Giusi Marchetta – Lettori si cresce
«Questo hanno davvero in comune le ultime generazioni: una politica dominata dall’economia le cresce e mantiene affamate e folli. Le vuole così.
Un po’ alla volta sono state scardinate tutte le loro possibili difese, in modo da ottenere un popolo di consumatori privati non tanto della cultura, quanto della capacità di riconoscerla e del desiderio di goderne.
A mancare è quella che Latronico chiama “fiducia nel fatto che l’arte abbia qualcosa da dare”: l’idea che possa essere un valore aggiunto all’esistenza o che contribuisca per lo meno a renderla più interessante.
Il risultato è un popolo di giovani e meno giovani che non riescono a comprendere un testo con troppe subordinate.
Che non conoscono nemmeno la Storia che li riguarda.
Che non sanno perché il sole nasce e tramonta.
Sudditi col diritto di voto.
Perciò non sei stupida,Giulia.
Ti hanno solo detto che certe cose in questa società non contano e l’hanno reso vero.
Con la cultura non si mangia: lo hanno urlato a un microfono, lasciato intuire dal curriculum dei vip.
È nello sguardo di tua madre quando mi paga le ripetizioni, un cartello appeso al collo dei professori perennemente precari, perennemente frustrati. È uno spot elettorale.
Nei tuoi quindici anni di vita hai assimilato che leggere è noioso, difficile e non cambia le cose. Non ti diverte o rende felice. Leggere non serve a niente.
Quindi lascia che vi diano la colpa, i genitori attenti con le loro librerie strapiene, i professori che ti incalzano in groppa ai loro Ronzinante. Che ti rinneghino pure più di tre volte e che storcano il viso da te.
Sbagliano, perché nella giungla che li circonda non riconoscono i lupi che ti hanno cresciuta».
Giusi Marchetta, Lettori si cresce, Einaudi, 2015, p. 55.