Svetlana Boym (1959-2015) – È in atto una epidemia globale di nostalgia. Il XX secolo iniziò con un’utopia – gettata via negli anni Sessanta – e finì con una nostalgia, rifiuto della responsabilità individuale e collettiva per il futuro.
«[…] è in atto una epidemia globale di nostalgia».
«Nostalgia (da nostos – ritorno a casa, e algia – desiderio [e dolore]) è il desiderio per una casa che non esiste più o non è mai esistita. La nostalgia è un sentimento di perdita e di spaesamento, ma è anche una relazione d’amore con la propria fantasia».
«Il ventesimo secolo iniziò con un’utopia futuristica e finì con una nostalgia. La fiducia ottimistica nel futuro fu gettata via come un’astronave fuori moda a un certo punto negli anni Sessanta.
La nostalgia stessa ha una dimensione utopica, solo che non è più diretta verso il futuro. A volte la nostalgia non è nemmeno diretta verso il passato, bensì piuttosto verso una strada laterale» .
«L’utopia prova a identificare i particolari di un quadro generale esposto in piena luce; la nostalgia vive di un
riverbero soffuso. A prima vista, la nostalgia è il desiderio di un luogo, ma in realtà è uno struggimento per un tempo diverso – il tempo della nostra infanzia».
Questa regressione infantile, come sentimento sociale, corrisponde a un rifiuto della storia e quindi della responsabilità individuale e collettiva per il futuro.
Svetlana Boym, The Future of Nostalgia, Basic Books, New York 2001 (Kindle Edition): cfr. la Introduction.