Jean Pierre Vernant (1914-2007) – Ecco la ragione Che indirizza verso l’antichità classica lo storico dell’uomo interiore.

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Si tratti di fatti religiosi (miti, riti, rappresentazioni figurate) o si tratti di filosofia, di scienza, d’arte, d’istituzioni sociali, di fatti tecnici o economici, sempre li consideriamo in quanto opere create da uomini, in quanto espressione di un’attività mentale organizzata. […] C’è infine un’altra ragione che indirizza verso l’antichità classica lo storico dell’uomo interiore. Nel corso di alcuni secoli la Grecia ha conosciuto, nella sua vita sociale e nella sua vita spirituale, delle trasformazioni decisive: nascita della città e del diritto; sorgere presso i primi filosofi di un pensiero di tipo razionale e progressiva organizzazione del sapere in un insieme di discipline positive differenziate (ontologia, matematica, logica, scienza della natura, medicina, morale, politica); creazione di forme d’arte nuove, di nuovi modi di espressione rispondenti al bisogno di oggettivare aspetti fino allora ignorati dall’esperienza umana (poesia lirica e teatro tragico nelle arti della parola, scultura e pittura concepite come artifici imitativi nelle arti plastiche)».

Jean Pierre Vernant, Mito e pensiero presso i Greci, Torino 1970, pp. 3, 4.



Italo Calvino (1923-1985) – Questo è il significato vero della lotta: Una spinta di riscatto umano da tutte le nostre umiliazioni. Questo il nostro lavoro politico: utilizzare anche la nostra miseria umana per la nostra redenzione, così come i fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l’uomo contro l’uomo.

Italo Calvino_Nidi di ragno

«C’è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall’altra.
Da noi, niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo … tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un’umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi.
L’altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell’odio […].
Questo è il significato della lotta, il significato vero, totale, al di là dei vari significati ufficiali.
Una spinta di riscatto umano, elementare, anonimo, da tutte le nostre umiliazioni: per l’operaio dal suo sfruttamento, per il contadino dalla sua ignoranza, per il piccolo borghese dalle sue inibizioni, per il paria dalla sua corruzione.
Io credo che il nostro lavoro politico sia questo, utilizzare anche la nostra miseria umana, utilizzarla contro se stessa, per la nostra redenzione, così come i fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l’uomo contro l’uomo».


Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, Einaudi, Torino 1964 [la prima edizione è del 1947].


Italo Calvino (1923-1985) – L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà: se ce n’è uno è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiano stando insieme.
Italo Calvino (1923-1985) – La conoscenza del prossimo ha questo di speciale: passa necessariamente attraverso la conoscenza di se stesso.
Italo Calvino (1923-1985) – Cavalcanti si libera d’un salto “sì come colui che leggerissimo era”. L’agile salto improvviso del poeta-filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostra che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti credono essere la vitalità dei tempi appartiene al regno della morte.
Italo Calvino (1923-1985) – Leggere significa affrontare qualcosa che sta proprio cominciando a esistere.
Italo Calvino (1923-1985) – … il massimo del tempo della mia vita l’ho dedicato ai libri degli altri, non ai miei. E ne sono contento …