Italo Calvino (1923-1985) – L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà: se ce n’è uno è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiano stando insieme.

Calvino Italo

Le citta invisibili

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«L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà:
se ce n’è uno è quello che è già qui,
l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiano stando insieme.

Due modi ci sono per non soffrirne.

Il primo riesce facile a molti:
accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.

Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui:
cercare e saper riconoscere che e che cosa,
in mezzo all’inferno,
non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».

Italo Calvino, Le città invisibili, Einaudi, 1972.

 

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Aleksandr Ivanovič Herzen (1812-1870) – Oggi quel che importa è la merce, l’affare, la roba, l’essenziale è la proprietà.

Herzen

«[…] quel che importa è la merce, l’affare, la roba, l’essenziale è la proprietà» (p. 786)

Chi aspira soltanto a «vendere la merce mettendola in vetrina» e a «comprare a metà prezzo», finisce per «spacciare sciocchezze per cose serie» (pp. 788-789)

Dove la vita è soltanto una «continua lotta per il denaro», «de facto l’uomo viene trasformato in un accessorio della proprietà. La vita si riduce a un gioco di borsa, tutto si trasforma in botteghe di cambiavalute e in mercanti: le redazioni delle riviste, i comizi elettorali, le camere» (p. 788).

 

Aleksandr Ivanovič Herzen, Il passato e i pensieri, Torino, Einaudi, 1996, Vol. I.

 

 

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Jorge Luis Borges (1899-1966) – Ogni persona che passa nella nostra vita è unica

Borges

Ogni persona che passa nella nostra vita è unica.
Sempre lascia un pò di se e si porta via un pò di noi.
Ci sarà chi si è portato via molto,
ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla.
Questa è la più grande responsabilità della nostra vita
e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso.
Jorge Luis Borges

 

JORGE LUIS BORGES

Biblioteca di

 

The Library of Babel

The Library of Babel

 

La biblioterca di Babele

La biblioterca di Babele

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Gotthold Ephraim Lessing (1729-1781) – Il valore dell’uomo non sta nella verità che qualcuno possiede, ma nella sincera fatica compiuta per raggiungerla. Il possesso rende quieti, indolenti, superbi.

«Il valore dell’uomo non sta nella verità che qualcuno possiede o presume di possedere, ma nella sincera fatica compiuta per raggiungerla. Perché le forze che sole aumentano la perfettibilità umana non sono accresciute dal possesso, ma dalla ricerca della verità.

Il possesso rende quieti, indolenti, superbi.

Se Dio tenesse chiusa nella mano destra tutta la verità e nella sinistra il solo desiderio sempre vivo della verità e mi dicesse: scegli! Sia pure a rischio di sbagliare per sempre e in eterno mi chinerei con umiltà sulla sua mano sinistra e direi: Padre, dammela! La verità assoluta è per te soltanto».

 

Gotthold Ephraim Lessing, Eine Duplik (1778), in Werke, hrsg. Herbert G. Göpfert, Munich, Hanser, 1979, t. 8, pp. 32-33.

 

Mendelssohn-Lessing_Kupferstich

Johann Kaspar Lavater (right) trying to convert Moses Mendelssohn to Christianity
as Gotthold Ephraim Lessing looks on.

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Cardinale Bessarione (1403-1472) – I libri vivono, discorrono, parlano con noi, ci insegnano, ci ammaestrano, ci consolano: se non ci fossero si cancellerebbe anche la memoria degli uomini.

bessarione

Il cardinale Bessarione, in una lettera del 31 maggio del 1468 indirizzata al doge Cristoforo Moro – con cui il cardinale accompagnava il lascito della sua importante biblioteca (482 volumi greci e 264 latini) alla città di Venezia – scriveva:

«I libri sono pieni delle parole dei saggi, degli esempi degli antichi, dei costumi, delle leggi, della religione. Vivono, discorrono, parlano con noi, ci insegnano, ci ammaestrano, ci consolano, ci fanno presenti ponendole sotto gli occhi cose remotissime dalla nostra memoria. Tanto grande è la loro dignità, la loro maestà e infine la loro santità, che se non ci fossero i libri, noi saremmo tutti rozzi e ignoranti, senza alcun ricordo del passato, senza alcun esempio; non avremmo alcuna conoscenza delle cose umane e divine; la stessa urna che accoglie i corpi, cancellerebbe anche la memoria degli uomini».

 

 

Bessarione nella serie degli uomini illustri dello Studiolo di Federico da Montefeltro. Il quadro è ospitato presso il Museo del Louvre.

Bessarione nella serie degli uomini illustri dello Studiolo di Federico da Montefeltro.
Il quadro è ospitato presso il Museo del Louvre.

 

Cardinale Bessarione, Lettera del 31-5-1468, citata in Eugenio Garin, La cultura del Rinascimento, Milano, Il Saggiatore, 1988, p. 41.

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Tito Perlini (1931-2013) – «ATTRAVERSO IL NICHILISMO Saggi di teoria critica, estetica e critica letteraria», Aragno editore, 2015

Perlini Tito

 

Perlinlibro

Tito Perlini

ATTRAVERSO IL NICHILISMO

Saggi di teoria critica, estetica e critica letteraria

a cura di Enrico Cerasi; prefazione di Claudio Magris

Aragno editore, 2015

 

Attraverso il nichilismo raccoglie, per la prima volta, un’ampia silloge di saggi di Tito Perlini, indubbiamente una delle voci notevoli della cultura italiana contemporanea. Il volume ruota attorno al tema del nichilismo, ovvero alla drammatica crisi di senso dell’attuale società tardo-capitalistica, osservata da diverse, molteplici prospettive. Esaminando il pensiero dei più significativi filosofi degli ultimi due secoli – da Hegel ad Adorno, da Lukács a Del Noce (senza trascurare svariate opere letterarie e artistiche, come quelle di Goethe e di Thomas Mann, di Mahler e di Schönberg, di Baudelaire, di Proust e di Kafka) –, Perlini, con implacabile lucidità, punta il dito sulla terribile devastazione di ogni valore che ormai da almeno un secolo stiamo attraversando. Al tempo stesso e proprio grazie a tale consapevolezza, senza dogmatismi Perlini indirizza il nostro sguardo verso ciò che ancora resiste e che, sia pure in modo negativo, vale a dire mai positivamente rappresentabile, potrebbe tuttavia costituire una prospettiva di liberazione dal nichilismo moderno. Ciò richiede di non adagiarsi in facili prospettive, relativistiche o post-moderne, in ogni caso incapaci di uscire dalla crisi del presente, ma di riproporre con forza la necessità della ragione quale utopico anelito alla verità, dialetticamente intesa. Il volume è accompagnato da un ampio saggio di Enrico Cerasi che, con riferimento all’intera opera di Perlini, ne restituisce interamente la prospettiva filosofica, forse non ancora adeguatamente compresa dalla comunità intellettuale italiana.

Tito Perlini (Trieste 1931-2013) è stato, al tempo stesso, filosofo rigoroso ed eclettico critico della società tardo-capitalistica, appassionato e lucido studioso di estetica, di storia dell’arte e di letteratura come di psicoanalisi e di sociologia. Prima di ottenere la cattedra di estetica all’Università di Venezia, ha vissuto prevalentemente a Milano (sua città elettiva) dove ha lavorato nell’industria e nella scuola superiore, pubblicando importanti monografie su Kierkegaard, Marx, Lenin, Lukács, Gramsci, Marcuse e Adorno, oltre a svariati saggi tendenti, da diverse ma convergenti angolazioni, ad una vasta ricognizione della produzione artistica, filosofica e letteraria degli ultimi secoli.

Enrico Cerasi è docente a contratto di filosofia della religione presso l’Università Vita e Salute – San Raffaele di Milano. Ha pubblicato monografie sul nichilismo di Pirandello (Quasi niente una pietra. Per una nuova interpretazione della filosofia pirandelliana, Padova 1999), su Karl Barth (Il paradosso della grazia. La teo-antropologia di Karl Barth, Roma, 2006), sulla questione del mito e della demitizzazione (Il mito nel cristianesimo. Per una fondazione metaforica della teologia, Roma, 2011) e sul ruolo della metafora nel linguaggio religioso (Dire quasi la verità. Per una filosofia del linguaggio religioso, Roma, 2014). Con Stefania Salvadori ha curato gli Scritti teologici e politici di Erasmo da Rotterdam (Milano, 2011).

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Tito Perlini, vita da filosofo fino al termine del disincanto

Tito Perlini in memoriam

 

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