Federico García Lorca (1898-1936) – «Libri, Libri!»: Chi non è percorso da un minimo anelito di sapere non conosce amore, né conosce una scintilla di pensiero, e neppure una fede o una minima ansia di liberazione, prerogative imprenscindibili per tutti gli uomini degni di tale nome

«Non di solo pane vive l’uomo. […] È giusto che tutti gli uomini abbiano da mangiare, ma è altrettanto giusto che tutti gli uomini abbiano accesso al sapere. Che tutti possano godere i frutti dello spirito umano, perché il contrario sifginifica trasformarli in macchine al servizio dello stato, significa trasformarli in schiavi di una terribile organizzazione sociale. […] Io ho visto molti uomini tornare a casa dal lavoro, affaticati […] e aspettare il trascorrere dei giorni, sempre con la stessa cadenza, senza che l’anima sia percorsa da un minimo anelito di sapere. Uomini […] che non riflettono neppure un barlume di quella luce e di quella bellezza alla quale può giungere l’animo umano […] dormono il loro sonno sotto terra, poiché è la loro anima ad essere morta […] perché non conosce amore, né conosce una scintilla di pensiero, e neppure una fede o una minima ansia di liberazione, prerogative imprenscindibili per tutti gli uomini degni di tale nome» ( F.G. Lorca, Libri, Libri!, pp. 10-11).

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Lorca, Libri, Libri!

Federico García Lorca,

Libri, Libri! Discorso al paese di Fuente Vaqueros

€5,00

Formato: 16,5X11,5 cm – Pagine 36 – Brossura
ISBN: 978-88-89508-47-3
©2014 collana Azulejos


Un’appassionato inno d’amore per i libri che Federico García Lorca pronunciò in occasione dell’inaugurazione di una biblioteca nel suo paese natio. Ogni parola trasuda amore per la cultura e per i libri che ne costituiscono l’anima più profonda.
Il volume è arricchito da alcune illustrazioni


Federico del Sagrado Corazón de Jesús García Lorca

Federico del Sagrado Corazón de Jesús García Lorca

Tra l’utopia della cultura

e quella della merce e del mercato,

noi crediamo fortemente nella prima.

Scrive Lucilio Santoni nella sua bella Postfazione (dal titolo: L’utopia della cultura):

«Molti hanno detto che [Lorca] era un utopista […]. E quei molti hanno anche detto che l’utopia è una cosa da ridere, che ci vuole la concretezza, il denaro, il potere, che i sogni falliscono […]. Hanno detto che il mondo è sempre andato così e chi vive con l’utopia nel cuore è un bambino che non vuole crescere, invece bisogna diventare adulti, fare gli affari, credere in una crescita infinita in un pianeta infinito e riempire il vuoto dell’esistenza con lo sfavillio della merce accumulata a dismisura. Ma tra l’utopia della cultura e quella della merce e del mercato, noi crediamo fortemente nella prima, in quella buona, come Federico García Lorca».

 

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Giancarlo Chiariglione – Vincitori e vinti. Il cinema e la rappresentazione degli italiani nei due conflitti mondiali.

Vincitori e vinti

In linea con la condizione normale della storia della nostra specie caratterizzata in misura maggiore dalla guerra che dalla pace (si calcola che negli ultimi 3.300 anni ben 31 secoli siano stati segnati da conflitti e soltanto due siano trascorsi nel silenzio delle armi), anche le vicende del Novecento sono strettamente legate all’evento bellico.

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La grande guerra

 

Il “secolo breve”, come lo definì lo storico e scrittore britannico Eric Hobsbawm, presentatosi sul palcoscenico della storia come un’epoca nuova, dinamica, in cui nessuna impresa civica, sociale, economica, artistica, scientifica e tecnologica pareva preclusa ad un uomo deciso a rompere con il proprio passato per andare oltre, ha, infatti, fatto registrare conflitti davvero inediti per estensione e radicalizzazione.

 

Uomini contro

Uomini contro

I recuperanti

I recuperanti

 Iniziato con la guerra anglo-boera in Sud Africa (1899-1902) e con quella russo-giapponese (1904-1905) che, tramite la pace di Portsmouth (1905), promosse il riconoscimento del vittorioso Giappone a nuova grande potenza mondiale, il Novecento è poi proseguito con due conflagrazioni belliche violente, devastanti, capaci di spazzare via quasi tutti i riferimenti su cui si era fondata la società ottocentesca e configurate per tale ragione dagli studiosi come democratiche, totali, mondiali e tecnologiche … [continua a leggere cliccando qui]

Leggi e stampa le 6 pagine del saggio in PDF:

Giancarlo Chiariglione
VINCITORI E VINTI Il cinema e la rappresentazione degli italiani nei due conflitti mondiali

 

 

Luciano Serra pilota (1938) di G. Alessandrini

Luciano Serra pilota (1938) di G. Alessandrini

 

Le scarpe al sole

Le scarpe al sole

 

13 uomini e un cannone

13 uomini e un cannone

 

I tre aquilotti

I tre aquilotti

 

Fratelli d'Itaia

Fratelli d’Itaia

 

Uomini sul fondo

Uomini sul fondo

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Erich Fried (1921-1988) – Chi vuole che il mondo rimanga così com’è non vuole che il mondo rimanga del tutto.

Chi vuole

che il mondo

rimanga così com’è

non vuole che il mondo

rimanga del tutto.

 

Erich Fried, Status quo.

 

 

erich fried

 

È assurdo
dice la ragione


è quel che è
dice l’amore.

È infelicità
dice il calcolo
non è altro che dolore
dice la paura

è vano
dice il giudizio

è quel che è
dice l’amore.

È ridicolo
dice l’orgoglio
è avventato
dice la prudenza
è impossibile
dice l’esperienza

è quel che è
dice l’amore.

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Erich Fried, È quel che è. Poesie d’amore di paura di collera,
traduzione di Andrea Casalegno, Einaudi, 1988.

 

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