Federico García Lorca (1898-1936) – Il “duende” brucia il sangue, estenua, rompe gli stili, ama il bordo, la ferita, e si avvicina ai luoghi dove le forme si fondono in un anelito superiore alle loro espressioni visibili.

Federico Garcia Lorca _Duende
Gioco e teoria del duende

Gioco e teoria del duende

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Logo-Adobe-Acrobat-300x293  Federico García Lorca, Teoria e gioco del duende

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Per cercare il duende non c’è mappa né esercizio. Si sa
solo che brucia il sangue come un tropico di vetri, che
estenua, che respinge tutta la dolce geometria appresa,
che rompe gli stili, che si appoggia sul dolore umano
inconsolabile […]
Concordo con Goethe che, parlando di Paganini, ci fornisce
la definizione del duende: «Potere misterioso che tutti sentono e che nessun filosofo spiega».

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F. G. Lorca, Autoritratto a New York.
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Federico García Lorca, Gioco e teoria del duende , Adelphi, Milano, 2007, p. 16. Il testo di riferimento è stato tratto da Federico García Lorca, Prosa in Obras completas, a cura di Miguel García – Posada, Galaxia Gutenberg/Círculo de Lectores, Barcelona, 1997, vol II, pp. 150-162, a sua volta debitore, per questa conferenza, all’edizione critica Federico García Lorca, Conferencias, a cura di Christopher Mauer, Alianza, Madrid, 1984, vol. II, pp. 89-109.
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Edizione postuma (1940) di Poeta en Nueva York.
Si noti il nome di Antonio Machado sul frontespizio.

 


Gioco e teoria del duende01

Gioco e teoria del duende


Il duende non è abilità. Non è ostentazione. Non può essere appreso con lo studio e l’applicazione. Ma è potenza creatrice pura, la cui forza non si esaurisce in un’azione razionale o performativa. Non è tecnica. «Il duende» dice García Lorca «è un potere e non un agire, è un lottare e non un pensare». Il duende è ascolto e ricerca, con mani tese e unghie affilate, delle presenze oscure della psiche. Forze che attraggono l’artista, come fossero magneti.
Luisella Ferrario
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  L’ANIMA MITICA DEL DUENDE IN FEDERICO GARCÍA LORCA

 

 


Federico García Lorca (1898-1936) – «Libri, Libri!»: Chi non è percorso da un minimo anelito di sapere non conosce amore, né conosce una scintilla di pensiero, e neppure una fede o una minima ansia di liberazione, prerogative imprenscindibili per tutti gli uomini degni di tale nome
Federico García Lorca (1898-1936) – Parole sul teatro: Il teatro è uno degli strumenti più espressivi e più utili per la formazione di un paese, ed è il barometro che ne segna la grandezza o la decadenza.
Federico García Lorca (1898-1936) – Poeta a New York: «La luce è sepolta da catene e rumori in sfida impudica di scienza senza radici: qui non esiste domani né speranza possibile. Le monete a sciami furiosi penetrano e divorano bambini addormentati: sanno che vanno nel fango di numeri e leggi, nei giochi senz’arte, in sudori senza frutto».
Federico García Lorca (1898-1936) – La poesia è qualcosa che cammina per le strade. Il teatro è sempre stato la mia vocazione. Adesso sto lavorando a una nuova commedia. Gli uomini non riusciranno mai a immaginarsi l’allegria che esploderà il giorno della Grande Rivoluzione. Non è vero che sto parlando proprio come un socialista?


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