George Sand (1804-1876) – La fonte più viva e più profonda del progresso dello spirito umano è la nozione di solidarietà. La mollezza delle abitudini ci invecchia e finisce con l’ucciderci.

Sand
Storia della mia vita

Storia della mia vita

«La fonte plù viva e piu profonda del progresso dello spirito umano è la nozione di solidarietà. Gli uomini di tutti i tempi l’hanno sentito istintivamente o distintamente, e tutte le volte che un individuo ha avuto il dono, piu o meno sviluppato, di saper manifestare la propria vita, è stato spinto a farlo dal desiderio delle persone care o da una voce interiore non meno possente. Gli sembra allora di eseguire un dovere, e lo è infatti, sia che racconti gli avvenimenti storici di cui è stato testimone, sia che abbia frequentato personalità importanti, sia che abbia viaggiato e abbia conosciuto e apprezzato uomini e cose nuovi. Vi è un genere di lavoro personale, che è stato compiuto piu raramente e che, secondo me, è altrettanto utile: quello che consiste nel raccontare la propria vita interiore, la vita dell’anima, cioè la storia del proprio spirito e del proprio cuore».

George Sand nel 1864

George Sand nel 1864.

«Preferisco gli uomini alle donne e lo dico senza malizia, profondamente convinta che i fini della natura siano logici e completi, che la soddisfazione delle passioni sia solo un lato ristretto e accidentale dell’attrattiva di un sesso per l’altro e che, al di fuori della relazione fisica, le anime cerchino di realizzare una specie di alIeanza intellettuale e morale, in cui ognuno dei due sessi porta ciò che è di complemento per l’altro».

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Portrait de George Sand
(nom de plume de Amantine Aurore Lucile Dupin)
en costume masculin, Musée Carnavalet.

«Non odio iI lusso, anzi lo amo, ma non so che farmene. I gioielli mi piacciono terribilmente: secondo me non vi è niente di piu bello di queste creazioni di metallo e di pietre preziose che possono avere le forme piu svariate e le composizioni piu delicate. Mi piace esaminare le parures di gioielli e le stoffe dai colori vivaci: le cose di gusto mi affascinano. Vorrei essere un gioielliere o un sarto, per poter dar sfogo alla mia inventiva
e per dar vita, con il mio gusto, a questi materiali cosi ricchi. Ma non mi interessa usare le belle cose: un bel vestito mi impaccia, i gioielli mi irritano la pelle; in ogni caso, la mollezza delle abitudini ci invecchia e finisce con l’ucciderci. In definitiva, non sono nata per essere ricca e se non cominciassi a sentire i malesseri della vecchiaia, sinceramente vivrei in una capanna dal tetto di paglia nel Berry, purché fosse pulita – e ci tengo a dire che quasi tutte lo sono – con altrettanto piacere che in una villa in Italia. A cinquant’anni, sono esattamente com’ero da bambina: mi piace sognare, meditare, lavorare […].

George Sande, Histoire de ma vie, 1855; Parisi, Gallimard, 1970.

Auguste Charpentier, George Sand

A. Charpentier, George Sand.

«Se lei parla delIe mie risorse, può dire in tutta coscienza che sono sempre vissuta, di giorno in giorno, col frutto del mio lavoro, e che io considero questo modo di organizzare la propria vita come il piu felice».

George Sande, Lettera a Louis Ulbach.

E, Delacroix, George Sand e Fryderyk Chopin

E, Delacroix, George Sand e F. Chopin.


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Costanzo Preve – Religione Politica Dualista Destra/Sinistra. Considerazioni preliminari sulla genesi storica passata, sulla funzionalità sistemica presente e sulle prospettive future di questa moderna Religione

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La discussione sulla funzionalità della dicotomia Destra/Sinistra per spiegare i conflitti storici, politici ed ideologici del nostro tempo è (per ora) interminabile. Interminabile nel senso etimologico della parola, perché non se ne vede per ora la fine. Non credo però che la fine non verrà mai. La dicotomia Destra/Sinistra non interpella infatti le strutture fondamentali della riproduzione della vita umana in società, ma concerne soltanto un particolare “immaginario” sorto con la genesi storica della società moderna, borghese e capitalistica (preferisco evitare il termine imperfettamente fuso insieme, e quindi fuorviante, di società borghese-capitalistica con il trattino). Questo immaginario storicamente determinato è stato poi “retrodatato” al passato, costruendo appunto una grande-narrazione metastorica, e “prolungato” nel futuro immaginando un conflitto eterno di tipo sostanzialmente ciclico (per cui si ha il paradosso che i sostenitori di una concezione lineare e teolologica del progresso storico si immaginano in realtà un nicciano eterno ritorno del sempre uguale conflitto fra Destra e Sinistra, con vittoria finale definitiva della sola Sinistra, in una Umanità che allora diventerebbe simbolicamente monca, e cioè con una mano sola).
Vi è qui un vero nodo di paradossi e di contraddizioni. Per contribuire a scioglierne una parte (ma senza farmi nessuna illusione) proporrò un percorso in tre tappe, partendo da una analisi della genesi della dicotomia per poi passare al suo attuale carattere strutturale e per terminare infine con alcune ipotesi sul (prossimo) futuro.. [continua a leggere]

 

Costanzo Preve, Religione Politica Dualista Destra-Sinistra

 


Vedi anche:

Costanzo Preve, Elementi di Politicamente Corretto
Costanzo Preve, Capitalismo senza classi e società neofeudale
Costanzo Preve – Introduzione ai «Manoscritti economico-filosofici del 1844» di Karl Marx.
Costanzo Preve – Le avventure della coscienza storica occidentale. Note di ricostruzione alternativa della storia della filosofia e della filosofia della storia.
Costanzo Preve – Nel labirinto delle scuole filosofiche contemporanee. A partire dalla bussola di Luca Grecchi.
Costanzo Preve – Questioni di filosofia, di verità, di storia, di comunità. INTERVISTA A COSTANZO PREVE a cura di Saša Hrnjez
Costanzo Preve – Recensione a: Carmine Fiorillo – Luca Grecchi, «Il necessario fondamento umanistico del “comunismo”», Petite Plaisance, Pistoia, 2013

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Augusto Cavadi – Perché il Sud non decolla?

questione meridionale

 

Perché il Sud

Logo Il MulinoEmanuele Felice, Perché il Sud è rimasto indietro, Il Mulino, Bologna, 2013.


Ci sono dei libri che un cittadino italiano mediamente istruito – soprattutto se vive al di sotto del parallelo di Napoli – dovrebbe assolutamente conoscere: Perché il Sud è rimasto indietro (Il Mulino, Bologna 2013), di Emanuele Felice, è uno di questi. Ma, dal momento che non tutti hanno il tempo – né soprattutto la voglia – di leggerlo, proverò a sintetizzarlo (senza tacere la speranza che l’aperitivo svegli un po’ di appetito).
L’autore esamina, opportunamente, le risposte errate (o, per lo meno, esatte solo parzialmente), raggruppandole in due famiglie principali. All’area “accusatoria” appartengono le tesi di chi punta il dito sui meridionali stessi (o perché tarati geneticamente o perché incapaci di cooperazione sociale); all’area “assolutoria” appartengono le tesi di chi attribuisce il ritardo del Sud al Nord sfruttatore o alla svantaggiosa collocazione geografica rispetto alle risorse naturali (energia idraulica) e ai mercati continentali. Lo smontaggio di queste tesi (e il recupero dei frammenti di verità in esse contenuti per proporre una risposta più convincente) occupa i tre capitoli del volume… [Continua a leggere]

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com

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Nelly Sachs (1891-1970) – Non distruggete l’universo delle parole, lasciate alla fonte le parole che loro sole fanno avanzare gli orizzonti.

Nelly Sachs

Libro scolpito

Popoli della terra,
non distruggete l’universo delle parole,
non tagliate con lame d’odio la voce nata con il respiro.

Popoli della terra,
che nessuno pensi morte quando dice vita.

Popoli della terra,
lasciate alla fonte le parole
che loro sole fanno avanzare gli orizzonti.

Nelly Sachs, Popoli della terra.

 

 


 

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Pier Paolo Pasolini (1922-1975) – Nel teatro la parola vive di una doppia gloria, mai essa è così glorificata.

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P.P. Pasolini, Affabulazione, Einaudi

In Affabulazione, Pasolini affiderà a un personaggio-chiave, l’Ombra di Sofocle, il compito di enunciare le caratteristiche del nuovo teatro: 

Nel teatro la parola vive di una doppia gloria, 
mai essa è così glorificata. E perché? 
Perché essa è, insieme, scritta e pronunciata. 
È scritta, come la parola di Omero, 
ma insieme è pronunciata come le parole 
che si scambiano tra loro due uomini al lavoro, 
o una masnada di ragazzi, o le ragazze al lavatoio, 
o le donne al mercato – come le povere parole insomma 
che si dicono ogni giorno, e volano via con la vita.

Pier Paolo Pasolini

 

copertina-ppp-teatro

l volume, sollecitato da due convegni promossi nel novembre 2010 a Casarsa della Delizia (dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini) e a Bologna (dal Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini della Cineteca e dal Cimes dell’Università degli Studi di quella città), presenta le riflessioni di un nutrito gruppo di studiosi attorno al teatro di Pasolini, indagato in sette sezioni. Vi sono evidenziate le origini e le tappe evolutive, le specificità dell’opera tragica, le raffinatezze teoriche, le complessità degli intrecci fra il teatro e il cinema, le intersezioni con altri autori. Nell’ultima sezione, gli stimoli di alcuni registi che, dopo Pasolini, hanno dimostrato, con esperienze diverse di pratica scenica, la fertilità, la praticabilità materiale e l’attualità di quella drammaturgia.
Un’ampia panoramica concettualmente rimeditata, che contribuisce a far chiarezza sull’originalità del teatro pasoliniano, riposizionandone il significato dentro l’opera dell’autore, nel contesto del suo tempo e del nostro, mettendone in luce il potenziale di rappresentabilità sempre aperta al futuro.

Pasolini e il teatro
a cura di Stefano Casi, Angela Felice e Gerardo Guccini
Marsilio ed.
Collana: Ricerche
Anno: settembre 2012
ISBN: 978-88-317-1414-3
pagine: XVI-404


 

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Pier Paolo Pasolini (1922-1975) – Il potere di oggi manipola i corpi in un modo orribile. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, con valori alienanti e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi.

Pasolini 03

Pasolini prossimo nostro

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«Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole. E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario o dettato da sua necessità di carattere economico, che sfugge alle logiche razionali. Io detesto soprattutto il potere di oggi. Ognuno odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni. È un potere che manipola i corpi in un modo orribile, che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o da Hitler. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi, reali, precedenti. Sono caduti dei valori, e sono stati sostituiti con altri valori. Sono caduti dei modelli di comportamento e sono stati sostituiti da altri modelli di comportamento. Questa sostituzione non è stata voluta dalla gente, dal basso, ma sono stati imposti dal nuovo potere consumistico, cioè la nostra industria italiana pluri-nazionale e anche quella nazionale degli industrialotti, voleva che gli italiani consumassero in un certo modo, un certo tipo di merce, e per consumarlo dovevano realizzare un nuovo modello umano».

Pier Paolo Pasolini

Citato in Pasolini prossimo nostro, film documentario di Giuseppe Bertolucci (2006).

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Costanzo Preve – Elementi di Politicamente Corretto. Studio preliminare su di un fenomeno ideologico destinato a diventare in futuro sempre più invasivo e importante

Preve 02

1. La teoria marxiana dei modi produzione, e del modo di produzione capitalistico in particolare, è generalmente intesa in forma spaziale-topologica, e cioè con un sopra e con un sotto. Sotto ci starebbe la struttura, intesa generalmente come la relazione fra lo sviluppo e la forma delle forze produttive sociali, e la natura classista dei rapporti di produzione. Sopra, invece, ci starebbe la sovrastruttura, intesa come quel sistema di istituzioni e di ideologie funzionale alla riproduzione globale dei rapporti di produzione classisti di cui si è fatto cenno.
Questa immagine topologica è stata accusata di meccanicismo, come se esistesse una sorta di “legge di causazione”, per cui la struttura determinerebbe meccanicamente la sovrastruttura. La teoria dell’interazione reciproca appare solo una poco rilevante “aggiunta ad hoc” (Thomas Kuhn), in quanto resterebbe comunque la famosa determinazione in ultima istanza da parte della struttura. E così come sovrano è chi è sovrano in ultima istanza nello stato di eccezione (Schmitt), nello stesso modo se si considera determinante in ultima istanza la struttura sulla sovrastruttura è inutile parlare di interazione reciproca. Meglio l’economicismo determinista che la sopravalutazione della produzione di ideologia, sia pure apparentemente disfunzionale e “contestativa”.
Altri hanno cercato di polemizzare contro questa topologia spaziale dualistica con la reintroduzione del concetto di totalità unica espressiva, considerato spesso “hegeliano”. Ed in effetti all’interno di una totalità unica espressiva, sia pure strutturata dialetticamente attraverso una catena di contraddizioni e di determinazioni che spingono oltre se stesse (caratteristica unica di Hegel e di Marx, che li fanno membri di una stessa scuola filosofica, e non di due diverse), la distinzione di principio fra struttura e sovrastruttura viene a cadere. Questa via, ad esempio, è stata presa da molti insigni pensatori di intenzione soggettivamente marxista, che hanno ridefinito l’intera totalità unica capitalistica come mondo alienato dominato dal feticismo della merce e/o dalla incontrollabilità del nesso di economia e di tecnica.
Non si tratta di sviluppare una (pur legittima) discussione di marxologia critica. Si tratta di segnalare al lettore la centralità del concetto di ideologia per la riproduzione del sistema capitalistico… [continua a leggere]

 

Costanzo Preve, Elementi di Politicamente Corretto


Vedi anche:

Costanzo Preve, Religione Politica Dualista Destra-Sinistra
Costanzo Preve, Capitalismo senza classi e società neofeudale
Costanzo Preve – Introduzione ai «Manoscritti economico-filosofici del 1844» di Karl Marx.
Costanzo Preve – Le avventure della coscienza storica occidentale. Note di ricostruzione alternativa della storia della filosofia e della filosofia della storia.
Costanzo Preve – Nel labirinto delle scuole filosofiche contemporanee. A partire dalla bussola di Luca Grecchi.
Costanzo Preve – Questioni di filosofia, di verità, di storia, di comunità. INTERVISTA A COSTANZO PREVE a cura di Saša Hrnjez
Costanzo Preve – Recensione a: Carmine Fiorillo – Luca Grecchi, «Il necessario fondamento umanistico del “comunismo”», Petite Plaisance, Pistoia, 2013

 


 

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Costanzo Preve – Capitalismo senza classi e società neofeudale. Ipotesi a partire da una interpretazione originale della teoria di Marx.

Preve 02

1. Al principio di tutto, c’è l’indignazione. In generale l’indignazione è preceduta da una vaga irritazione, ma quando l’irritazione si cristallizza in indignazione allora si ha la genesi delle rivelazioni religiose e delle coerentizzazioni filosofiche. L’indignazione è stata all’origine della filosofia greca detta erroneamente presocratica (erroneamente, perché in un certo senso lo stesso Socrate è stato l’ultimo dei cosiddetti presocratici, e cioè di coloro che filosofavano al servizio diretto ideale della polis democratica), nella forma della indignazione razionalizzata di fronte all’irruzione sconvolgente della schiavitù per debiti, a sua volta dovuta alla monetarizzazione selvaggia dei rapporti sociali. In sintesi, la stessa filosofia greca ha trovato la sua genesi storica e sociale nello scontro fra l’elemento comunitario e l’elemento privato, più specificamente nella lotta fra le classi subalterne che aspiravano a salvaguardare la coesione economica e solidale della comunità e le classi superiori che miravano invece a dissolvere i legami comunitari, liberandosi così dalle pendenze e dagli obblighi economici verso la comunità, spalancando così le porte all’accumulazione crematistica.
Ho usato il termine accumulazione crematistica (termine preso da Aristotele) e non capitalistica, perché a quei tempi non sarebbe stato in alcun modo corretto parlare di accumulazione capitalistica. La piena confluenza dell’economia crematistica (già presente ovviamente, sia pure dominata, in un contesto di modo di produzione asiatico, schiavistico e feudale) in vera e propria economia capitalistica presuppone la sparizione di ogni distinzione fra crematistica ed economia propriamente detta, distinzione che sta invece alla base della concezione aristotelica della società (e si veda in proposito, oltre allo stesso Marx, Karl Polanyi, eccetera)… [continua a leggere]

Costanzo Preve, Capitalismo senza classi e società neofeudale

 


Vedi anche:

Costanzo Preve, Religione Politica Dualista Destra-Sinistra
Costanzo Preve, Elementi di Politicamente Corretto
Costanzo Preve – Introduzione ai «Manoscritti economico-filosofici del 1844» di Karl Marx.
Costanzo Preve – Le avventure della coscienza storica occidentale. Note di ricostruzione alternativa della storia della filosofia e della filosofia della storia.
Costanzo Preve – Nel labirinto delle scuole filosofiche contemporanee. A partire dalla bussola di Luca Grecchi.
Costanzo Preve – Questioni di filosofia, di verità, di storia, di comunità. INTERVISTA A COSTANZO PREVE a cura di Saša Hrnjez
Costanzo Preve – Recensione a: Carmine Fiorillo – Luca Grecchi, «Il necessario fondamento umanistico del “comunismo”», Petite Plaisance, Pistoia, 2013

 


 

 

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Ippocrate (460 a.C.-370 a.C.) – Rido dell’uomo, pieno di stoltezza, […] che con i suoi desideri smisurati si affanna ad avere sempre di più facendo a pezzi la madre terra.

Ippocrate

«Ma io rido solo dell’uomo, pieno di stoltezza, vuoto di azioni rette, […] che con i suoi desideri smisurati percorre la terra fino ai suoi confini e penetra nelle sue immense cavità, fonde l’argento e l’oro e non smette di accumularne, si affanna ad avere sempre di più per essere sempre più piccolo. Non si vergogna di essere ritenuto felice perché scava le profondità della terra con le mani di uomini incatenati: di essi alcuni muoiono sotto i crolli di terra, altri, in lunghissima servitù, vivono in quella prigione come nella loro patria; cercano argento e oro, frugando tra polvere e detriti, spostano mucchi di sabbia, aprono le vene della terra per arricchirsi, fanno a pezzi la madre terra».

Ippocrate, Ippocrate e Democrito (Epistole 10-21), in Id., Lettere sulla follia di Democrito, testo greco a fronte, a cura di Amneris Roselli, Napoli, Liguori, 1998, pp. 63-65.


Lettere sulla follia di Democrito

Logo Liguori

Ippocrate

Lettere sulla follia di Democrito

a cura di Amneris Roselli

ISBN: 978-88-207-2822-9

Attraverso le Lettere, qui per la prima volta integralmente tradotte e con testo a fronte, è giunta fino a noi l’immagine di Ippocrate come medico che disprezza la ricchezza e cerca la verità. Il suo incontro con Democrito – il filosofo folle che ride della stoltezza degli uomini e seziona animali cercando le cause della follia – ha sollecitato la fantasia di scrittori e artisti fino all’età moderna, fra cui Ficino, Erasmo, Rabelais, Montaigne. Da queste lettere sono germogliate l’Anatomia della malinconia di Robert Burton e La storia degli Abderiti di Christoph Martin Wieland.

Amneris Roselli

Insegna Filologia classica nell’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Ha curato l’edizione di Ippocrate Epidemie VI, 1982, e dello pseudoaristotelico De spiritu, 1992, ed è autrice di numerosi saggi sulla medicina greca e latina (Ippocrate, Galeno, Celso).


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Giancarlo Paciello – La Costituzione tradita. Intervista a cura di Luigi Tedeschi

Costituzione tradita

 

L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Così recita l’art. 1 della costituzione italiana. Tuttavia la svolta liberista di stampo anglosassone imposta alla struttura economico – sociale del paese sembra smentire questo principio fondativo. Anzi, tutte le norme costituzionali che affermano i principi di dignità e tutela del lavoro sembrano aver subito una abrogazione materiale. Il principio lavorista viene spesso contestato come un vecchio residuo ideologico, si vuole infatti sostituire il fondamento del lavoro con quello della libertà.

Potrebbe secondo me essere una cosa positiva, perché libertà è libertà dal bisogno. Servirebbe una visione più vasta della libertà umana. Ma di fatto non si vuole tener conto che la dignità umana si basa sul lavoro. Bergoglio usa questa espressione poetica: “Il lavoro unge di dignità l’uomo”. Questa è una formulazione recente della Chiesa. Pio XII in particolare in un suo discorso bollava “la smodata bramosia di piaceri” degli operai italiani che chiedevano aumenti salariali. Io insisto a riferirmi al dettato cattolico perché è quello che domina l’immaginario collettivo dell’Italia. Il Papa è sempre un valore assoluto riconosciuto da tutti. E’ il caso di rifarsi a persone al di sopra di ogni sospetto. Il quadro che tu descrivi è in realtà l’obiettivo che il neoliberismo dominante ha intenzione di colpire. Perché il soggetto si caratterizza come soggetto di consumo e quindi la dialettica sociale non è più quella di capitale e lavoro…[Continua a leggere]

Fonte: Italicum

Luigi Tedeschi intervista Giancarlo Paciello
La Costituzione tradita

 

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