Aristotele (384-322 a.C.) – Se uno possiede la teoria senza l’esperienza e conosce l’universale ma non conosce il particolare che vi è contenuto, più volte sbaglierà la cura, perché ciò cui è diretta la cura è, appunto, l’individuo particolare.
«L’esperienza [empeiria] è conoscenza [gnosis] dei particolari [ton kath hekaston], mentre l’arte [techne] è conoscenza degli universali [ton katholou]; ora, tutte le azioni e le produzioni riguardano il particolare: infatti il medico non guarisce [hyghiazei] l’uomo se non per accidente, ma guarisce Callia o Socrate o qualche altro individuo che porta un nome come questi, al quale, appunto accade di essere uomo. Dunque, se uno possiede la teoria senza l’esperienza e conosce l’universale ma non conosce il particolare che vi è contenuto, più volte sbaglierà la cura, perché ciò cui è diretta la cura è, appunto, l’individuo particolare».
Aristotele, Melafisica, I, 1, 981 a 15·24, a cura di G. Reale, Bompiani, Milano 2004, p. 34.
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«È evidente infatti che il medico non prende in esame la salute in assoluto, ma quella dell’uomo, e ancora di più, forse, quella di quest’uomo qui, infatti cura [iatreuei] i singoli individui [kath hekaston]».
Aristotele, Etica Nicomachea, I, 1097 a 11-13, a cura di C. Natali, Laterza, Roma-Bari 2003, p. 17).
Aristotele – Questa è la vita secondo intelletto: vivere secondo la parte più nobile che è in noi
Aristotele (384-322 a.C.) – La «crematistica»: la polis e la logica del profitto. Il commercio è un’arte più scaltrita per realizzare un profitto maggiore. Il denaro è l’oggetto del commercio e della crematistica. Ma il denaro è una mera convenzione, priva di valore naturale.
Aristotele (384-322 a.C.) – La mano di Aristotele: più intelligente dev’essere colui che sa opportunamente servirsi del maggior numero di strumenti; la mano costituisce non uno ma più strumenti, è uno strumento preposto ad altri strumenti.
Aristotele (384-322 a.C.) – Da ciascun seme non si forma a caso una creatura qualunque. La nascita viene dal seme.
Aristotele (384-322 a.C.) – In tutte le cose naturali si trova qualcosa di meraviglioso.
Aristotele (384-322 a.C.) – Se l’intelletto costituisce qualcosa di divino rispetto all’essere umano, anche la vita secondo l’intelletto sarà divina rispetto alla vita umana. Per quanto è possibile, ci si deve immortalare e fare di tutto per vivere secondo la parte migliore che è in noi
Paul Ricoeur (1913-2005) – Il carattere singolare della situazione di cura è un principio fandamentale. La diversità delle persone umane fa sì che non sia la specie a essere curata, ma ogni volta un essere unico del genere umano
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