«Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada». Eraclito
La scuola per essere buona deve essere prima di tutto vera.
Il libro affronta la questione della scuola pietrificata di oggi che disconosce una questione di fondo: vero è ciò che è conforme al fondamento, bene è tutto ciò che del fondamento, cioè dell’uomo, si prende cura. Qualsiasi approccio a questo tema in chiave riduttivamente economicistica o aziendalistica non consente infatti minimamente di coglierne lo spessore reale. Né è possibile, sulla base di una concezione dell’umanità dell’uomo come semplice prassi empirica e funzionalismo sociale, capire realmente cosa è in giuoco nella scuola. Il tema della scuola rimanda infatti al significato dell’educazione umana, del rapporto tra le generazioni, della temporalità, della cultura. L’unione di conoscenza e virtù costituisce la struttura portante di ogni serio modello educativo, rivolto ad una concreta ricerca della verità.
Contributi di:
Eros Barone, Alberto G. Biuso, Salvatore A. Bravo, Giovanni Carosotti, Lucrezia Fava, Arianna Fermani, Carmine Fiorillo, Luca Grecchi, Silvia Gullino, Rossella Latempa, Claudio Lucchini, Romano Luperini, Fernanda Mazzoli, Alessandro Pallassini, Lucio Russo, Franco Toscani, Lorenzo Varaldo.
In copertina: Marc Chagall, L’Acrobata (The Acrobat), 1914. Per Marc Chagal l’acrobata è utopia che cerca – da una prospettiva inusuale – un nuovo equilibrio, su un filo teso sull’orlo di un mondo alla rovescia.
Carmine Fiorillo – Luca Grecchi
Dalla Nota introduttiva
Ringraziamo tutti gli studiosi che a questo numero hanno partecipato, apportando il proprio prezioso contributo di riflessione su un tema, quello educativo, sempre centrale e che, anche quando non esplicitamente affrontato, rimane sempre l‘implicito riferimento di tutte le pubblicazioni di Petite Plaisance.
Fernanda Mazzoli
La centralità delle conoscenze: una bussola per uscire dalle secche dell’aziendalismo
L’educazione ai tempi del liberismo La deconcettualizzazione dell’insegnamento La storia negata Il maestro negato Una scuola forte è possibile? Indicazioni bibliografiche sul tema
Franco Toscani
Sul senso e sul declino della nostra scuola
Scuola e panaziendalismo L’alienazione scolastica Don Lorenzo Milani e l’esperienza della “scuola di Barbiana”: una lotta per la cultura e il linguaggio, per l’eguaglianza e la dignità delle persone La testimonianza della ‘Scuola di Barbiana’ e la sua eredità odierna La scuola e la “mutazione antropologica” Maestri e allievi. Per una etica della responsabilità Friedrich Nietzsche e gli interrogativi sull’avvenire delle nostre scuole La Bildung e il destino della civiltà planetaria
Lucio Russo
Per una scuola in grado di trasmettere cultura
Per una scuola in grado di trasmettere cultura, è essenziale interrogarsi su quale cultura si voglia trasmettere e perché
Claudio Lucchini
La merce a scuola ovvero la scuola della merce
La merce a scuola ovvero la scuola della merce: riflessioni
sulle tendenze antropologico-sociali sottese alla pratica scolastica attuale
Alberto Giovanni Biuso
Per la παιδεία
Scuola e politica Conoscenze e competenze Socratismo e comportamentismo Marketing e analfabetismo Europa e παιδεία
Salvatore A. Bravo
Il freddo, implacabile strangolamento della παιδεία
L’ecolalia pedagogica Pedagogia senza fondamento La didattica breve e il neolinguaggio pedagogico L’homo oeconomicus La scuola azienda Trascendere le classi per strutturare lo sradicamento Conclusioni
Arianna Fermani
L’educazione come cura e come piena fioritura dell’essere umano Riflessioni sulla παιδεία in Aristotele
I. Osservazioni preliminari Originalità e attualità della riflessione aristotelica sull’educazione II. Primo scenario educativo: l’educazione precede l’etica II.a L’insegnabilità della virtù: limiti e caratteristiche II.b L’emotional training e l’educazione “delle” passioni II.c Ulteriori articolazioni del modello educativo III. Secondo scenario educativo: l’educazione è l’etica III.a Educazione e metodo della ricerca IV. Riflessioni conclusive
Romano Luperini
Insegnare la letteratura oggi
Ogni educazione presuppone
una utopia, la esige *** Appendice
Alessandro Pallassini
Note sugli apparati riproduttivi societari, guardando alla scuola
I. Introduzione II. Produzione e riproduzione societaria. Brevi cenni III. Mutamenti del sistema societario e mutamenti nell’educazione latamente intesa IV. Scuola-lavoro: possibili omologie V. Conclusioni (molto provvisorie) VI. Bibliografia utilizzata
Eros Barone
La crisi dei saperi socratici: una sfida per l’‘humanitas’
I. Società di mercato e saperi socratici III. Quale rapporto tra il vero e l’utile nel sapere e nella formazione? III. I “saperi che servono” fra nichilismo antisocratico e ideologia del ‘politicamente corretto’ IV. Il riscatto dei saperi socratici: utilità, eredità, identità IV. Futuro dell’‘humanitas’ e ‘humanitas’ del futuro
Giovanni Carosotti
L’«ideologia» della Buona Scuola
Una didattica autoproclamatasi “innovativa” Un apparato ideologico per formare nuovi soggetti Una dimostrazione di dissenso: dall’Appello per la Scuola pubblica alla sua contestazione Una critica delle ideologie rivolta al concetto di «competenza» La scelta impositiva Una salutare critica delle ideologie La pseudo scienza delle competenze L’azzeramento della pluralità storiografica ed ermeneutica delle discipline Una scuola di sorveglianti e sovergliati, misurati e misuratori Breve riflessione sul quantitativo
Rossella Latempa
L’ossessione valutativa
Il mito dell’oggettività L’imbracatura ortopedica della valutazione scolastica Matematizzazione dell’essere umano
Lorenzo Varaldo
La posta in gioco
È in gioco il sapere dell’umanità La nostra Dichiarazione di oggi *** Dichiarazione finale della Conferenza Nazionale del 19 maggio 2018 per l’abrogazione della legge 107
Fernanda Mazzoli
Per una seria cultura generale comune
Una proposta di Lucio Russo Recensione al libro Lucio Russo, Perché la cultura classica. La risposta di un non classicista
Lucrezia Fava
Λόγος, linguaggio, tempo
Dai seminari heideggeriani di Le Thor Recensione al libro Martin Heidegger, Seminari
Silvia Gullino
Una appassionata ricostruzione della filosofia aristotelica
Alla ricerca del luogo in cui la sapienza teoretica si radica nell’umano Recensione al libro Claudia Baracchi, L’architettura dell’umano. Aristotele e l’etica come filosofia prima
Fabio Acerbi – Marino Badiale – Giuseppe Bailone – Fabio Bentivoglio – Piero Bernocchi – Lucio Bontempelli – Massimo Bontempelli – Paolo De Martis – Adolfo Scotto Di Luzio – Federico Dinucci – Giampiero Giampieri – Giulio Ferroni – Emanuele Narducci – Fabrizio Polacco – Costanzo Preve – Lucio Russo – Livio Sichirollo – Roberto Signorini – Lorenzo Varaldo
Sommario
Quale asse culturale per il sistema della scuola italiana?, di Massimo Bontempelli La scuola sospesa, di Giulio Ferroni Alcune osservazioni sui contenuti dell’insegnamento, di Lucio Russo Orwell 2000, di Fabrizio Polacco Sulle sorti della matematica e della fisica nella scuola superiore, di Fabio Acerbi L’insegnamento delle discipline scientifiche e la storia della scienza, di Lucio Bontempelli 30 tesi contro la Scuola-Azienda e l’Istruzione-Merce, di Piero Bernocchi La catena dei perché. Riflessioni sulle radici del “Concorso Berlinguer”, di Costanzo Preve Autonomia didattica e libertà di insegnamento, di Federico Dinucci Chi non sa nulla, insegna ad insegnare, di Paolo De Martis Che buon pro facesse (e faccia) il “Verbo”, di Giampiero Giampieri “L’agonia della scuola italiana”: un libro controcorrente, di Fabio Bentivoglio Una lettura critica del libro “L’agonia della scuola italiana”, di Roberto Signorini Il libro di Antonio La Penna “Sulla scuola”, di Emanuele Narducci L’insegnante trova le sue parole. Perché un “no” ai salari di merito, di Lorenzo Varaldo Il libro verde della Pubblica istruzione, di Giuseppe Bailone Il Liceo classico, di Adolfo Scotto di Luzio Il resistibile declino dell’università. Ragioni per un titolo, di Livio Sichirollo Il nome delle libellule. Breve riflessione sulle culture popolari, di Marino Badiale
La scuola italiana nel suo insieme è oggetto, per la prima volta dopo tre quarti di secolo, di una riforma complessiva ed incisiva. Le innovazioni che vi sono introdotte, però, esaminate attentamente nei loro effetti concreti, risultano tutte profondamente negative, sia sul piano della formazione educativa dei giovani, che su quello della professionalità degli insegnanti e della trasmissione di un sapere degno di questo nome. Il carattere pubblico e nazionale del sistema dell’istruzione, e la sua capacità di promuovere lo spirito critico e l’autonomia di giudizio dei giovani, ne risultano gravemente compromessi. Questo disastro è il prodotto di una cultura dogmatica e ideologizzata dei promotori della riforma, che li rende incapaci di pensare su un piano conoscitivamente alto, ed eticamente valido, il nesso tra scuola e società. Tale cultura è peraltro funzionale alle inconfessate esigenze totalitarie di un determinato sistema di potere. La scuola italiana, a questo punto, potrà essere salvata soltanto dalla resistenza consapevole degli insegnanti che vogliono continuare ad essere educatori.
Il libro si articola in sette capitoli: L’innovazione distruttiva Il didatticismo di regime L’autonomia aziendalistica L’educazione negata La stupidità rivelata La scuola del totalitarismo neoliberista Il destino della scuola
Guido Armellini – Andrea Bagni – Antonia Baraldi Sani – Fabio Bentivoglio – Carlo Bolelli – Massimo Bontempelli – Francesco Borciani – Marcello Cini – Vittorio Cogliati Dezza – Luca Grecchi – Corrado Maceri – Fabiano Minni – Bruno Moretto – Cesare Pianciola – Gianna Tirandola – Marcello Vigli
La scuola e il fondamento, di Luca Grecchi Visioni di scuola. Buoni e cattivi maestri, di Francesco Borciani Sapere di polis, di Andrea Bagni Il quinto postulato, di Fabio Bentivoglio Quale scuola per quale Stato?, di Marcello Vigli L’intelligenza del tranviere, di Guido Armellini Partiamo dalle nuove sfide, di Vittorio Cogliati Dezza Il cappotto del professore, di Antonia Baraldi Sani La scuola della Repubblica tra Stato, Regioni e sussidiarietà, di Corrado Mauceri Evoluzionismo: un ponte tra due culture, di Marcello Cini Sul sapere critico, di Carlo Bolelli La convergenza del centrosinistra e del centrodestra nella distruzione della scuola italiana, di Massimo Bontempelli Il tutto e le parti, di Guido Armellini L’esperienza del referendum in Emilia Romagna, di Bruno Moretto Intervista immaginaria di Ignazio Olloy al Professor E. De Candi, di Fabiano Minni L’esperienza del referendum in Veneto, di Gianna Tirondola Lettera aperta ai partiti della sinistra sulla scuola Venti anni di attività, di Cesare Pianciola
Lotte ed esperienze didattiche negli anni Settanta: controscuola, tempo pieno, 150 ore.
Allegato il CD-ROM per Windows con l’audiovisivo Oltre il libro di testo: parole ed esperienze di opposizione nella scuola dell’obbligo degli anni Settanta, di Maria Luisa Tornesello e Roberto Signorini.
Si manifesta ormai da più parti l’esigenza di considerare con metodo scientifico la storia degli anni Settanta, superando sia l’urgenza della testimonianza personale che la rimozione di un materiale impegnativo e «scomodo». Questo discorso vale in modo particolare per la scuola, in quegli anni al centro dell’attenzione con analisi, pratiche, lotte, che presto e abbastanza superficialmente sono state liquidate o «demonizzate». In realtà la scuola, e in particolare la scuola dell’obbligo, è il punto d’incontro dei problemi che in quel momento agitano la società italiana. È un vero e proprio laboratorio di idee e progetti vissuti come rivoluzionari: partecipazione democratica, non delega, autonomia e potere dal basso. Questo libro è una prima ricostruzione di quei fermenti, caotici ma aperti e vitali. Esso si basa su una documentazione inconsueta (prese di posizione politiche e sindacali dei «nuovi insegnanti», lavori degli studenti, materiale didattico delle scuole sperimentali e dei corsi 150 ore, documenti di programmazione didattica, produzione dell’editoria didattica alternativa), in cui è possibile cogliere il profondo cambiamento rispetto al passato, la ricchezza del dibattito e delle proposte didattiche, l’impegno civile.
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N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.
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È certo impegnativo chiamare Platone garante dell’onestà di fondo del proprio cammino esistenziale, ma l’autore non ha esitato a sceglierlo testimone delle sue riflessioni sul dispiegarsi della sua vita nella società e della esperienza religiosa che l’ha caratterizzata. Da questa, lascia intendere, ha maturato il suo modo d’intendere la religione e la sua idea di Chiesa che, in verità, costituiscono il tema che l’autore viene svolgendo nelle cento pagine del suo libro Il mio amico Platone.* Le brevi e sommarie note autobiografiche che le aprono sono di fatto solo una premessa per contestualizzare le pagine della seconda parte del libro nelle quali esplicita la sua professione di fede.
Le prime coprono, invece, quarant’anni di storia raccontati attraverso l’intreccio fra religione e politica. Le tensioni e gli scontri provocati nella società italiana dall’approvazione delle leggi che introducevano il divorzio e l’aborto sono rivissute attraverso le valutazioni dell’autore, che le giudicava da cristiano rispettoso, però, delle esigenze legislative proprie di un regime democratico. Nella stessa prospettiva si svolgono quelle che l’autore definisce Considerazioni varie sui grandi temi e problemi che hanno caratterizzato l’avvento del nuovo millennio nella dimensione ormai planetaria del processo storico. In particolare riflette sul ruolo e la funzione delle tre religioni monoteistiche con l’apporto del loro patrimonio di fanatismo nel confronto/scontro, fra terrorismo e pacifismo, che caratterizza il processo di trasformazione degli assetti sociali e politici che in quegli anni investe soprattutto il medio oriente.
Lo guida una chiara consapevolezza della differenza fra fondamentalismo e religione e, di conseguenza, fra tolleranza e fanatismo che gli consente, da un lato, di orientarsi fra i diversi islamismi e i diversi cristianesimi e, dall’altro, di poter negare la definizione dei conflitti fra religioni come “scontro di civiltà”.
Non trascura, però, di far memoria delle sue riflessioni sul dipanarsi della “storia” nella società italiana e nella comunità ecclesiale in ideale confronto con Veltroni, Mancuso, Panikkar e Küng, per giungere poi ad esporre la sua visione “teologica” del mondo, pur dichiarando di non essere teologo di professione.
Una visione, dichiara con particolare determinazione, maturata a partire dalla condivisione in una dimensione comunitaria del “nuovo” promosso dal Concilio. Frequente è il riferimento all’importanza da lui annessa alla sua frequentazione della Comunità di San Paolo.
Ad essa attribuisce la funzione di avergli consentito di liberarsi definitivamente dalla corazza religiosa che gli induceva sensi di colpa per il cammino compiuto per giungere ad una lettura moderna e razionale delle Verità contenute nei testi biblici che non ho più abbandonato e che mi ha dato la possibilità di credere in modo diverso: un modo conciliabile con la razionalità scientifica, di cui è imbevuta la nostra epoca.
Alla presentazione di questo modo l’autore s’impegna nella seconda parte del suo libro con il titolo Liberazione e fede. Essa, in verità, ne costituisce la vera ragion d’essere come rivela l’intento dichiarato, nella sua breve introduzione, di contribuire alla maturazione di fratelli nella fede e di chi fede non ha. Muove dalla ricognizione della figura di Gesù e della sua costruzione nella storia, ispirata alla documentata indagine storica condotta da Giuseppe Barbaglio, configurando la religione nella quale oggi i cristiani si riconoscono. Sui valori da essa promossi si costruisce quella solidarietà fra diversi che può rendere vivibile la convivenza planetaria e quel rapporto con la Legge che permette di conciliare obbedienza e tolleranza simboleggiato dal racconto evangelico dell’incontro di Gesù con l’adultera, che gli presentano chiedendone la condanna. Più impegnativa l’accettazione dell’immaginario di riferimento della fede, fatto di misteri e di miracoli, che esige approfondimento esegetico delle “sacre scritture” come strumento indispensabile nonostante i suoi limiti.
Riflette poi sull’integrarsi della esperienza di fede individuale, che diventa nel processo storico religione, cioè cristianesimo, con tutto quello che esso ha prodotto come teologia e come chiesa e che l’autore sente l’esigenza di confrontarlo con altre religioni, l’islamismo e l’induismo, e con il superamento della stessa dimensione religiosa.
Le conclusioni che ne trae lo inducono a interrogarsi sulla fede nella quale si riconoscono quelli che intendono richiamarsi alla figura di Gesù.
Le pagine in cui propone la risposta costituiscono la fine del suo percorso e si configurano come una vera e propria professione di fede.
(*) M. Magini Il mio amico Platone. Riflessioni su società, religione, vita Petite plaisance, Pistoia, 2015, pp.123
Marcello Vigli, Contaminazioni. Un percorso di laicità fuori dai templi delle ideologie e delle religioni, Edizioni Dedalo, pp. 304, 2006.
Marcello Vigli, con Raffaele La Porta, Corrado Mauceri, Antonio Santoni Rugiu, Angelo Semeraro, Scuola pubblica. Scuola privata, La Nuova Italia, 1998.
Marcello Vigli, con Mario Campli, Coltivare speranza. Una Chiesa altra per un altro mondo possibile, Edizioni Tracce, 2009.
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Michel Vadée – Marx mette al centro della sua concezione della storia la categoria di possibilità, nel senso del termine aristotelico «dunamis».
Paul Valéry (1871-1945) – Le livres ont le mêmes ennemis que l’homme: le feu, l’umide, les bêtes, le temps; et leur propre contenu. Possiamo tradurre «les bêtes» con «la stupidità».
Paul Valery (1871-1945) – L’anima e la danza: una donna che danza rende visibile l’istante. L’istante genera la forma e la forma rende visibile l’istante. È veramente un penetrare in un altro mondo …
César Vallejo (1892-1938) – Me moriré en París con aguacero, un día del cual tengo ya el recuerdo. Hay golpes en la vida, tan fuertes… ¡Yo no sé!
César Vallejo (1892-1938) – Occorre spezzare la barriera secolare che esiste fra l’intelligenza e il popolo, fra lo spirito e la materia, e ciò deve avvenire orizzontalmente, non verticalmente, cioè spalla contro spalla.
Jules Vallès (1832-1885) – La caricatura non uccide. Con voce serena lascia cadere parole taglienti che scavano scie di luce nel cervello degli abitanti dei sobborghi, e scie rosse nella carne Borghese. Unisce l’evidenza diretta della figura al testo scritto che colpisce diritto il bersaglio.
Jules Vallés (1835-1885) – «L’insorto». Libro “della” Comune e “nella” Comune di Parigi. La passione durevole di Vallès per una prassi di emancipazione comunitaria.
Jules Vallès – Studenti della Sorbona, è ora di ribellarsi. Non serve a nulla una educazione che renda chi la riceve vanitoso o miserabile.
Vincent Van Gogh (1853-1890) – Quando c’è convenzionalismo, c’è sempre la sfiducia e la sfiducia dà sempre luogo a ogni sorta di intrighi.
Vincent Van Gogh (1853-1890) – Ho un grande fuoco nell’anima … qualcuno verrà a sedersi davanti a questo fuoco, e magari vi si fermerà.
Vincent Van Gogh (1853-1890) – Se un’opera d’arte non comunica con individuale originalità i sentimenti dell’artista, se li esprime in modo incomprensibile, oppure se non nasce da un’esigenza interiore dell’autore, non è un’opera d’arte.
Vincent Van Gogh (1853-1890) – Ho una passione irresistibile per i libri e sento continuamente il bisogno di istruirmi, così come ho bisogno di mangiare il pane. Se non studio, se non cerco più, allora sono perduto
Vassilis Vassilikos – Il nemico è il mercato. Occorre una nuova utopia: il mondo va avanti grazie alle utopie.
Mario Vegetti – La filosofia e la città: processi e assoluzioni.
Mario Vegetti e Francesco Ademollo – Incontro con Aristotele: la potenza del suo pensiero è ancora in grado di parlarci.
Mario Vegetti – Il coltello e lo stilo. Animali, schiavi, barbari e donne alle origini della razionalità scientifica.
Mario Vegetti – Il lettore viene introdotto a una sorta di visita guidata in uno dei più straordinari laboratori di pensiero politico nella storia d’Occidente.
Mario Vegetti (1937-2018) – «Scritti sulla medicina galenica». Il volume raccoglie i principali scritti su Galeno e sul Galenismo composti da Mario Vegetti in circa un cinquantennio di attività.
Mario Vegetti (1937-2018) – Il tempo, la storia, l’utopia. Cè il tempo dell’utopia, cioè della realizzazione della kallipolis attuata. L’avvento della kallipolis rappresenta un’esigenza necessaria come intenzione di governare il disordine, ma esso è improbabile (non però, per le stesse ragioni, impossibile).
Mario Vegetti (1937-2018) – Mario Vegetti a due anni dalla morte ci lascia alcuni messaggi. Tenere aperto lo spazio dell’incertezza. Resistere al cedimento di fronte all’omologazione del pensiero. Resistere alla rassegnazione di fronte all’estrema durezza dell’epoca. Rifiutare pentitismi compiacenti, cedimenti corrivi alle mode correnti o alle “luci della ribalta”. Restare fedeli, insomma.
Mario Vegetti (1937-2018) – Il sognatore che pensa, il pensatore che sogna nel «Racconto del Saggio del Capitale».
Mario Vegetti (1937-2018) – La felicità ha bisogno di durata e di costanza ed esige una prassi tenacemente virtuosa.
Mario Vegetti (1937-2018) – Il dominio e la legge. La «Costituzione degli Ateniesi» è un testo violento, sia nel suo apparato teorico sia nel suo atteggiamento di fronte al sociale.
Mario Vegetti (1937-2018) – Ha mostrato come fosse possibile mantenere un nitido profilo di pensiero, invariante nel suo assetto di fondo, sviluppando al tempo stesso in direzioni diverse le sue potenzialità di ricerca.
Mario Vegetti (1937-2018) – L’idraulica platonica dei flussi di energia psichica contribuisce a chiarire il senso dell’elevarsi nella ricerca di contenuti veritativi: si tratta di chiudere un possibile canale per costringere questa energia a defluire verso scopi più alti, a beneficio dell’anima intera e non di una sola sua parte.
Mario Vegetti – Scritti con la mano sinistra. Prefazione di Fulvia de Luise.
Matteo Vegetti – Heidegger, con il saggio «Das Ding», muovendo per cerchi concentrici, avvia la riflessione genealogica sul nichilismo europeo, e sulla sua intima complicità con il tema della tecnica.
Silvia Vegetti Finzi – Senza rischi non si cresce e i bambini hanno bisogno di incontrare l’imprevisto. I bambini possono aiutarsi, consolarsi e diventare grandi utilizzando le loro potenzialità, le loro risorse. Sono ancora privi di esperienza, è vero, ma la vita s’impara solo vivendo.
Silvia Vegetti Finzi – La tecnica, finalizzata all’efficienza e al successo, travalica sovente la conoscenza teorica, celando, sotto l’imperturbabile apparenza dello scienziato, il volto inquietante dell’apprendista stregone, travolto dall’impersonale autonomia dei suoi stessi poteri.
Mariapia Veladiano – La competizione fa malissimo alla salute della scuola. L’apprendimento è sempre cooperativo. La costruzione dell’equità è irrinunciabile. La scuola richiama la necessità del tempo lungo: non si coltiva niente da un giorno all’altro, servono le stagioni.
Laura Venturi – Gentian Doda in «Was bleibt». Sei solo, ma non puoi ignorare ciò che ti circonda.
Laura Venturi – Recensione per un evento che non ha avuto luogo
Francesco Verde – Mi sembra che oggi la storia sia assai più trascurata e sconosciuta che attaccata, per questo motivo difendere il metodo di indagine storica significa in primo luogo rivalutarlo.
Marcello Vigli – Recensione al libro di Mauro Magini «Il mio amico Platone».
Heitor Villa-Lobos (1887–1959) – Con la sua fantasia un musicista veramente creativo è capace di produrre melodie più autentiche del folclore stesso.
Elio Vittorini (1908-1966) – La cultura è una condizione per tutti.
Elio Vittorini (1908-1966) – L’ambivalenza dell’animo favorisce, naturalmente, l’affermazione italiana del fascismo. È sempre tanto più facile lasciarsi prendere da una corrente che resistervi.
Roman Vlad (1919-2013) – La musica oltrepassa il fisico e sfocia nella metafisica, rappresenta il metafisico rispetto a tutto ciò che è fisico, la cosa in sé rispetto ad ogni fenomeno.
Alessandro Volpi – Socialismo di popolo e sinistra progressista. Jean-Claude Michéa e i suoi detrattori.
Franco Volpi (1952-2009) – Come si dice “filosofia” in Giappone. Il libro di Nishida Kitarô «Uno studio sul bene». Conoscenza e amore sono atti spirituali identici. Occorre comprendere il bene come la realizzazione della persona. Il bene è la soddisfazione di un bisogno sincero, ovvero è unificazione della coscienza.
Kurt Vonnegut (1922-2007) – C’era un albero che faceva soldi. Gli uomini ne erano continuamente attratti e si uccidevano l’un l’altro attorno alle sue radici, diventando così ottimo fertilizzante.
Lev S. Vygotskij – Diventiamo noi stessi attraverso gli altri. La cultura è il prodotto della vita sociale e dell’attività collettiva dell’uomo.
Lev Semenovich Vygotsky – La coscienza si riflette nelle parole che pronunciamo. La parola è il microcosmo della coscienza umana.
Lev Semenovich Vygotskij (1896-1934) – Il miracolo dell’arte: ha la capacità di trasformare l’acqua in vino. La coscienza si riflette nelle parole che pronunciamo.
Lev Semënovič Vygotskij (1896-1934) – Spinoza lottò per una spiegazione causale delle passioni umane. Fu il pensatore che, per la prima volta, fondò sul piano filosofico la possibilità stessa di una psicologia esplicativa dell’uomo come scienza nel senso vero del termine, e tracciò la via del suo sviluppo successivo.
Lev S. Vygotskij (1896-1934) – L’immaginazione costruisce sempre con materiali fondati sulla realtà e si dimostra una condizione assolutamente indispensabile in tutte le attività intellettuali dell’uomo. i prodotti dell’immaginazione, preso corpo, sono di nuovo rientrati nella realtà ormai come una nuova forza attiva, trasformatrice della realtà stessa.
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