Sergej Vasil’evič Rachmaninov (1873-1943) – Comporre è una parte essenziale di me, come respirare e mangiare, è l’espressione dei miei pensieri più profondi. La musica nasce dal cuore e si rivolge al cuore. È amore. Sorella della musica è la poesia, e madre la sofferenza.
«Comporre è una parte essenziale di me, come respirare e mangiare; è l’espressione dei miei pensieri più profondi e il mio costante bisogno di comporre è difatti la mia necessità più recondita di dare un suono a quei pensieri. Scrivo quello che sento; la mia musica è pertanto un esito del mio temperamento. E per questo, ovunque io viva, è musica russa».
«La musica deve esprimere il paese di nascita del compositore, le sue pene amorose, la sua religiosità, i libri che hanno destato il suo interesse, i dipinti che ha amato: deve essere il risultato totale delle sue esperienze di vita… La musica nasce dal cuore e si rivolge al cuore. È amore. Sorella della musica è la poesia, e madre la sofferenza».
«Quale altra funzione può mai avere la musica se non risanarci? Come sapete, il titolo di una delle mie prime canzoni pubblicate era Il raccolto del rimpianto: “Venti freddi spazzavano i campi distruggendo il prato dei miei sogni, disseminando qua e là i semi maturi che domani toccheranno il suolo per morire o germogliare i semi soffocanti e benedire il raccolto del mio rimpianto…”. Ecco, forse ora possiamo ritrovarci nel raccolto e sanare i nostri rimpianti».
«Posso rispettare l’obiettivo artistico di un compositore se arriva al cosiddetto linguaggio moderno dopo un intenso periodo di preparazione… Tali compositori sanno cosa stanno facendo quando infrangono una legge; sanno contro cosa reagire, perché hanno avuto esperienza nelle forme e nello stile classici. Avendo padroneggiato le regole, sanno quali possono essere violati e quali dovrebbero essere rispettati. Ma, mi dispiace dirlo, ho scoperto troppo spesso che i giovani compositori si tuffano nella scrittura di musica sperimentale con le loro lezioni scolastiche solo a metà imparate. Troppa musica radicale è pura finzione, proprio per questa ragione: il suo compositore inizia a rivoluzionare le leggi della musica prima di impararle da sé».