Werner Jaeger (1888-1961) – L’arte ha in sé una illimitata capacità di comunicazione spirituale, perché possiede ad un tempo quella universalità e quell’evidenza vitale immediata che sono le due condizioni più importanti dell’efficacia educativa. La poesia si trova così sempre in vantaggio, rispetto ad ogni ammaestramento meramente razionale e a tutte le verità di ragione universali. La poesia è più filosofica della vita reale, ma è anche più piena di vita che la conoscenza filosofica, mercé la sua concentrata realtà spirituale.

Paideia

«Ma ciò che resta, è dono dei poeti».
Friedrich Hölderlin
 

 

«Educativa in senso proprio non può essere se non una poesia le cui radici si addentrino negli strati profondi dell’essere umano, nella quale viva un ethos, uno slancio superiore dell’animo, un’immagine dell’umano che accomuni e vincoli gli uomini.
Ma appunto della poesia elevata dei Greci va detto che essa non ci dà soltanto un qualsiasi
frammento della realtà, bensì sceglie e contempla quella porzione dell’esistenza, ch’essa presenta, in relazione a un determinato ideale.
D’altra parte anche i valori supremi non divengono per gli uomini, per lo più, impressioni di valore permanente e d’efficacia suggestiva se non in quanto eternati dall’arte. L’arte ha in sé una illimitata capacità di comunicazione spirituale, di psicagogìa, come dicevano i Greci.
L’arte sola possiede ad un tempo quella universalità e quell’evidenza vitale immediata che sono le due condizioni più importanti dell’efficacia educativa. Mercé l’accoppiamento di queste due sorta d’efficacia spirituale essa supera tanto la vita reale quanto la rflessione filosofica.
La vita possiede l’evidenza sensibile, ma le sue esperienze mancano d’universalità, sono troppo commiste d’accidentale perché la vivacità delle impressioni ricevute possa sempre conseguire il grado estremo di profondità.
La filosofia e la riflessione, d’altra parte, si elevano bensì all’universalità e penetrano sino all’essenza delle cose, ma hanno efficacia soltanto su chi, mercé l’esperienza propria, può dare alle loro idee l’intensità interiore della vita vissuta.
La poesia si trova così sempre in vantaggio, rispetto ad ogni ammaestramento meramente razionale e a tutte le verità di ragione universali, ma anche rispetto alla mera esperienza accidentale del singolo.
La poesia è più filosofica della vita reale (se è lecito parafrasare un noto detto d’Aristotele), ma è anche più piena di vita che la conoscenza filosofica, mercé la sua concentrata realtà spirituale».

Werner Jaeger, Paideia. La formazione dell’uomo greco, Vol. I, La Nuova Italia, 1977, pp. 88-89.


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