Autori, e loro scritti

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Irvin D. Yalom – Non scegliere il progetto della propria vita significa fare della propria esistenza un accidente. Per combattere il nichilismo dobbiamo formulare un progetto che dia significato alla vita per sostenere la vita stessa.

Marguerite Yourcenar (1903-1987) – Leggere la vita.

Marguerite Yourcenar (1903-1987) – Costruire, significa collaborare con la terra. Ricostruire significa collaborare con il tempo.

Marguerite Yourcenar (1903-1987) – Ho sempre avuto fortissimo l’orrore del possesso, l’orrore dell’acquisizione, dell’avidità, della logica per cui la riuscita consiste nell’accumulare denaro.

Marguerite Yourcenar (1903-1987) – Aver ragione troppo presto equivale ad aver torto. Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su se stessi: la mia prima patria sono stati i libri.

Marguerite Yourcenar (1903-1987) – Il Tempo grande scultore. Dal giorno in cui una statua è terminata, comincia, in un certo senso, la sua vita.

Marguerite Yourcenar (1903-1987) – «Moneta del sogno». I due principali elementi del libro, il sogno e la realtà, cessano di essere due entità distinte, pressoché inconciliabili, per fondersi maggiormente in quel tutto che è la vita.

Marguerite Yourcenar (1903-1987) – Ho amato la lingua greca per la sua flessibilità di corpo allenato, la ricchezza del vocabolario nel quale a ogni parola si afferma il contatto diretto e vario delle realtà, l’ho amata perché quasi tutto quel che gli uomini han detto di meglio è stato detto in greco. Ho tradotto dal greco, per il mio piacere, in: «La Couronne et la Lyre. Poème traduits du Grec».

Autori, e loro scritti

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Carlos Ruiz Zafón (1964-2020) – Ogni libro possiede un’anima. La lettura coinvolge mente e cuore, due elementi sempre più rari. Conserva i tuoi sogni, la fantasia è un bene raro.

Maria Zambrano – La virtù della delicatezza.

Maria Zambrano (1904-1991) – Il silenzio che accoglie la parola assoluta del pensiero umano diventa il dialogo silenzioso dell’anima con se stessa.

Maria Zambrano (1904-1991) – Saper guardare un’icona significa liberarne l’essenza, portarla alla nostra vita.

María Zambrano (1904-1991) – Il punto dolente della cultura moderna è la sua mancanza di trasformazione della conoscenza pura in conoscenza attiva, che possa alimentare la vita dell’uomo di ciò che necessita.

María Zambrano (1904-1991) – L’amore è l’elemento della trascendenza umana. Originariamente fecondo, quindi, se persiste, creatore di luce, di vita, di coscienza. È l’amore a illuminare la nascita della coscienza.

María Zambrano (1904-1991) – La vita ha bisogno di rivelarsi, di esprimersi: se la ragione si allontana troppo, la lascia sola, se assume i suoi caratteri, la soffoca.

María Zambrano (1904-1991) – Vivere come figli è qualcosa di specificatamente umano; solo l’uomo si sente vivere a partire dalle sue origini e a queste si rivolge con rispetto. Se è così, non dovremmo temere che, smettendo di essere figli, smetteremo anche di essere uomini?

María Zambrano (1904-1991) – La cosa più umiliante per un essere umano è sentirsi portato, trascinato, senza possibilità di scelta, senza poter prendere alcuna decisione.

María Zambrano (1904-1991) – La violenza vuole, mentre la meraviglia non vuole nulla, le è estraneo e perfino nemico tutto quanto non persegue il suo inestinguibile stupore estatico.

María Zambrano (1904-1991) – Sogno e destino della pittura. Dal sogno la pittura ha la sua nascita. Perché essa è nata nelle caverne. I sogni hanno bisogno di salvarsi. E un sogno salvato è un sogno visibile.

María Zambrano (1904-1991) – L’esperienza precede ogni metodo. Ma il metodo si dà fin dal principio in una determinata esperienza, che proprio in virtù di ciò arriva ad acquistare corpo e forma, figura.

María Zambrano (1904-1991) – La vera musica non può essere trovata in un dogma, ma in un uomo concreto che percepisce con la sua armonia interiore l’armonia del mondo.

María Zambrano (1904-1991) – La finalità si sveglia, e quando arriva così è un tipico risveglio: da uno stato di abulia o dal lasciarsi vivere, ci svegliamo facendoci sentire che dobbiamo agire.

María Zambrano (1904-1991) – Vivere come figli è qualcosa di specificatamente umano; solo l’uomo si sente vivere a partire dalle sue origini e a queste si rivolge con rispetto.

María Zambrano (1904-1991) – Persona è colui che nella vita lascia intravedere, con la sua stessa vita, che un senso superiore ai fatti fa acquisire ad essi significato configurandoli in un’immagine: affermazione di una libertà imperitura pur nell’imporsi delle circostanze.

María Zambrano (1904-1991) – Il pensiero filosofico ci permette di osare sentire. La Filosofia nasce dalla necessità che la vita umana ha di trasparenza e di visibilità. È intimità che aspira a farsi visibile, solitudine che vuole essere comunità nella luce.

María Zambrano (1904-1991) – La delicatezza è una virtù eminentemente sociale, è un frutto ultimo dello spirito umano. Là dove appare, è imperitura.

María Zambrano (1904-1991) – La vita ha bisogno della parola. Se si pensa è perché la vita ha bisogno della parola che la rischiari, della parola che la potenzi, che la innalzi.

María Zambrano (1904-1991) – Il passato in quanto tale, appare e al tempo stesso si integra, emergono da esso nuove possibilità, poiché il passato feconda al tempo stesso in cui è fecondato, crea un piano temporale nuovo è più complesso. Più complesso e più prossimo all’unità.

María Zambrano (1904-1991) – Il compiuto riconoscimento di ciò che siamo è sempre preceduto dal sofferto confronto con l’altro.

Marcello Zanatta – Concetto basilare dell’etica, il bene entra, in modo tematico o implicito, nella riflessine di tutte le filosofie dell’antichità e riveste anche una fondamentale dimensione ontologica.

Adriana Zarri (1919-2010) – Cosa ci stai a fare nel mondo, se non hai occhi, se non hai mani per toccare la vita? Ciò che ci manca sono gli occhi, l’incantamento, lo stupore per un mondo sempre diverso, per una vita sempre nuova.

Mauro Zennaro, Grafica, pubblicità e scuola.

Andrea Zhok – Le concezioni dell’individuo umano come originario e irriducibile sono incardinate nella spina dorsale della concettualità economica. La realtà umana, la concretezza storica e antropologica, vengono perciò sempre lette come una sorta di eccezioni, di deviazioni, più o meno marcate e possibilmente da correggere.

Slavoj Žižek – Come fa un concetto ad emergere dalla confusa rete di impressioni che abbiamo di un oggetto? Attraverso la potenza dell’“astrazione”. La potenza assoluta della nostra mente non è vedere di più ma di meno in modo corretto.

Luigi Zoja – Se oggi interroghiamo il nostro mondo interiore sul suo bisogno più assoluto e originario, la risposta sarà un bene in cui la giustizia non è separabile dalla bellezza.

Luigi Zoja – Nella cerniera tra natura e cultura sta l’origine del padre. Il padre è costruzione. A differenza dall’essere madri, non basta generare un figlio, è necessaria anche una precisa volontà. Se ogni paternità è una decisione, ogni paternità richiede un’adozione, anche se il figlio già è stato generato da quel padre.

Shoshana Zuboff – Il capitalismo della sorveglianza è predittività, cioè prevedere e al tempo stesso manipolare, condizionare, plasmare le scelte, trasformando l’esperienza umana in materia prima economica.

Shoshana Zuboff – Il tiranno del capitalismo della sorveglianza non ha più bisogno della frusta del despota, ha espropriato un bene dalle esperienze di persone dotate di pensieri, può soggiogare gli altri non con il terrore, ma inducendoli alla confluenza.

Raúl Zurita – Leviamo ancora il nostro grido di dolore per i desaparecidos inabissati dai golpisti di Pinochet tra le onde del Pacifico e per gli africani dasciati affogare nel Mediterraneo dall’indifferenza degli europei.

Stefan Zweig (1881-1942) – Soltanto il libro esercitava un potere su di lui, mai il denaro.

Stefan Zweig (1881-1942) – Una idea, se sorretta da una tenace passione, è più forte di tutti gli elementi naturali

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