Pier Paolo Pasolini () – Ti insegnano a non splendere. E tu splendi, invece! La tolleranza, è solo e sempre puramente nominale, è anzi una forma di condanna più raffinata. Il fatto che si “tolleri” qualcuno è lo stesso che lo si “condanni”.

Pier Paolo Pasolini 53
Durante la lavorazione di “Uccellacci e uccellini”.

«Ed ecco che essi ti insegnano a non splendere. E tu splendi, invece!».

«Io sono come un negro in una società razzista che ha voluto gratificarsi di uno spirito tollerante. Sono, cioè, un “tollerato”. La tolleranza, sappilo, è solo e sempre puramente nominale. Non conosco un solo esempio o caso di tolleranza reale. E questo perché una “tolleranza reale” sarebbe una contraddizione in termini. Il fatto che si “tolleri” qualcuno è lo stesso che lo si “condanni”. La tolleranza è anzi una forma di condanna più raffinata. Infatti al “tollerato” – mettiamo al negro che abbiamo preso ad esempio – si dice di far quello che vuole, che egli ha il pieno diritto di seguire la propria natura, che il suo appartenere a una minoranza non significa affatto inferiorità eccetera eccetera. Ma la sua “diversità” – o meglio la sua “colpa di essere diverso” – resta identica sia davanti a chi abbia deciso di tollerarla, sia davanti a chi abbia deciso di condannarla. Nessuna maggioranza potrà mai abolire dalla propria coscienza il sentimento della “diversità” delle minoranze. L’avrà sempre, eternamente, fatalmente presente. Quindi –certo – il negro potrà essere negro, cioè potrà vivere liberamente la propria diversità, anche fuori – certo – dal “ghetto” fisico, materiale che, in tempi di repressione, gli era stato assegnato. Tuttavia la figura mentale del ghetto sopravvive invincibile. II negro sarà libero, potrà vivere nominalmente senza ostacoli la sua diversità eccetera eccetera, ma egli resterà sempre dentro un “ghetto mentale”, e guai se uscirà da lì. Egli può uscire da lì solo a patto di adottare l’angolo visuale e la mentalità di chi vive fuori dal ghetto, cioè della maggioranza. Nessun suo sentimento, nessun suo gesto, nessuna sua parola può essere “tinta” dall’esperienza particolare che viene vissuta da chi è rinchiuso idealmente entro i limiti assegnati a una minoranza (il ghetto mentale). Egli deve rinnegare tutto se stesso, e fingere che alle sue spalle l’esperienza sia un’esperienza normale, cioè maggioritaria».

Pier Paolo Pasolini, Lettere Luterane, Garzanti, Milano 2015.


Pier Paolo Pasolini – Amo la vita
Pier Paolo Pasolini (1922-1975) – Marilyn. Quella bellezza l’avevi addosso umilmente
Pier Paolo Pasolini (1922-1975) – Il potere di oggi manipola i corpi in un modo orribile. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, con valori alienanti e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi.
Pier Paolo Pasolini (1922-1975) – Nel teatro la parola vive di una doppia gloria, mai essa è così glorificata.
Pier Paolo Pasolini (1922-1975) – La società dei consumi ha profondamente trasformato i giovani. Non si tratta più, come all’epoca mussoliniana, di una irreggimentazione scenografica, ma di una irreggimentazione reale che ha rubato e cambiato loro l’anima. Questa ‘civiltà dei consumi’ è una civiltà dittatoriale.
Pier Paolo Pasolini (1922-1975) – L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo.

M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

Petite Plaisance – Pubblicazioni recenti

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Antifonte (480 a.C. circa – 410 a.C. circa) – Nell’effimera vigilia della vita nessuno di noi può esser definito né come barbaro, né come greco. Tutti infatti respiriamo l’aria con la bocca e con le narici, poiché di natura tutti siamo assolutamente uguali. Se violentiamo le norme poste in noi da natura si offende non l’opinione, ma la verità.

Antifonte 001

Un papiro del III secolo a.C. che riporta un frammento dello scritto Sulla verità

Un papiro del III secolo a.C. che riporta un frammento dello scritto Sulla verità di Antifonte

«Il vivere somiglia (ἔοικε) a un’effimera vigilia (φρουρᾷ ἐφημέρῳ), la lunghezza della vita alla durata, per così dire, d’un giorno; nel quale, appena dato uno sguardo alla luce, lasciamo la consegna agli altri che sopravverranno».

Antifonte, Fr. 50 = DK87B50.
Cfr. I presocratici. Testimonianze e frammenti,
a cura di G. Giannantoni,
Bari 1983.

«Vigilia» nel senso di «turno di guardia».

 

La verità

La verità

 

Sugli stranieri

«Rispettiamo e veneriamo chi è di nobile origine, ma chi è di natali oscuri, né lo rispettiamo, né l’onoriamo. In questo, ci comportiamo gli uni verso gli altri da barbari, poiché di natura tutti siamo assolutamente uguali, sia Greci che barbari. Basta osservare le necessità naturali proprie di tutti gli uomini […] nessuno di noi può esser definito né come barbaro, né come greco. Tutti infatti respiriamo l’aria con la bocca e con le narici».

Antifonte, La Verità

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Migranti-italiani-121

1876-1915: 39 Anni durante i quali Emigrarono 14 Milioni di Italiani.

 

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Foto-copertina-articolo-Affondamento-Sirio-19-agosto-1906-copertina-domenica-del-Corriere-di-AchilleBeltrame

Affondamento della nave Sirio, 19 agosto 1906.

 

Emigranti-italiani-annegati-dopo-laffondaemnto-della-nave-Sirio-sulla-spiaggia

Emigranti italiani annegati dopo l’affondamento della nave Sirio sulla spiaggia.

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Sulla legge

«[…] Giustizia consiste nel non trasgredire alcuna delle leggi dello Stato di cui uno sia cittadino; e perciò l’individuo applicherà nel modo a lui piú vantaggioso la giustizia, se farà gran conto delle leggi, di fronte a testimoni; ma in assenza di testimoni, seguirà piuttosto le norme di natura; perché le norme di legge sono accessorie, quelle di natura, essenziali; quelle di legge sono concordate, non native: quelle di natura, sono native, non concordate. Perciò, se uno trasgredisce le norme di legge, finché sfugge agli autori di esse, va esente da biasimo e da pena; se non sfugge, no. Ma se invece violenta oltre il possibile le norme poste in noi da natura, se anche nessuno se ne accorga, non minore è il male, né è maggiore se anche tutti lo sappiano; perché si offende non l’opinione, ma la verità».

Antifonte, Fr. 87 B 44 A DK, Papiro di Oxyrinco, XI n. 1364.

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Mente e corpo

In tutti gli uomini è la mente che dirige il corpo e verso la salute, e verso la malattia e verso tutti gli altri aspetti della vita.

Antifonte, fr. DK 87 B 2

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«Non ci è concesso ricollocare la vita come una pedina».

Antifonte, Della concordia, fr. DK 87 B 52.

 

 



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Pier Paolo Pasolini (1922-1975) – L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo.

Pier Paolo Pasolini 51

Pasolini e Totò

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Il fascismo degli antifascisti

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L’Italia sta marcendo in un benessere che è

egoismo,

stupidità,

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moralismo,

coazione,

conformismo:

prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è,

ora,

il fascismo.

Pier Paolo Pasolini

 

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Pier Paolo Pasolini – Amo la vita

Pier Paolo Pasolini (1922-1975) – Marilyn. Quella bellezza l’avevi addosso umilmente

Pier Paolo Pasolini (1922-1975) – Il potere di oggi manipola i corpi in un modo orribile. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, con valori alienanti e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi.

Pier Paolo Pasolini (1922-1975) – Nel teatro la parola vive di una doppia gloria, mai essa è così glorificata.

Pier Paolo Pasolini (1922-1975) – La società dei consumi ha profondamente trasformato i giovani. Non si tratta più, come all’epoca mussoliniana, di una irreggimentazione scenografica, ma di una irreggimentazione reale che ha rubato e cambiato loro l’anima. Questa ‘civiltà dei consumi’ è una civiltà dittatoriale.

 


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Luigi Luca Cavalli Sforza (1922-2018) – Chiamiamo razzista chi crede che l’attribuzione di caratteristiche di superiorità o inferiorità a individui con un determinato aspetto somatico abbia una sua spiegazione biologica.

Luigi Luca Cavalli Sforza 01

 

Chi siamo. La storia della diversità umana1

Chi siamo. La storia della diversità umana

Chi siamo. La storia della diversità umana

Chi siamo. La storia della diversità umana

 

«Razzismo significa attribuire senza alcun fondamento caratteristiche ereditarie di personalità o comportamento a individui con un particolare aspetto fisico.
Chiamiamo razzista chi crede che l’attribuzione di caratteristiche di superiorità o inferiorità a individui con un determinato aspetto somatico abbia una sua spiegazione biologica.

[…] I gruppi che formano la popolazione umana non sono nettamente separati, ma costituiscono un continuum. Le differenze nei geni all’interno di gruppi accomunati da alcune caratteristiche fisiche visibili sono pressoché identiche a quelle tra i vari gruppi, e inoltre le differenze tra singoli individui sono più importanti di quelle che si vedono fra gruppi razziali».

Luca e Francesco Cavalli Sforza, Chi siamo. La storia della diversità umana, Codice editore, 2013.

Quarta di copertina

Nel 1993 Luca e Francesco Cavalli Sforza davano alle stampe Chi siamo. La storia della diversità umana, un grande classico della divulgazione scientifica che, dimostrando l’origine comune africana dell’umanità moderna e smontando pezzo per pezzo il concetto di razza, portava con sé un messaggio di unità e tolleranza. Oggi, vent’anni dopo, quel messaggio è più attuale che mai, e Chi siamo ritorna in una nuova veste, rinnovata nei contenuti e nell’iconografia. Le illustrazioni e le numerose mappe a colori, ma soprattutto i numerosi scatti di Giovanni Porzio – giornalista, reporter e fotografo giramondo – diventano così l’ideale contrappunto visivo al racconto delle nostre origini, ma anche un omaggio al viaggio umano e professionale di uno dei più grandi scienziati del Novecento.



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