berti, Umberto Galimberti, Costanzo Preve, Carmelo Vigna.

Libri di Luca Grecchi

Cliccando

L’anima umana come fondamento della verità (2002) è il primo libro di Grecchi, che pone, in maniera stilizzata, il sistema metafisico umanistico su cui sono poi strutturati i suoi libri successivi. La tesi centrale di questo libro è appunto che l’anima umana, intesa come la natura razionale e morale dell’uomo, è il fondamento onto-assiologico della verità dell’essere. Questo sistema metafisico costituisce la base per una analisi critica della attuale totalità sociale, e per una progettualità comunitaria finalizzata alla realizzazione di un modo di produzione sociale conforme alle esigenze della natura umana. (Invito alla lettura: Scarica alcune pagine del libro)

Karl Marx nel sentiero della verità (2003) costituisce una interpretazione metafisico-umanistica del pensiero di Marx, che viene analizzato nei suoi nodi essenziali, spesso in aperta critica con la secolare tradizione marxista. Nato originariamente come elaborazione degli studi di economia politica dell’autore compiuti negli anni novanta del Novecento, il testo assume carattere filosofico-politico. Marx è analizzato come il pensatore moderno che, rifacendosi implicitamente al pensiero greco, realizza la migliore critica al modo di produzione capitalistico, pur non elaborando – per carenza di fondazione filosofica – un adeguato discorso progettuale.

Verità e dialettica. La dialettica di Hegel e la teoria di Marx costituisce in un certo senso una integrazione del precedente Karl Marx nel sentiero della verità. Il testo effettua una sintesi originale, appunto, sia della dialettica di Hegel che della teoria di Marx. Pur riconoscendo l’influenza del pensiero di Hegel nelle opere del Marx maturo, Grecchi propone la tesi che il pensiero di Marx, strutturatosi nei suoi punti cardinali prima del suo studio attento ed approfondito della Scienza della Logica, sia nella sua essenza non dialettico. Una versione sintetica di questo libro è stata pubblicata sulla rivista Il Protagora nel 2007.

La verità umana nel pensiero religioso di Sergio Quinzio (2004) con introduzione di Franco Toscani, è una sintesi monografica sul pensiero del grande teologo scomparso nel 1996. Il testo presenta al proprio interno una analisi del pensiero ebraico e cristiano, unita ad una rilettura poetica ed umanistica del testo biblico. Il tema centrale è quello della morte, e della speranza nella resurrezione su cui Quinzio ripetutamente riflette, e che vede continuamente delusa. Al di là dei riferimenti religiosi, la riflessione del teologo si presta ad una profonda considerazione sulla fragilità della vita umana.

Nel pensiero filosofico di Emanuele Severino (2005) con introduzione di Alberto Giovanni Biuso, è una sintesi monografica sul pensiero del grande filosofo italiano. Il testo presenta al proprio interno una analisi critica del nucleo essenziale della ontologia di Severino e delle sue analisi storico-filosofiche e politiche. Esiste uno scambio di lettere fra Severino e Grecchi in cui il filosofo bresciano mostra la sua netta contrarietà alla interpretazione ricevuta. Il testo, tuttavia, è segnalato nella Enciclopedia filosofica Bompiani come uno dei libri di riferimento per la interpretazione del pensiero severiniano.

Il necessario fondamento umanistico della metafisica (2005) è un breve saggio in cui, prendendo come riferimento la metafisica classica (ed in particolare le posizioni di Carmelo Vigna), l’autore critica la centralità dell’approccio logico-fenomenologico rispetto al tema della verità, ritenendo necessario anche l’approccio onto-assiologico. Per Grecchi infatti la verità consiste non solo nella descrizione corretta di come la realtà è, ma anche di come essa – la parte che può modificarsi – deve essere per conformarsi alla natura umana. Si tratta del primo confronto esplicito fra la proposta di Grecchi della metafisica umanistica e la metafisica classica di matrice aristotelico-tomista.

Filosofia e biografia (2005) è un libro-dialogo composto con uno dei maggiori filosofi italiani, Umberto Galimberti. Nel testo si ripercorre il pensiero galimbertiano nei suoi contenuti essenziali, ma si pone in essere anche una serrata analisi di molti temi filosofici, politici e sociali, in cui spesso emerge una sostanziale differenza di posizioni fra i due autori. Di particolare interesse le pagine dedicate al pensiero simbolico, all’analisi della società, ed alla interpretazione dell’opera di Emanuele Severino. Percorre il testo la tesi per cui la genesi di un pensiero filosofico deve necessariamente essere indagata, per giungere alla piena comprensione dell’opera di un autore.

Il pensiero filosofico di Umberto Galimberti (2005), con introduzione di Carmelo Vigna, è un testo monografico completo sul pensiero di questo importante filosofo contemporaneo. Si tratta di un testo in cui Grecchi, sintetizzando la complessa opera di questo autore, prende al contempo posizione non solo nei confronti della medesima, ma anche di filosofi quali Nietzsche, Heidegger, Jaspers, che nel pensiero di Galimberti costituiscono riferimento imprescindibili. Vigna, nella sua introduzione, ha definito il libro «una ricostruzione seria ed attendibile del pensiero del filosofo» in esame.

Conoscenza della felicità (2005), con introduzione di Mario Vegetti, è uno dei testi principali di Grecchi, in cui l’autore applica il proprio approccio classico umanistico alla società attuale, mostrando come essa si ponga in radicale opposizione alle possibilità di felicità. L’autore, seguendo la matrice onto-assiologica del pensiero greco, mostra che solo conoscendo che cosa è l’uomo risulta possibile conoscere cosa è la felicità. Scrive Vegetti, nel testo, che Grecchi è «pensatore a suo modo classico», per il suo «andar diritto verso il cuore dei problemi». Il libro è assunto come riferimento bibliografico, per il tema in oggetto, dalla Enciclopedia filosofica Bompiani. .

Marx e gli antichi Greci (2006) è un libro-dialogo composto con uno dei maggiori filosofi italiani, Costanzo Preve. Nel testo viene effettuata una analisi non tanto filologica, quanto ermeneutica e teoretica dei rapporti del pensiero di Marx col pensiero greco. I due autori, concordando su molti punti, colmano così in parte una lacuna della pubblicistica su questo tema, che risulta essere stato nel tempo assai poco indagato. Di particolare interesse l’analisi effettuata dai due autori di quale potrebbe essere, sulla base insieme del pensiero dei Greci e di Marx, il miglior modo di produzione sociale alternativo rispetto a quello attuale. (Invito alla lettura: Scarica alcune pagine del libro)

Vivere o morire. Dialogo sul senso dell’esistenza fra Platone e Nietzsche (2006), con introduzione di Enrico Berti, è un saggio composto ponendo in ideale dialogo Platone e Nietzsche su importanti temi filosofici, politico e morali: l’amore, la morte, la metafisica, la vita ed altro ancora. Scrive Berti, nella sua introduzione, che, come accadeva nel genere letterario antico dell’invenzione, Grecchi non nasconde lo scopo “politico” della sua opera, la quale «risulta essere innanzitutto un documento significativo di amore per la filosofia e di vitalità di quest’ultima, in un momento in cui l’epoca della filosofia sembrava conclusa».  

Il filosofo e la politica. I consigli di Platone, e dei classici Greci, per la vita politica (2006) è una ricostruzione del pensiero filosofico-politico di Platone effettuata in un continuo confronto con le vicende della attualità. In questo libro Grecchi pone esplicitamente Platone, in maniera insieme divulgativa ed originale, come proprio pensatore di riferimento. Il filosofo ateniese infatti, a suo avviso, pur scrivendo molti secoli or sono, rimane tuttora colui che ha offerto le migliori analisi, e le migliori soluzioni, per pensare una migliore totalità sociale, ossia un ambiente comunitario adatto alla buona vita dell’uomo.

La filosofia politica di Eschilo. Il pensiero “filosofico-politico” del più grande tragediografo greco (2007) costituisce una interpretazione, in chiave appunto filosofico-politica, dell’opera di Eschilo. Lo scopo principale di questo libro è quello di “togliere” Eschilo dallo specialismo degli studi poetico-letterari, per inserirlo – come si dovrebbe fare per tutti i tragici greci – nell’ambito del pensiero filosofico-politico. Nel testo viene presa in carico l’analisi precedentemente svolta da Emanuele Severino ne Il giogo (1988), ritenendone validi molti aspetti ma giungendo, alla fine, a conclusioni opposte circa il presunto “nichilismo” di Eschilo.

Il presente della filosofia italiana (2007) è un libro in cui vengono analizzati testi di alcuni fra i più importanti filosofi italiani contemporanei pubblicati dopo il 2000. Gli autori analizzati vengono ripartiti in quattro categorie: 1) pensatori “ermeneutici-simbolici” (Sini, Vattimo, Cacciari, Natoli); 2) pensatori “scientifici-razionalisti” (Tarca, Antiseri, Giorello); 3) pensatori “marxisti-radicali” (Preve, Losurdo); 4) pensatori “metafisici-teologici” (Reale). Il testo è arricchito da due appendici e da una ampia postfazione di Costanzo Preve. In questi testi Grecchi oppone criticamente, ai vari approcci, il proprio discorso metafisico-umanistico.

Corrispondenze di metafisica umanistica (2007) è una raccolta di testi in cui sono contenuti scambi epistolari, nonché risposte di Grecchi ad introduzioni e recensioni di suoi libri. Il testo rispecchia la tendenza dell’autore a prendere sempre seriamente in carico le altrui posizioni; secondo Grecchi, infatti, di fronte a critiche intelligenti, sono solo due gli atteggiamenti filosofici possibili: o fornire argomentate risposte, o prendere atto della correttezza delle critiche e rivedere le proprie posizioni. Il tema caratterizzante il testo è dunque la “lotta amichevole” per la emersione della verità.

L’umanesimo della antica filosofia greca (2007) è un libro in cui Grecchi effettua, in sintesi, la propria interpretazione complessiva della Grecità. Partendo da Omero, e giungendo fino al pensiero ellenistico, l’autore mostra come non la natura, né il divino, né l’essere furono i temi principali del pensiero greco, bensì l’uomo, soprattutto nella sua dimensione politico-sociale. L’uomo infatti assume centralità, in vario modo, in tutti i vari filoni culturali della Grecità, dal pensiero omerico a quello presocratico, dal teatro fino all’ellenismo.

L’umanesimo di Platone (2007) è un testo monografico sul pensiero di Platone, da Grecchi in quegli anni ritenuto come il più rappresentativo della Grecità. Ponendo in essere una analisi complessiva delle diverse interpretazioni finora effettuate del pensiero platonico, Grecchi applica al medesimo il proprio paradigma ermeneutico metafisico-umanistico, cogliendo in Platone la centralità del ruolo filosofico-politico dell’uomo, ed insieme la centralità della posizione anti-crematistica, all’interno di una considerazione progettuale e della totalità sociale.

L’umanesimo di Aristotele (2008) è un testo monografico sul pensiero di Aristotele, che sarà poi da Grecchi ripreso negli anni successivi come struttura teoretica di riferimento. Ponendo in essere una analisi complessiva delle diverse tematiche del pensiero aristotelico, Grecchi applica al medesimo il proprio paradigma ermeneutico metafisico-umanistico, cogliendo in Aristotele – così come in Platone, ma in forma differente – la centralità del ruolo filosofico-politico dell’uomo, ed insieme la centralità della posizione anti-crematistica, all’interno di una considerazione progettuale della totalità sociale.

Chi fu il primo filosofo? E dunque: cos’è la filosofia? (2008), con introduzione di Giovanni Casertano, è un libro suddiviso in due parti. Nella prima parte, prendendo come riferimento alcuni fra i principali manuali di storia della filosofia italiani, Grecchi mostra come essi spesso non definiscano l’oggetto del loro studio, ossia la filosofia, dichiarandola talvolta addirittura indefinibile. L’autore, invece, offre in questo libro la propria definizione di filosofia come caratterizzata da due contenuti imprescindibili: a) la centralità dell’uomo; b) la ricerca, il più possibile fondata ed argomentata, della verità dell’intero. Nella seconda parte l’autore esamina dieci possibilità alternative su “chi fu il primo filosofo”, giungendo a concludere che, pur all’interno del contesto comunitario della riflessione greca, il candidato più accreditato risulta essere Socrate.

Socrate. Discorso su Le Nuvole di Aristofane (2008) è una ricostruzione di fantasia, pubblicata nella collana Autentici falsi d’autore dell’editore Guida, di un discorso che avrebbe potuto essere tenuto da Socrate ad Atene l’indomani della rappresentazione della famosa commedia di Aristofane. Si tratta, come è nello stile della collana, di una ricostruzione al contempo verosimile e spiritosa, in cui Grecchi coglie l’occasione per offrire la propria interpretazione, insieme umanistica ed anticrematistica, del pensiero socratico. Tale interpretazione risulta convergente con quelle offerte, nella medesima collana, da Mario Vegetti su Platone e da Enrico Berti su Aristotele.

Occidente: radici, essenza, futuro (2009), con introduzione di Diego Fusaro, è un testo in cui l’autore analizza il concetto di Occidente e le sue tradizioni culturali costitutive, sempre in base al proprio sistema metafisico-umanistico. Analizzando le radici greche, ebraiche, cristiane, romane e moderne, ma soprattutto l’attuale contesto storico-sociale, Grecchi coglie nella prevaricazione derivante dalla smodata ricerca crematistica l’essenza dell’Occidente, ed individua per lo stesso un futuro cupo. Il testo è arricchito dal dialogo con Fusaro, alla cui introduzione Grecchi risponde in una appendice finale.

Il filosofo e la vita. I consigli di Platone, e dei classici Greci, per la buona vita (2009), è una raccolta di brevi saggi in cui l’autore, prendendo spunto da alcuni passi del pensiero platonico, e più in generale del pensiero greco classico, affronta sinteticamente alcune tematiche centrali per la vita umana (l’amore, la famiglia, la filosofia, la storia, le leggi, la democrazia, l’educazione, l’università, la mafia, la libertà, ecc.), col consueto approccio attualizzante, ovvero facendo interagire – nel rispetto del contesto storico-sociale dell’epoca in cui tale pensiero nacque – il pensiero platonico col nostro tempo. Il libro è arricchito da un lungo saggio finale di Costanzo Preve, intitolato “Luca Grecchi interprete dei filosofi classici Greci” (con risposta), in cui il filosofo torinese sintetizza le posizioni dell’autore.

L’umanesimo della antica filosofia cinese (2009) costituisce il primo volume di una trilogia sull’umanesimo dell’antico pensiero orientale (l’unica nel nostro paese effettuata da un solo autore). Il libro parte dalla constatazione che l’Oriente risulta essere pressoché assente dalle principali storie della filosofia occidentali. Tuttavia, in base alla definizione di filosofia fornita dall’autore, l’antico pensiero cinese risulta possedere, nei contenuti e talvolta anche nei metodi, caratteristiche tali da non poter essere considerato pregiudizialmente assente dal quadro filosofico. Non si tratta, comunque, di un manuale di storia della filosofia cinese, ma di una interpretazione umanistica dei principali contenuti costitutivi dell’antico pensiero cinese.

L’umanesimo della antica filosofia indiana (2009) costituisce il secondo volume di una trilogia sull’umanesimo dell’antico pensiero orientale. Il libro parte dalla constatazione che l’Oriente risulta essere pressoché assente dalle principali storie della filosofia occidentali. Tuttavia, in base alla definizione di filosofia fornita dall’autore, l’antico pensiero indiano risulta possedere, nei contenuti e talvolta anche nei metodi, caratteristiche tali da non poter essere considerato pregiudizialmente assente dal quadro filosofico. Non si tratta, comunque, di un manuale di storia della filosofia indiana, ma di una interpretazione umanistica dei principali contenuti costitutivi dell’antico pensiero indiano.

L’umanesimo della antica filosofia islamica (2009) costituisce il terzo volume di una trilogia sull’umanesimo dell’antico pensiero orientale. Il libro parte dalla constatazione che l’Oriente risulta essere pressoché assente dalle principali storie della filosofia occidentali. Tuttavia, in base alla definizione di filosofia fornita dall’autore, l’antico pensiero islamico risulta possedere, nei contenuti e talvolta anche nei metodi, caratteristiche tali da non poter essere considerato pregiudizialmente assente dal quadro filosofico. Non si tratta, comunque, di un manuale di storia della filosofia islamica, ma di una interpretazione umanistica dei principali contenuti costitutivi dell’antico pensiero islamico.

A partire dai filosofi antichi (2010), con introduzione di Carmelo Vigna, è un libro-dialogo composto con uno dei maggiori filosofi italiani, Enrico Berti. In questo testo viene ripercorsa l’intera storia della filosofia, apportando interpretazioni originali non soltanto – anche se soprattutto – dei principali filosofi antichi, ma anche di quelli moderni e contemporanei. Non mancano inoltre considerazioni su temi di attualità, nonché su temi di interesse generale, quali l’educazione, la scuola e la politica. Scrive Vigna, nella introduzione, che «questo testo è tra le cose più interessanti che si possano leggere oggi nel panorama della filosofia italiana».

L’umanesimo di Plotino (2010) è un libro in cui l’autore colma una distanza temporale fra il periodo classico ed il periodo ellenistico della Roma imperiale. Il testo si divide in due parti. Nella prima, in ossequio alla tesi per cui ogni pensiero filosofico deve essere inserito all’interno del proprio contesto storico-sociale (anche in quanto è all’interno del medesimo che esso spesso “deduce” le proprie categorie), l’autore realizza una analisi del modo di produzione sociale greco e di quello romano, per tracciare alcune differenze importanti fra l’epoca classica e l’epoca ellenistica. Nella seconda parte, che è la più ampia, è invece analizzato, in base alle dieci tematiche ritenute centrali, il pensiero di Plotino.

Perché non possiamo non dirci Greci (2010) è un libro in cui l’autore sintetizza, in termini divulgativi, le proprie posizioni generali sui Greci. Il testo prende spunto dalla rilettura, in controluce, del classico di Benedetto Croce intitolato Perché non possiamo non dirci cristiani, per mostrare non solo come le radici greche siano almeno altrettanto importanti di quelle cristiane per la cultura europea, ma soprattutto che una loro ripresa sarebbe fortemente auspicabile. Il testo è completato da una ampia appendice inedita che costituisce una analisi critica del pensiero ellenistico (in rapporto a quello classico) incentrata sulle opere di Epicuro e di Luciano di Samosata.

La filosofia della storia nella Grecia classica (2010) è il testo ermeneutico forse più originale di Grecchi. Alla cultura greca si attribuisce infatti, solitamente, la nascita dei tronchi di pressoché tutte le discipline filosofiche e scientifiche tuttora studiate nella modernità (con varie ramificazioni). Tradizionalmente, tuttavia, la filosofia della storia è ritenuta essere disciplina moderna, senza precedenti antichi. Analizzando l’opera di storici, letterati e filosofi dell’epoca preclassica e classica, l’autore mostra invece le radici antiche anche di questo campo di studi, contribuendo ad un chiarimento teoretico della disciplina stessa.

Sulla verità e sul bene (2011), con introduzione di Enrico Berti e postfazione di Costanzo Preve, è un libro-dialogo con uno dei maggiori filosofi italiani, Carmelo Vigna. In questo testo viene ripercorsa l’intera storia della filosofia, insieme agli importanti temi teoretici ed etici che danno il titolo al volume. Scrive Berti, nella introduzione, che si tratta di «una serie di discussioni oltremodo interessanti tra due filosofi che sono divisi da due diverse, anzi opposte, concezioni della metafisica, ma sono accomunati dalla considerazione per la filosofia classica e soprattutto da un grande amore per la filosofia in sé stessa».

Gli stranieri nella Grecia classica (2011) è un libro in cui l’autore, prendendo distanza dalle interpretazioni tradizionali che caratterizzano gli antichi Greci come vicini alla xenofobia, mostra che, sin dall’epoca omerica, essi furono invece aperti all’ospitalità verso gli stranieri. Preceduto da una analisi anti-ideologica delle categorie di “razza”, “etnia”, “multiculturalismo” ed altre, Grecchi rimarca come sia stato centrale, nel pensiero greco classico, il concetto di “natura umana”, il quale possiede basi teoretiche salde ed una costante presenza nella riflessione greca, che l’autore appunto caratterizza come “umanistica”.

Diritto e proprietà nella Grecia classica (2011) è un libro in cui l’autore prende in carico i temi poco indagati del diritto e della proprietà nella antica Grecia. Si tratta di temi molto importanti per comprendere il contesto storico-sociale in cui nacque la cultura greca, e che pertanto non possono essere ignorati da chi studia la filosofia di questo periodo. Il testo sviluppa inoltre un confronto con il diritto romano – che si rivela assai meno comunitario di quello greco – e con il nostro tempo, per mostrare come la cultura greca possieda, anche sul piano giuridico, contenuti che sarebbero tuttora importanti da applicare.

L’umanesimo di Omero (2012) è un libro in cui l’autore effettua una analisi teoretica ed etica del pensiero omerico, inserendo l’antico poeta nel novero del pensiero filosofico, rompendo il tradizionale isolamento nel campo letterario che da secoli caratterizza questo autore. Grecchi insiste in particolare sul carattere di educazione filosofica dei poemi omerici, mostrando come essi abbozzino temi ontologici e soprattutto assiologici poi elaborati dalla intera riflessione classica. Il testo si distingue per il continuo aggancio dei miti omerici alla contemporaneità.

L’umanesimo politico dei “Presocratici” (2012) è un libro in cui l’autore, centralizzando il carattere politico-sociale del loro pensiero, prende distanza dalle interpretazioni tradizionali che caratterizzano questi pensatori come “naturalisti”, e che li separano sia dalla poesia e dal teatro precedenti, sia dalla filosofia e dalla scienza successive. L’autore, facendo riferimento agli studi di Mondolfo, Capizzi, Bontempelli e soprattutto Preve, mostra il nesso di continuità del pensiero presocratico con l’intero pensiero greco classico. Risultano centrali, in questa trattazione, le figure di Solone e Clistene, oltre a quelle più consuete di Eraclito, Parmenide e Pitagora.

Il presente della filosofia nel mondo (2012), con postfazione di Giacomo Pezzano, è un libro in cui vengono analizzati testi di alcuni fra i maggiori filosofi contemporanei non italiani (fra gli altri Bauman, Habermas, Hobsbawm, Latouche, Nussbaum, Onfray, Zizek). Nella introduzione si rileva, come caratteristica principale della filosofia del nostro tempo, la presenza in solidarietà antitetico-polare di una corrente scientifico-razionalistica ed, al contempo, di una corrente aurorale-simbolica. Esse occupano il centro della scena escludendo dal “campo di gioco” la filosofia onto-assiologica di matrice classica, presente oramai solo in un numero limitato di studiosi.

Il pensiero filosofico di Enrico Berti (2013), con presentazione di Carmelo Vigna e postfazione di Enrico Berti, è un testo monografico introduttivo sul pensiero di questo importante filosofo contemporaneo, uno dei maggiori studiosi mondiali del pensiero di Aristotele. Rapportandosi a tematiche quali l’interpretazione degli antichi, la storia della filosofia, l’educazione, l’etica, la politica, la metafisica, la religione, Grecchi non si limita a descrivere il pensiero dell’autore considerato ma, come è nel suo approccio, valuta; in maniera solitamente concorde, eppure talvolta anche critica, in particolare nella opposizione fra metafisica classica e metafisica umanistica.

Il necessario fondamento umanistico del “comunismo” (2013) è un libro scritto a quattro mani con Carmine Fiorillo, in cui gli autori mostrano come la diffusa critica (marxista e non) al modo di produzione capitalistico, priva di una fondata progettualità, risulti sterile ed inefficace. Assumendo come base principalmente il pensiero greco classico (ma anche le componenti umanistiche di altri orizzonti culturali), gli autori mostrano che solo mediante una solida fondazione filosofica è possibile favorire la progettualità di un ideale modo di produzione sociale in cui vivere, che gli autori appunto definiscono – ma differenziandosi fortemente dalla tradizione marxista – “comunismo”.

Perché, nelle aule universitarie di filosofia, non si fa (quasi) più filosofia (2013) è un pamphlet in cui si mostra che le attuali modalità accademiche di insegnamento della filosofia, incentrate sullo specialismo, non ripropongono più il modello greco classico della filosofia come ricerca fondata ed argomentata della verità onto-assiologica dell’intero, che Grecchi assume invece ancora come centrale. L’autore mostra come la causa principale di questa situazione sia attribuibile ai processi socio-culturali del modo di produzione capitalistico.

La musa metafisica. Lettere su filosofia e università (2013), con Giovanni Stelli, costituisce uno scambio epistolare nato dal commento di Stelli al pamphlet Perché, nelle aule universitarie di filosofia, non si fa (quasi) più filosofia. A partire da questo tema lo scambio ha assunto una rilevanza ed una ampiezza tale, estendendosi a contenuti storici, culturali e politici, da renderne di qualche utilità la pubblicazione. In esso Grecchi anticipa alcuni temi portanti del suo testo che sarà intitolato Metafisica umanistica. La struttura sistematica della verità dell’essere, cui sta lavorando dal 2003.

Discorsi di filosofia antica (2014) è un libro che raccoglie i testi del corso di lezioni sull’uomo nella cultura greca, da Omero all’ellenismo, tenuto dall’autore alla università degli studi di Milano Bicocca nel 2013. Esso accoglie inoltre i testi di alcune conferenze sul pensiero antico svolte dall’autore nel 2013 e 2014, ed in particolare, in appendice, un saggio inedito sulla alienazione nella antica Grecia. Quest’ultimo è un tema poco indagato in quanto mancano, alla mentalità filologica – poco teoretica – tipica del mondo accademico di oggi, i necessari riferimenti testuali (i Greci non avevano nemmeno la parola “alienazione”); questo saggio tuttavia può aprire un filone di ricerca su una tematica tuttora inesplorata.

Omero tra padre e figlia (2014) è un libro-dialogo con Benedetta Grecchi, figlia di 6 anni dell’autore, sulle vicende di Odisseo narrate appunto nella Odissea di Omero. Il testo costituisce – come recita il sottotitolo – una “piccola introduzione alla filosofia”, passando attraverso i contenuti educativi dell’opera omerica già delineati dall’autore nel libro L’umanesimo di Omero. Questo dialogo tra padre e figlia mostra come la filosofia possa passare anche ai bambini evitando, da un lato, di essere ridotta a “gioco logico”, e dal lato opposto di essere presentata come “chiacchiera inconcludente”.

Discorsi sul bene (2015) è un libro che raccoglie i testi del corso di lezioni sul Bene tenuto dall’autore alla università degli studi di Milano Bicocca nel 2014. In appendice sono aggiunte una intervista filosofica e due relazioni su temi etico-politici. Il testo si rivela importante in quanto, all’interno di un approccio aristotelico – in cui in sostanza il Bene è il fine verso cui ogni ente, per natura, tende –, Grecchi indica nel rispetto e nella cura dell’uomo (e del cosmo: gli elementi portanti del suo Umanesimo) i contenuti fondamentali del Bene.

Discorsi sulla morte (2015) è un libro che raccoglie i testi del corso di lezioni tenuto dall’autore alla università degli studi di Milano Bicocca nel 2015. L’autore, delineando le principali concezioni della morte presenti nella storia della filosofia, con particolare riferimento agli antichi Greci ed a Giacomo Leopardi, mostra come la rimozione di questo tema costituisca una delle principali concause di alcune psicopatologie del nostro tempo.

L’umanesimo della cultura medievale (2016) è un libro che raccoglie i contenuti umanistici del pensiero medievale. Rispetto alle interpretazioni tradizionali, ancora caratterizzate da una descrizione del Medioevo come età oscura, questo testo mostra il carattere umanistico in particolare della Scolastica aristotelica. Rispetto ai consueti autori di riferimento, ossia Agostino e Tommaso, particolare importanza è attribuita in questo volume a due autori del XIII secolo, Sigieri di Brabante e Boezio di Dacia (solitamente poco considerati), nonché alle ripetute condanne ecclesiastico-accademiche dell’aristotelismo che ebbero il loro punto culminante nel 1277.

L’umanesimo della cultura rinascimentale (2016) è un libro che critica la tradizionale interpretazione umanistica del pensiero rinascimentale del XIV e XV secolo. Rispetto, infatti, alla vulgata comune, che ritiene centrale in questo periodo la riscoperta filologica ed ermeneutica dei testi di Platone e di altri autori antichi, Grecchi reputa centrale la filocrematistica, e dunque la rottura – operata da modalità sociali sempre più privatistiche e mercificate, cui la cultura dell’epoca si adeguò – del legame sociale comunitario proprio dell’epoca medievale. Il Rinascimento costituì dunque, a suo avviso, la prima apertura culturale verso la modernità capitalistica.

In preparazione:

Umanesimo ed antiumanesimo nella filosofia moderna (e contemporanea);

L’umanesimo greco-classico di Spinoza;

Il sistema filosofico di Aristotele;

Metafisica umanistica. La struttura sistematica della verità dell’essere.


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