Vladimir Jankélévitch (1903-1985) – Il «pensiero» del niente è un niente di pensiero, perché il nulla dell’oggetto annichila il soggetto: non si pensa un niente, non più di quanto si veda un’assenza, cosÌ che pensare il niente è non pensare a niente, dunque è non pensare.
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Il «pensiero» del niente è un niente di pensiero,
perché il nulla dell’oggetto annichila il soggetto:
non si pensa un niente, non più di quanto si veda un’assenza,
cosÌ che pensare il niente
è non pensare a niente,
dunque è non pensare.
Vladimir Jankélévitch, La morte, trad. iL di V. Zini, a cura di E. Lisciani Perrini, Einaudi, Torino 2009, p. 39.
![M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.](http://blog.petiteplaisance.it/wp-content/uploads/2019/12/M.-Ludovico-Dolce-Dialogo-nel-quale-si-ragiona-del-modo-di-accrescere-e-conservar-memoria-Venezia-1562.-12.gif)