Joseph Joubert (1754-1824) – La tenerezza è passione tranquilla.

Joseph Joubert

Gandhi ammoniva:
“Non puoi stringere la mano con un pugno chiuso”.

Joseph Joubert, Pensieri per vivere, Guerini e Associati, 2008

«La tenerezza è passione tranquilla».

Joseph Joubert, Pensieri per vivere, a cura di Gavino Manca, nota di Gianfranco Dioguardi, Guerini e Associati, Milano, 2008.

In tutti i passaggi cruciali della storia vi sono stati uomini che hanno preferito rinunciare all’azione, per ritirarsi a riflettere sul loro tempo, sulla vita, l’arte, la bellezza, Dio. E che, con la loro opera, hanno ottenuto quanto nessuna rivoluzione potrebbe mai sperare: parlare a ogni uomo, in ogni tempo. I Quaderni diJoseph Joubert, di cui Gavino Manca ha curato una selezione, suonano ancor oggi come una straordinaria testimonianza di libertà intellettuale. Assertore in gioventù degli ideali dell’Illuminismo, Joubert divenne un lucido critico delle sue derive ideologiche. Pensatore controcorrente, non dimenticò mai i limiti della ragione di fronte alla trascendenza. Discepolo dei classici, coltivò a un tempo una sensibilità affine, come avverte Gianfranco Dioguardi, a quella di noi contemporanei. Virtuoso dell’aforisma, inseguì il miraggio di una “poesia di idee”, in cui la forza dell’osservazione si fonde con la sintesi dello stile. Pensiero dopo pensiero, Joubert affonda il bisturi nel groviglio di speranze e certezze che è la vita umana: quell’esistenza “intera e assoluta” in cui egli indica il segreto della felicità.

Joseph Jouber

Icona della Vergine Eleousa, tardo XII secolo, Atene, Museo bizantino.
Quasi a commento

La tenerezza ama dire “noi”, più che dire “io”, rifiuta l’arroganza, scioglie i grumi del cuore, risponde con un sorriso, non alza la voce, non invita la televisione a tavola, consola, condivide, sta “insieme” e non solo “accanto” agli altri.


“Tenerezza”, scultura di Fanor Hernández – Area di Capo di Bove, Appia antica, Roma.

Maria Cristina Bartolomei – La tenerezza è reciprocità, paritarietà, assenza di sottomissione, cancellazione della figura del dominio, del padrone e del suddito.

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Dialogo sulla tenerezza

«La tenerezza è reciprocità, paritarietà, assenza di sottomissione, cancellazione della figura del dominio, del padrone e del suddito, scoperta e creazione di rapporti che rinunciano al catartico teatro delle figure dell’inimicus (il nemico privato) e dell’hostis (il nemico pubblico); che rinunciano all’opposizione tra centro e periferia: dove il centro è ogni “io”, e la periferia sono “gli altri”».

 

Maria Cristina Bartolomei, «Il discorso della notte», in: A. Levi, M.C. Bartolomei, D.M. Turoldo, Dialogo sulla tenerezza, Servitium Editrice, Milano 19952, p. 97.

Isabella Guanzini – Il reciproco toccarsi corrisponde ad una reciproca donazione di senso, in cui ciascuno lascia la propria impronta sul corpo e sull’anima dell’altro. Così si trasmette come per travaso di corpo in corpo, di contatto in contatto, e si costruisce un mondo comune.

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«[…] il tatto è nell’uomo il senso più perspicuo».
Aristotele, De Anima, 421a20.

 

Tenerezza. La rivoluzione del potere gentile

Tenerezza. La rivoluzione del potere gentile

 

 

«Il reciproco toccarsi corrisponde ad una reciproca donazione di senso, in cui ciascuno lascia la propria impronta sul corpo e sull’anima dell’altro. […] Precisamente grazie a tale flusso […] di affetti e di sensibilità sociale, che si trasmette come per travaso di corpo in corpo, di contatto in contatto, si costruisce un mondo comune».

Isabella Guanzini, Tenerezza. La rivoluzione del potere gentile, Ponte alle Grazie, 2017.

 

 

Per resistere al male ci vuole un animo tenero:
la sfida più dura mai affidata all’umano

«Non c’è altra via di umanizzazione per il tempo presente e futuro: la forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto corrisponde alla via sovrana per una nuova ecologia umana, sensibile alle mani, alle facce, alle voci e ai corpi nella loro irriducibile singolarità e verità.»

La tenerezza va ripulita dalla spessa crosta di zucchero e va mostrata in tutta la sua essenzialità e potenza: è la percezione elementare della fragilità della vita, di ogni vita; è la disposizione umana fondamentale dei legami che tengono insieme il mondo; è vicinanza; riconoscimento del volto dell’altro, della sua fisicità, del suo essere al mondo.

 


http://blog.petiteplaisance.it/wp-content/uploads/2019/02/Il-rilievo-Campana-I-sec.-d.C..-Euriclea-tiene-in-mano-il-piede-di-Ulisse.jpg

Il rilievo Campana (I sec. d.C.),  composizione di rara bellezza ed efficacia. Euriclea tiene in mano il piede di Ulisse, ri-conosce Ulisse attraverso il tatto, ri-conosce la ferita e sta per gridare la sua scoperta. Ulisse, con un doppio drammatico movimento, le chiude la bocca e volge la testa verso Eumeo che si trova alle sue spalle.

 


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