Luciano Fabro (1936-2007) – Lo sguardo intelligente, acuto, misura ogni punto con rispettosa cura, […] perché sa che, nel processo del suo lavoro, tutto ciò che gli sfugge renderà fragile il suo modo di procedere. Dunque chi pensa al come fare, prima deve guardare, e deve imparare a guardare.
«Il primo momento di azione è lo sguardo.[…] Lo sguardo del come fare è uno sguardo preciso: su qualsiasi cosa si posi, è come se quella cosa fosse definitiva, quindi la penetra; non è uno sguardo eccitato, ma quasi solido: dovunque si punti, sia esso un oggetto banale o prezioso, questo sguardo lo tratta con la medesima cura, […] sta già compiendo un’operazione attiva sulle cose […] sta attento a non farsi sfuggire nulla. Naturalmente ci sono pause nel come fare: i momenti di riflessione, i momenti di attesa e di pazienza, però lo sguardo è sempre attento […]. È quello che noi consideriamo lo sguardo intelligente, acuto, perché misura ogni punto con rispettosa cura, […] perché sa che, nel processo del suo lavoro, tutto ciò che gli sfugge renderà fragile il suo modo di procedere. Dunque chi pensa al come fare, prima deve guardare, e deve imparare a guardare».
Luciano Fabro, Arte torna arte. Lezioni e conferenze 1981-1997, Einaudi, 1999, p. 4.
Luciano Fabro 1983 – Accademia di Brera
Luciano Fabro – Alfabeta2
GALLERIA DELL’ACCADEMIA – INCONTRO CON LUCIANO FABRO
Luciano Fabro – Araba Fenice
Luciano Fabro. Palacio de Velazquez. Museo Nacional Reina Sofía (2014-2015)
Luciano Fabro: L’arte nasce dal reale
Luciano Fabro: L’arte fuori dal tempio
Luciano Fabro: Gli spazi ‘semplificati’ dell’arte
Luciano Fabro: Forme per il David
Luciano Fabro. Disegno In-Opera
Luciano Fabro. Entrevista con João Fernandes
Luciano Fabro – Italia all’asta
Luciano Fabro: 100 Disegni (26. Januar – 14. April 2013)
Silvia Fabro, Direttrice Archivio Luciano e Carla Fabro, Milano
Luciano Fabro (1936-2007) est l’un des protagonistes majeurs de l’Arte povera, qui regroupe, à la fin des années 1960, un cercle de créateurs italiens parmi les plus novateurs de l’époque. Si l’artiste participe à l’ensemble des manifestations du groupe, il n’en mène pas moins une démarche personnelle, singulière, souvent déroutante. Il a ainsi incarné l’autonomie à sa manière tout au long de son parcours d’artiste et d’enseignant. Il a su maintenir une approche critique et une attitude analytique l’amenant à questionner l’autonomie de l’artiste, de l’oeuvre et de leur rapport à la cité. Par une importante production de textes théoriques, il a défendu l’idée que le domaine spécifique de l’art est ce lieu où la liberté est un dilettantisme engagé et l’œuvre le résultat d’une position d’auteur. A la lumière précise de son oeuvre et de son travail théorique, critiques, historiens de l’art, artistes et commissaires sont réunis ici pour réfléchir ensemble à la question de l’autonomie et à la portée de l’oeuvre de Luciano Fabro aujourd’hui. Existe-t-il une histoire, ou encore une forme de l’autonomie ? Edité par l’Ecole nationale des beaux-arts de Lyon.
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