Kurt Eisner – La verità è il più grande di tutti i possedimenti nazionali. Uno stato, un popolo, un sistema che sopprime la verità o teme di pubblicarla, merita di crollare. Noi, che abbiamo trovato una nuova forma di rivoluzione, stiamo anche cercando di sviluppare una nuova forma di democrazia. Vogliamo la costante cooperazione di tutte le persone creative in città e in campagna.
Kurt Eisner ha scritto: «La verità è il più grande di tutti i possedimenti nazionali. Uno stato, un popolo, un sistema che sopprime la verità o teme di pubblicarla, merita di crollare».
Ed ancora: « […] Wahrheit muß sein und wenn wir zugrunde gehen» ([…] la verità deve essere, anche se periamo» – Sulla questione della colpa di guerra; in: Guilt and Espiation, opuscoli del Bund New Fatherland, n. 12, Verlag New Fatherland E. Berger & Co, Berlino 1919).
Ed ancora: «Wir, die wir eine neue Form der Revolution gefunden haben, wir versuchen auch eine neue Form der Demokratie zu entwickeln. Wir wollen die ständige Mitarbeit aller Schaffenden in Stadt und Land» («Noi, che abbiamo trovato una nuova forma di rivoluzione, stiamo anche cercando di sviluppare una nuova forma di democrazia. Vogliamo la costante cooperazione di tutte le persone creative in città e in campagna» – Discorso in occasione delle celebrazioni della rivoluzione al Teatro Nazionale il 17 novembre 1918; in: Die Neue Zeit, Georg Müller Verlag, Monaco di Baviera 1919).
Heinrich Mann, ha scritto su di lui:
«Die hundert Tage der Regierung Eisners haben mehr Ideen, mehr Freuden der Vernunft, mehr Belebung der Geister gebracht als die fünfzig Jahre vorher» («I cento giorni del governo di Eisner hanno portato più idee, più gioia della ragione, più animazione dello spirito rispetto ai cinquant’anni prima» – Heinrich Mann, Kurt Eisner, discorso commemorativo, tenuto il 16 marzo 1919; in: Macht und Mensch, Kurt Wolff Verlag, Monaco 1919).
Kurt Eisner, giornalista e scrittore, nel 1914 si schierò con i socialisti contrari alla partecipazione della Germania alla prima guerra mondiale e nel 1917 aderì alla sinistra dell’USPD. Il 7 novembre del 1918 guidò la rivoluzione repubblicana di Monaco di Baviera proclamando lo Stato libero di Baviera, divenendone il primo presidente. Il 21 febbraio 1919, sulla Kardinal Faulhaberstrasse a Monaco, venne assassinato da Anton Graf von Arco auf Valley un nazionalista figlio di un conte bavarese. Il suo carnefice, essendo per metà ebreo era stato escluso dalle logge razziste, ma Hitler lo dichiarò comunque eroe nazionale per aver eliminato un “sovversivo”.
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