Cécile Coulon – La casa delle parole, Keller editore, 2015. «Il cuore batteva a mille. […] Un anno di notti bianche. Per imparare a leggere, […] costantemente terrorizzato all’idea di farsi beccare. [Eppure …] leggere aveva risvegliato il potere sopito nella sua gabbia toracica».

Cécile Coulon
«Il Programma distrusse un altro aspetto della Storia: all’istituzione delle Case delle Parole, i vecchi libri furono vietati. Le librerie non potevano vendere una sola copia classificata come letteratura: i testi complessi costituivano un intralcio al buon svolgimento del Programma. Le biblioteche vennero svuotate, i reparti riorganizzati. Cassoni pieni di romanzi, di raccolte di racconti, saggi politici partivano verso le Discariche …» (pp. 94-95).
«Centosessanta Libri: ne dichiarò solo centocinquantanove. L’ultimo? Nascosto sotto il petto […]. Moriva di paura. Il Libro riposava contro il suo petto, il cuore batteva a mille. […] Un anno di notti bianche. Per imparare a leggere, […] costantemente terrorizzato all’idea di farsi beccare. [Eppure …] leggere aveva risvegliato il potere sopito nella sua gabbia toracica» (pp. 106-108).

In un Paese senza nome le autorità hanno trovato il modo di garantire l’ordine sociale: letture pubbliche come strumento perfetto di manipolazione. Gli stadi vengono riempiti di persone che, affamate di emozioni intense, ascoltano avidamente brani ed estratti dei più diversi generi letterari e così le passioni, la rabbia, la disperazione, le paure vengono a galla e svaniscono in poco più di un’ora… fino alla prossima adunanza.
Tutto si svolge sotto l’occhio vigile di agenti che devono essere freddi, efficienti e, soprattutto, analfabeti. In cambio hanno una vita di privilegi e spensieratezze e un numero al posto del nome. Come 1075, il migliore tra tutti, almeno fino a quando un incidente sul lavoro lo confina in un ospedale. Lì nel tedio dei giorni di convalescenza incontra una giovane donna che tiene lezioni di lettura per i bambini malati… e tutto comincia a traballare.
Una favola inquietante e feroce sulle pratiche di controllo della società, sulla libertà, le emozioni, la consapevolezza e sull’amore per la letteratura.


Cécile Coulon si impone ancora una volta come un’incredibile narratrice di storie. E questa è una vera e propria dichiarazione d’amore per la letteratura. ELLE (FRANCE)

 

Cécile Coulon è nata a Clermont-Ferrand. Ispirata dalla letteratura francese quanto da quella americana, l’autrice è anche una grande appassionata di cinema e musica. Nel suo universo così convivono Maupin, Proust, Flaubert. Steinbeck, Tennessee Williams ma anche le pellicole di Pier Paolo Pasolini e dei fratelli Coen e la musica di Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Ramones. Considerata una delle più talentuose della sua generazione, ha conquistato critici e lettori con una produzione narrativa di grande qualità. In Italia è apparso, sempre per Keller editore, Il re non ha sonno (2013) .

La casa delle parola

Cécile Coulon, La casa delle parole, Keller editore, 2015.

 

 

Quelle parole che rendono liberi – la Repubblica.it

Un mondo senza letteratura nel nuovo libro di Cécile Coulon

 

 

 

Freccia rossa Intervista a C. Coulon, il manifesto, 17-12-2015.

Logo Adobe Acrobat


****************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite****************************

Melania G. Mazzucco – Il museo del mondo, Einaudi, 2014

Melania G. Mazzucco

«Se un’opera d’arte non diventa presenza – specchio di un pensiero, indelebile emozione, scintilla di un significato del mondo – non è niente».

Melania G. Mazzucco, Il museo del Mondo, Einaudi, 2014, p. 22.


Il museo del mondo

Melania G. Mazzucco, Il museo del Mondo, Einaudi, 2014.

Cinquantadue capolavori per cinquantadue storie. Da Ad Parnassum di Paul Klee a Giove e Io di Correggio, da Black Iris di Georgia O’Keeffe al Cane di Francisco Goya, dalla Lattaia di Vermeer alle Cattive madri di Segantini, e via via attraverso Beato Angelico, Burne-Jones, Bacon, Van Gogh, Caravaggio, e altri. Fino ad arrivare ai piedi della scala, dai gradini luccicanti d’oro, della Presentazione di Maria al Tempio di Tintoretto. Un museo sempre aperto, pronto ad accogliere il lettore e a fargli incontrare quelle opere che diventano presenza, specchio di un pensiero, indelebile emozione, scintilla di significato del mondo.

Ogni quadro, ogni opera, che sia stata vista in una chiesa, in un museo o esposta in una mostra, lascia qualcosa a chi la guarda. E ogni incontro fortuito può tramutarsi in un vero e proprio innamoramento, in una folgorazione o addirittura in una rivelazione. In ogni caso è l’inizio di un’avventura. Create per fede o per soldi, per mestiere o per amore, le opere d’arte che Melania Mazzucco non è mai riuscita a dimenticare abbracciano cinque continenti, dall’antichità ai giorni nostri. Concepite come amuleti, preghiere o bestemmie, da uomini e donne, cacciatori e stregoni, assassini e santi, illetterati e intellettuali, nessun museo reale riuscirebbe mai a contenerle. Un museo immaginario, invece, potrebbe dimostrarsi all’altezza dell’impresa. Concentrandosi in particolare sui dipinti piú amati (tavole, quadri, affreschi, tecniche miste) Mazzucco ne ha selezionati cinquantadue: scegliendo «solo opere di artisti coi quali vale la pena trascorrere del tempo». Ma ciò non vuol dire necessariamente i maestri piú celebrati o famosi, ci sono anche gli irregolari, gli anomali, quelli che non hanno fondato scuole, che non si lasciano etichettare e che magari hanno vissuto per concepire un solo capolavoro. Una selezione «crudele» (senza seguire un ordine cronologico, né geografico, né tantomeno un inutile canone) che è stata ospitata su «la Repubblica» in una rubrica settimanale: un’opera a settimana per un anno. Il museo del mondo riprende tutti e cinquantadue i testi e le immagini per raccontare le storie di quelle opere che diventano presenza, specchio di un pensiero, scintilla di significato. E per offrire al lettore la possibilità di scegliere come avventurarsi in questo museo ideale: un’opera a settimana? una al giorno? tutte insieme? Il museo è lí e le sue porte sono sempre aperte. E se alla fine del libro il lettore proverà il desiderio di vedere o rivedere una o piú opere raccontate, allora la magia avrà inizio, il museo esisterà e sarà nostro.

Freccia rossa LEGGI UN ESTRATTO

Logo Adobe Acrobat


****************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite****************************

Linda Cesana – Karel Kosík: Praxis e verità. «L’uomo si realizza, cioè si umanizza nella storia».

Linda Cesana

In questo articolo si tenterà di cogliere come la verità e la prassi si pongano ad oggetti focali della filosofia di Karel Kosík, e si cercherà di mostrare come ad oggi, questa possa fornire spunti filosofici preziosi per criticare il cosmo capitalistico odierno nella prospettiva dell’apertura di spazi sociali emancipati.
La verità è oggetto proprio della filosofia, rubricata da Kosík attività umana indispensabile, autonoma rispetto all’ideologia e alla scienza. Una filosofia che si trasformasse in ideologia, visione del reale che scaturisce da determinati assetti di potere (l’ideologia forgia il sentire comune, secondo la lezione marxiana per cui le idee dominanti sono espressione della classe dominante, trasformandosi in apologia dell’esistente) e che quindi s’interdice la via verso l’universale, cesserebbe di essere filosofia perché rinuncerebbe al suo carattere critico-rivoluzionario rispetto al presente e sarebbe costretta a zoppicare dietro alla vita, ossia a fare l’apologia del potere. L’ideologia, infatti, comporta mistificazione perché non conosce la fatica del pensiero. Kosík cerca in questo modo di smarcarsi dall’ideologizzazione filosofica del comunismo storico novecentesco con la sua idolatria del Partito, riconoscendo oltremodo uno spessore ideologico al «capitalismo democratico» in cui si plaude alla fine delle ideologie novecentesche nell’accettazione ideologica della conformazione mercatistica del mondo. Superando le angustie di una riduzione della filosofia a ideologismo, la filosofia recupera un’istanza veritativa come presa di posizione rispetto alla totalità storica e sociale attuale: «La filosofia viene volgarmente concepita come espressione della situazione, e non come verità reale»…

Linda Cesana

[continua a leggere il testo cliccando qui]



Visiona e stampa le dieci pagine di testo nel PDF

Linda Cesana
Karel Kosík- Praxis e verità. «L’uomo si realizza, cioè si umanizza nella storia»


192-isbn

Il saggio di Linda Cesana  è già stato pubblicato in Koiné [Per un Pensiero forte]– Periodico culturale – Anno XIX  –  NN° 1-4 – Gennaio-Dicembre 2012, pp. 107-117 – Reg. Trib. di Pistoia n° 2/93 del 16/2/93. Direttore responsabile: Carmine Fiorillo. Direttori Luca Grecchi e Diego Fusaro.

indicepresentazioneautoresintesi


Cop_183Linda Cesana. Costanzo Preve,
Filosofia della verità e della giustizia. Il pensiero di Karel Kosík

indicepresentazioneautoresintesi


Anime non solo vite

Linda Cesana,
Anime non solo vite

indicepresentazioneautoresintesi


***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

Edward Burne-Jones (1833-1898) – La passione della lettura nella pittura:

«I disegni di Jones sono meraviglie impreziosite da finiture e dettagli fantasiosi, non hanno assolutamente eguali, se non forse dalle più fini opere di Albrecht Dürer»

Dante Gabriel Rossetti

Visiona le immagini in PDF:
Edward Coley Burne-Jones

 

Edward Burne-Jones, Carolyn Fitzgerald

Edward Burne-Jones, Carolyn Fitzgerald

Edward Burne-Jones, Maria Zembeko, 1870

Edward Burne-Jones,Maria Zembeko, 1870

Edward Burne-Jones, Merlin and Nimue

Edward Burne-Jones, La seduzione di Merlino

Edward Burne-Jones, Portrait of Katie Lewis

Edward Burne-Jones, Portrait of Katie Lewis

Edward Burne-Jones, Portrait of Katie Lewis (part.)

Edward Burne-Jones, Portrait of Katie Lewis (part.)

Edward Burne-Jones, Principessa Sabra

Edward Burne-Jones, Principessa Sabra

Edward Burne-Jones, Ritratto di Georgiana Burne-Jones, con Philip e Margaret, 1883

Edward Burne-Jones, Ritratto di Georgiana Burne-Jones, con Philip e Margaret, 1883

Edward Coley Burne-Jones

Edward Coley Burne-Jones

 

Le farfalle volano

***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

Diego Fusaro – Il realismo, fase suprema del postmodernismo? Note su «New Realism», postmodernità e idealismo.

Diego Fusaro 01

Uno spettro si aggira per il mondo: lo spettro del realismo. È lo stesso Maurizio Ferraris, nelle pagine programmatiche del Manifesto del nuovo realismo (2012), a evocare l’incipit del manifesto marx-engelsiano per alludere all’odierno dilagare ipertrofico del realismo in tutte le sue forme (politiche, sociali, economiche, filosofiche). Analogamente a Marx ed Engels, che si richiamavano allo spettro del comunismo come a una forza già esistente e pronta a seminare il panico nella vecchia Europa, Ferraris adombra come quella del realismo sia una presenza “spettrale” perché vaga e, insieme, materialmente già esistente e affermata. Una presenza reale, appunto, e insieme dai contorni evanescenti, come emerge non appena si consideri che la categoria multicomprensiva di realismo alberga oggi, al proprio interno, tali e tante determinazioni concettuali differenti da rendere, eo ipso, ambigua, scivolosa e sfuggente la stessa categoria. E, non di meno, come subito cercherò di chiarire, al di là di questa strutturale proteiformità della formula, è possibile individuare un comun denominatore tra le molteplici determinazioni semantiche sussunte sotto l’etichetta di realismo.
In particolare, se è vero che di realismo si sente quotidianamente parlare urbi et orbi, non deve sfuggire come ciò avvenga immancabilmente in riferimento – ora aperto, ora nascosto – al principio fondamentale per cui occorre tornare all’effettività del reale, abbandonando chimere e sogni per registrare l’inemendabilità o, comunque, l’ineludibile consistenza dell’esistente, del mondo-realmente-dato. Realismo, dunque, come debita e ineludibile considerazione del peso della realtà o, se si preferisce, del suo primato ontologico: l’esistente impone una considerazione seria e spregiudicata, ma poi soprattutto la sua accettazione come punto di partenza, nella migliore delle ipotesi, o come intrascendibile condizione in cui permanere, nella peggiore…

[continua a leggere il testo cliccando qui]

Diego Fusaro


Visiona e stampa le diciassette pagine di testo nel PDF

Diego Fusaro
Il realismo, fase suprema del postmodernismo?
Note su «New Realism», postmodernità e idealismo


192-isbn

Il saggio di Diego Fusaro è già stato pubblicato in Koiné [Per un Pensiero forte]– Periodico culturale – Anno XIX  –  NN° 1-4 – Gennaio-Dicembre 2012, pp. 57-73 – Reg. Trib. di Pistoia n° 2/93 del 16/2/93. Direttore responsabile: Carmine Fiorillo. Direttori Luca Grecchi e Diego Fusaro.

indicepresentazioneautoresintesi

***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

Costanzo Preve – Nel labirinto delle scuole filosofiche contemporanee. A partire dalla bussola di Luca Grecchi.

Accento in rosa_ccc

1. Questo breve saggio ha come contenuto una ricognizione “a ruota libera” delle scuole filosofiche di oggi, italiane ed internazionali. Il punto di partenza, che però verrà rielaborato in piena autonomia, trova origine in due saggi del filosofo lombardo Luca Grecchi, Il presente della filosofia italiana (Petite Plaisance, Pistoia 2007, pubblicato con una mia postfazione) e Il presente della filosofia nel mondo (Petite Plaisance, Pistoia 2012, pubblicato con una postfazione di Giacomo Pezzano). In questo commento utilizzerò il codice interpretativo di Grecchi come bussola, ma vi aggiungo anche considerazioni e commenti non presenti nei suoi scritti. Le “responsabilità ermeneutiche”, ovviamente, sono mie e soltanto mie… [continua a leggere il testo cliccando qui]

Costanzo Preve


Visiona e stampa le dodici pagine di testo nel PDF

Costanzo Preve
Nel labirinto delle scuole filosofiche contemporanee. A partire dalla bussola di Luca Grecchi


192-isbn

Il saggio di Costanzo Preve è già stato pubblicato in Koiné [Per un Pensiero forte]– Periodico culturale – Anno XIX  –  NN° 1-4 – Gennaio-Dicembre 2012, pp. 237-249 – Reg. Trib. di Pistoia n° 2/93 del 16/2/93. Direttore responsabile: Carmine Fiorillo. Direttori Luca Grecchi e Diego Fusaro.

indicepresentazioneautoresintesi

***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************