William Shakespeare (1564-1616) – «Cesare non potrebbe fare il lupo se non fossero pecore, e nient’altro che pecore, i romani».
CASSIO
Cesare […] so che non potrebbe fare il lupo se non fossero pecore, e nient’altro che pecore, i romani.
Non farebbe il leone se non vedesse tanto cervi i romani.
Quelli che vogliono accendere una gran fiamma in fretta, cominciano con una brancatella di vilissima paglia; ora, che immondezzaio è Roma, che letamaio, che secchio di rifiuti, se si lascia adoprare come materia vile a illuminare una sostanza vile come Cesare! Ma, dove mi hai trascinato, mia tristezza? Io parlo così a uno che si acconcia forse volentieri a vivere da schiavo […].
[…]
ANTONIO
Fu, Bruto, il più nobile romano fra tutti i congiurati.
Tutti gli altri agirono per odio contro Cesare.
Lui solo, onesto nel suo pensiero, unicamente per l’interesse pubblico ed il bene comune si unì a loro.
Fu di nobile vita; e furono in lui così armonicamente commisti gli elementi naturali, che la Natura può levarsi e dire all’universo: «Questo fu un uomo».
William Shakespeare, Giulio Cesare, in Teatro, III, Einaudi, 1960, pp. 181-264
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