Levis Mumford (1895-1990) – Gli utopisti trattano sempre la società come un tutto unico. La nostra civiltà ha poi diviso la vita in compartimenti. Sono giunto dunque a considerare il pensiero utopista come l’opposto dello spirito unilaterale, partigiano, specialistico.

Levis Mumford

Anche la più ingenua utopia possiede qualità umane
che mancano del tutto nei progetti dei super-uomini.
L. Mumford

 

Storia dell'utopia

Storia dell’utopia

Introduzione di Franco Crespi Traduzione di Roberto D’Agostino, Donzelli, 2008.


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«Ogni comunità, oltre alle istituzioni in vigore, possiede una riserva di potenzialità, che in parte sono radicate nel passato, ancora vive anche se celate, e in parte derivano da nuovi rapporti e mutamenti, che aprono la via ad ulteriori sviluppi».

 

Levis Mumford, Storia dell’utopia.


 

 

008   «Poco dopo la prima guerra mondiale, io vivevo ancora nel clima di speranza della generazione passata; ma mi rendevo conto che l’entusiasmo del grande XIX secolo era giunto alla fine. Quando ho iniziato ad esaminare storicamente le utopie, intendevo chiarire che cosa in esse fosse andato perduto e definire che cosa fosse ancora valido. Fin dal principio ero conscio di una virtù che era stata inspiegabilmente trascurata: le opere classiche degli utopisti trattavano sempre la società come un tutto unico e tenevano conto dei rapporti esistenti tra funzioni, istituzioni e fini dell’uomo. La nostra civiltà ha poi diviso la vita in compartimenti. Sono giunto dunque a considerare il pensiero utopista come l’opposto dello spirito unilaterale, partigiano, specialistico»

Anche la più ingenua utopia che sia stata mai scritta, possiede qualità umane che mancano del tutto nei progetti dei «super-uomini» di scienza e degli individui dalla cieca morale che hanno inventato l’attuale strategia russo-americana di sterminio totale. Gli utopisti, pur avendo sopravvalutato le forze degli ideali, sono chiaramente in possesso delle loro facoltà e vicini alla realtà umana, molto più dei «realisti» – scienziati e militari – che hanno trasformato l’uso delle armi assolute in un ideale di costrizione. Questi cervelli sottosviluppati sono pronti a decimare e ad annientare la razza umana piuttosto di rinnegare le arbitrarie e irrazionali premesse sulle quali hanno posato la loro corrotta e ormai fallimentare strategia. I responsabili delle attività scientifiche, tecnologiche e militari che hanno più disprezzato la funzione degli ideali, trasformano oggi in un nuovo ideale l’espansione della loro capacità di distruzione e di sterminio.

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