Fernanda Mazzoli – Cronache dal mondo libero.
Fernanda Mazzoli
CRONACHE DAL MONDO LIBERO
Non passa giorno senza che la macchina mediatica non si scagli contro i nemici della democrazia, non si indigni contro le violazioni dei diritti umani perpetrate al di fuori dei giardini fioriti dell’U.E.
Per loro fortuna, noi viviamo nella migliore delle democrazie possibili e pertanto i professionisti dell’antifascismo e del rispetto dei valori costituzionali possono dormire sonni tranquilli per quanto riguarda le faccende interne e concentrare, così, al meglio le forze per denunciare violenze, arbitri ed illegalità che affliggono chi non vive in questo nostro mondo libero.
Sempre per loro e nostra fortuna, capita che da noi, se qualcuno mal consigliato protesta contro un qualche provvedimento adottato per salvaguardare il bene pubblico, non finisca ammanettato in una cella angusta e puzzolente, ma si ritrovi comodamente assistito nel reparto psichiatrico di un attrezzato ospedale di una ridente città di È quanto è successo, qualche giorno fa, ad uno studente diciottenne di Fano che, istigato – riporta preoccupata la stampa locale,[1] ribadisce preoccupata ed indignata la Preside che ancor prima di essere insegnante e dirigente è una mamma – da un losco cinquantenne no mask, solito ad aggirarsi intorno agli edifici scolastici per adescare irrequieti adolescenti in rotta di collisione con le norme anti-Covid, ha inscenato in classe una protesta contro l’uso della mascherina. Il ragazzo – già noto alle cronache scolastiche per essere un bastian contrario – si sarebbe incatenato (?) al banco e si sarebbe tolto la mascherina.
Di fronte ad un tale atto osceno perpetrato in luogo pubblico, per di più destinato all’educazione dei giovinetti, è stato allertato il 118 che è prontamente intervenuto ed ha condotto il ragazzo al Pronto Soccorso dove, di fronte al suo stato di evidente confusione morale, gli è stato amorevolmente affibbiato un TSO, convalidato prontamente dal Tribunale di Pesaro. Gli è toccato in sorte il privilegio di essere uno dei primi a sperimentare “la scuola affettuosa” che il neo ministro dell’Istruzione sta progettando per aiutare le nuove generazioni ad uscire dalle “gabbie del Novecento”, quel secolo buio di totalitarismi, guerre, rivoluzioni, conflitti sociali ed una irrequietezza di fondo che la medicina liberal-liberista ha saggiamente sopito.
La messa in sicurezza dell’edificio e dei suoi occupanti si è svolta senza incidenti, tanto più che al personale sanitario si sono affiancati i carabinieri: la classe dello studente plagiato è stata trasferita in un’altra aula, mentre il teatro dell’increscioso incidente è stato sottoposto ad opportuna sanificazione.
Tutto è rientrato nell’ordine: sui lidi di Fano i bagnini cominciano a prepararsi per l’estate, gli studenti dell’Istituto in cui è avvenuta la disdicevole vicenda continuano ad alternare giorni in presenza e giorni in DAD, dopo avere trascorso quasi un anno in DAD integrale, le forze dell’ordine sono sulle tracce del cattivo maestro per di più cinquantenne e forse nemmeno troppo in forma, il ragazzo si sta riposando nelle stanze ovattate dell’Ospedale dove forse arriva l’odore del mare. Alcuni no mask ne approfittano per fare un po’ di confusione – la vita in provincia in fondo è monotona ed ogni occasione è buona per divertirsi – ma le forze dell’ordine li stanno identificando uno a uno e chissà che non si scopra che sono al soldo di qualche agente russo, o del Vecchio della Montagna, o del nipote di Saddam Hussein che, per vendicare lo zio ingiustamente accusato di usare armi chimiche di distruzione di massa, sta dando una mano al Covid che, ci hanno messo in guardia i virologi, si ringalluzzisce tutto quando si imbatte in qualcuno senza mascherina.
Le forze del Bene hanno segnato un punto a loro favore, ma, come è noto, vincere una battaglia non significa vincere la guerra e sono tanti e tali i pericoli che minacciano questo nostro mondo libero che dobbiamo prepararci ad una lunga guerra di posizione dove ciascuno è chiamato a fare il proprio dovere. Gli insegnanti, per esempio.
I giovani sono il cuore pulsante del Paese, è la sollecitudine per le generazioni future ad ispirare le scelte politiche di ogni governo che si rispetti ed è per questo che prendiamo il Recovery Fund, ma, purtroppo, sono fragili, corrono dietro alle nuvole e alle farfalle e finiscono per perdere la strada maestra, per perdersi dietro pericolose chimere, come dimostra anche il triste caso fanese. Grande è la responsabilità degli insegnanti, i quali non sempre sono all’altezza del compito che la società affida loro, distratti spesso da questioni di stipendio, oppure incaponiti nella vetusta idea di insegnare la loro materia. La dea Fortuna splende, però, sempre nei nostri cieli europei e da lassù ci manda un prezioso kit pedagogico per aiutare gli studenti delle Superiori a combattere disinformazione e fake news, al fine di rafforzare la resilienza della società.[2]
È davvero commovente che istituzioni cui spetta il gravoso compito di governare un (quasi) intero continente nel bel mezzo di un’emergenza sanitaria che minaccia di durare a lungo trovino il tempo di preoccuparsi che la formazione dei giovani poggi su salde fondamenta veritative.
D’altronde, solo un osservatore distratto potrebbe stupirsene; non è la prima volta che la U.E., attraverso uno dei suoi organismi, si occupa di ristabilire verità non ancora sufficientemente chiare ai popoli europei. E di riscrivere la storia, ponendo fine una volta per tutte con un tratto autorevole al dispersivo lavoro di ricerca degli storici che, oltretutto, porta ben pochi vantaggi all’erario e così stabilisce ex lege l’equiparazione di comunismo e nazismo. Quanto a quei milioni di russi sovietici morti per liberare il suolo europeo dalle armate di Hitler, sembra si tratti di una fake news messa in giro dai nostalgici dei Cosacchi e di disgustosi rituali antropofagi ai danni dei più piccoli.
D’altra parte, sarebbe da sciocchi preferire due brutali energumeni che a furia di calci e pugni spediscono in galera qualche nemico della Verità ad un’eterea, immateriale Polizia del Pensiero che aiuta a discernere il vero dal falso comodamente da casa, attraverso un semplice clic, oppure prende corpo negli accenti nobili e persuasivi di un professore, tutto compreso dell’importanza del compito riservatogli: formare le giovani generazioni alla nuova cittadinanza europea, digitale, resiliente e naturalmente inclusiva, salvo per quei pochi disinformati che, incapaci di comprenderne i vantaggi, recano danno a se stessi e alla collettività.
***
[1]https://www.ilrestodelcarlino.it/fano/cronaca/senza-mascherina-scuola-1.6326800 . Il ragazzo è stato dimesso ieri, dopo che del fatto si sono interessati dei politici facenti riferimento alla Lega, ben contenti di avere l’occasione di sventolare la bandiera della difesa della libertà, generosamente lasciata nelle loro mani dai benpensanti progressisti e sinistroidi, sempre più sinistri. Chi scrive ha proposto ad un Coordinamento di docenti della provincia, nato nel corso delle lotte contro la riforma renziana, un comunicato sulla vicenda che sottolineava essere la scuola luogo di dialogo e non di ricoveri coatti: proposta respinta per l’opposizione di qualcuno che temeva di fare il gioco della Lega, alla quale evidentemente intende lasciare libero tutto il campo!
[2]Sono state diramate circolari d’informazione nelle scuole che rinviano, per ulteriori approfondimenti, a https://europa.eu/learning-corner/spot-and-fight-disinformation_it
Intervista al 18enne di Fano sottoposto a Tso – YouTube
Fernanda Mazzoli – Il problema non è chi taglia il traguardo: il problema è il traguardo. Nella Scuola si vuole imporre come traguardo il passaggio dalla formazione della personalità umana alla formazione del capitale umano
Fernanda Mazzoli – Intorno alla scuola si gioca una partita decisiva che è quella della società futura che abbiamo in mente. La scuola può riservarsi un ruolo attivo, oppure scegliere la capitolazione di fronte al modello sociale neoliberista.
Fernanda Mazzoli – Alcune considerazioni intorno al libro «L’AGONIA DELLA SCUOLA ITALIANA» di Massimo Bontempelli
Farnanda Mazzoli – Il libro «No alla globalizzazione dell’indifferenza» di Giancarlo Paciello. Un’agguerrita strumentazione intellettuale capace di affrontare e dissolvere le nebbie ideologiche. Rivendicazione di un «universalismo universale» fondato su una comune natura umana. Rivendicazione di una «ecologia integrale». Defatalizzazione del mito del progresso.
Fernanda Mazzoli – Una voce poetica dimenticata: Isaak Ėmmanuilovič Babel’. Fondare la rivoluzione sull’anima umana, sulla sua aspirazione al bene, alla verità, al pieno dispiegarsi delle sue facoltà. La rivoluzione non può negare la spiritualità, l’esperienza interiore dell’uomo, i suoi fondamenti morali.
Fernanza Mazzoli, Javier Heraud (1942-1963) – Non rido mai della morte. Semplicemente succede che non ho paura di morire tra uccelli e alberi. Vado a combattere per amore dei poveri della mia terra, in una pioggia di parole silenziose, in un bosco di palpiti e di speranze, con il canto dei popoli oppressi, il nuovo canto dei popoli liberi.
Fernanda Mazzoli – Per una seria cultura generale comune: una proposta di Lucio Russo.
Fernanda Mazzoli – Leggendo il libro di Giancarlo Paciello «Elogio sì, ma di quale democrazia?».
Fernanda Mazzoli – Attila József (1905-1937) – Con libera mente non recito la parte sciocca e volgare del servo. Il capitalismo ha spezzato il suo fragile corpo.
Fernanda Mazzoli – René Char (1907-1988) – Résistance n’est qu’espérance. Speranza indomabile di un umanesimo cosciente dei suoi doveri, discreto sulle sue virtù, desideroso di riservare l’inaccessibile campo libero alla fantasia dei suoi soli, e deciso a pagarne il prezzo. Les mots qui vont surgir savent de nous de choses que nous ignorons d’eux.
Fernanda Mazzoli – Ripensare la scuola per mantenere aperta, all’interno dell’istituzione scolastica, quella dimensione “utopica” così intimamente legata all’idea stessa di educazione, idea che comporta una tensione intrinseca verso “un altrove” che nulla ha a che vedere con l’adattamento al presente.
Fernanda Mazzoli – Jules Vallès (1832-1885), Jules l’«insurgé», aveva scelto di essere un réfractaire e tale rimase per tutto il corso della sua vita. Prima, durante e dopo la Comune di Parigi.
Fernanda Mazzoli – Un libro per chiunque avverta la necessità di aprirsi una strada fra le brume del presente e voglia farlo con onestà e coraggio intellettuali e morali. È di un pensiero forte che necessitiamo.
Fernanda Mazzoli – La poesia di Xu Lizhi nella fabbrica globale del capitalismo assoluto. La gioventù chinata sulle macchine muore prima del suo tempo. Senza il tempo per esprimersi, il sentimento si sgretola in polvere.
Fernanda Mazzoli – Il romanzo di Georges Perec «Les choses» è di una attualità sconcertante. I libri, quando cercano con onestà intellettuale la verità, dicono molto di più di quel che dicono i loro autori.
Fernanda Mazzoli – Il libro di Antonio Fiocco «Ideare il futuro comunitario per viverne l’essenza nel presente». L’inesausta tensione progettuale per il bene comune, mai da considerarsi come acquisizione definitiva
Fernanda Mazzoli – La ripresa, finalmente! Ma chi guida la task force incaricata di traghettare il Paese fuori dell’emergenza da Covid 19? La mitologia del cambiamento e la sua necessaria demistificazione
Fernanda Mazzoli – L’io minimo ai tempi dell’epidemia. Lo spiritello esangue e pervicace della mentalità di sopravvivenza. Sopravvivere diviene preferibile a vivere nella consapevolezza.
Fernanda Mazzoli – La speranza, nel libro di Arianna Fermani, forte della sua fragilità, è apertura e rischio, si oppone alla paura, si accompagna alla fiducia e alla perseveranza, abita il campo della libertà, si confronta con la scelta, osa pensare il possibile (quando appare ancora impossibile) cercando di rendere realizzabile lo sperabile, è slancio verso il futuro, immaginazione creatrice, fiducia in un avvenire migliore costruito con pazienza e talento. È scommessa educativa, paideia, «speranza di seminare semi e di veder nascere fiori».
Fernanda Mazzoli – La colpevolizzazione delle condotte individuali non conformi ai corretti stili di vita è assurta a dispositivo ideologico tanto semplice quanto efficace, perfetto per tempi come i nostri, allergici al ragionamento complesso e al pensiero dialettico.
Fernanda Mazzoli – Quei nostri morti: Angelo Appiani, Arturo Chiappelli, Arturo Malagoli, Roberto Rovatti, Ennio Garagnani, Renzo Bersani. Modena 9 gennaio 1950
Fernanda Mazzoli – Vecchi e nuovi amici dell’umanità.
Petite Plaisance – Pubblicazioni recenti
N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio.
Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo:
info@petiteplaisance.it,
e saranno immediatamente rimossi.