«Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada». Eraclito
«Ci sono movimenti che risvegliano il passato. Sbuccio lentamente una mela con un coltellino tascabile (un tempo si diceva coltellino da tasca), osservo come si arrotola la spirale della buccia, asciugo il succo di mela sulla lama. La mia mano ricorda la mano di mio padre, che ricorda quella di mio nonno. Non sono io, è la mano che ricorda. Non sono io, è mio nonno che sbuccia la mela. E tutti e tre la inghiottiamo contenti».
Georgi Gospodinov, Tutti i nostri corpi. Storie superbrevi, trad. di G. Dell’Agata, Voland, Roma 2020, p. 10.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
«Chi immagina e percepisce sé medesimo come un essere “isolato” dalla totalità degli esseri porta il concetto di individualità fino al limite della negazione, lo storce fino ad annullarne il contenuto. L’io biologico ha un certo grado di realtà: ma è sotto molti riguardi apparenza, vana petizione di principio. La vita di ognun di noi pensata come fatto per sé stante, estraniato da un decorso e da una correlazione di fatti, è concetto erroneo, è figurazione gratuita. In realtà, la vita di ognun di noi è “simbiosi con l’universo”. La nostra individualità è il punto di incontro, è il nodo o groppo di innumerevoli rapporti con innumerevoli situazioni (fatti od esseri) a noi apparentemente esterne. Ognuno di noi è limitato, su infinite direzioni, da una controparte dialettica: ognuno di noi è il no di infiniti sì, è il sÌ di infiniti no. Tra qualunque essere dello spazio meta fisico e l’io individuo (io-parvenza, io-scintilla di una tensione dialettica universale) intercede un rapporto pensabile: e dunque un rapporto di fatto».
Carlo Emilio Gadda, “L’egoista”, in I viaggi la morte, Garzanti, Milano 2001.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
«Più sensibile è l’anima di chi contempla, più questi si abbandona all’estasi suscitata in lui da tale armonia [della natura]. Una fantasticheria dolce e profonda s’impadronisce allora dei suoi sensi, ed egli si smarrisce, in uno stato di deliziosa ebbrezza, nell’immensità di questo bell’ordine, con cui si immedesima. Tutti i singoli oggetti gli sfuggono, ed egli non vede e non sente che il tutto».
Jean-Jacques Rousseau, Les rêveries du promeneur solitaire (prima edizione postuma Genève1782), Flammarion, Paris 1964, p. 126.
«Le letture ritengo siano necessarie anzitutto perché io non sia pago di me stesso; poi perché, quando avrò conosciuto ciò che altri hanno trovato, allora possa riflettere su ciò che essi hanno scoperto e rifletta su ciò che ancora devo imparare».
Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, XI, 84,1, voI. II, a cura di L. Canali e G. Monti, Rizzoli, Milano 1992, p. 602.
Il celebre Milione in un’edizione completa e nella traduzione latina dell’opera, accompagnata da una moderna traduzione in italiano appositamente preparata. La redazione contiene anche numerosi passi del perduto originale dettato da Marco Polo (1254-1324), assenti nella versione trecentesca che viene correntemente pubblicata. Il favoloso rendiconto del lungo viaggio di Marco, compiuto tra il 1271 e il 1295, si arricchisce di nuovi particolari riguardanti soprattutto l’etnografia, il folklore e la vita delle popolazioni orientali.
Marco Polo, Il milione. A cura di Alvaro Barbieri, Redazione latina del manoscritto Z. Versione italiana a fronte, Guanda, 1998.
I suoi interessi sono rivolti prevalentemente alla letteratura arturiana e alle scritture odeporiche medievali, con speciale riguardo alla tradizione manoscritta del Milione. Ha pubblicato in edizione critica due versioni del libro di Marco Polo: Milione. Redazione latina del manoscritto Z (1998); Il «Milione» veneto. Ms. CM 211 della Biblioteca Civica di Padova (1999). All’opera poliana ha dedicato anche contributi di taglio antropologico, dove le notizie fornite dal viaggiatore veneziano sulle popolazioni asiatiche sono studiate nella prospettiva dell’etnologia e della religionistica.
Un tuffo …
… tra alcuni dei libri di Alvaro Barbieri…
Il milione. Redazione latina del manoscritto Z. Versione italiana a fronte, Guanda, 1998
Il Milione veneto, Marsilio, 1999
L’ eclissi dell’artefice. Sondaggi sull’anonimato nei canzonieri medievali romanzi, Edizioni dell’Orso, 2002
Dal viaggio al libro. Studi sul Milione, Fiorini, 2004
Culture, livelli di cultura e ambienti nel Medioevo occidentale, Atti del IX Convegno della Società Italiana di Filologia Romanza Bologna, 5-8 ottobre 2009, Aracne editrice, 205
Angeli sterminatori. Paradigmi della violenza in Chrétien De Troyes e nella letteratura cavalleresca in lingua d’oïl, Esedra, 2017
Eroi dell’estasi. Lo sciamanesimo come artefatto culturale e sinopia letteraria, Fiorini, 2017
L’ immagine riflessa. Testi, società, culture (2018). Ediz. critica. Vol. 1-2. A cura di Alvaro Barbieri, Massimo Bonafin, Rita Caprini, Edizioni dell’Orso, 2018
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
«Quale bel libro non si potrebbe scrivere raccontando la vita e le avventure di una parola?
Per certo essa ha ricevuto impressioni varie dagli eventi cui ha servito; secondo i luoghi, ha destato idee differenti; ma non è forse più grande ancora considerandola sotto il triplice aspetto dell’anima, del corpo e del movimento? Nell’esaminarla, a prescindere dalle sue funzioni, dai suoi effetti e dai suoi atti, come non cadere in un oceano di La maggior parte delle parole non sono colorate dall’idea che rappresentano esteriormente? A qual genio esse son dovute! Se è necessaria una grande intelligenza per creare una parola, quale età ha dunque la parola umana? L’insieme delle lettere, le loro forme, la figura che danno a una parola, disegnano esattamente, secondo il carattere di ciascun popolo, esseri ignoti il cui ricordo è in noi. Chi ci spiegherà filosoficamente il passaggio dalla sensazione al pensiero, dal pensiero al verbo, dal verbo alla sua espressione geroglifica, dai geroglifici all’alfabeto, dall’alfabeto all’eloquenza scritta, la bellezza della quale consiste in una serie di immagini classificate dai retori, e che sono come i geroglifici del pensiero? L’antica pittura delle idee umane configurate dalle forme zoologiche non potrebbe aver determinato i primi segni di cui si è servito l’Oriente per scrivere i suoi linguaggi? E poi non potrebbe essa aver tradizionalmente lasciato qualche traccia nelle nostre lingue moderne, le quali tutte si sono divise i resti del verbo primitivo delle nazioni, verbo maestoso e solenne, la cui maestà, la cui solennità decrescono man mano che le società invecchiano; le cui risonanze così sonore nella Bibbia ebraica, così belle ancora nella Grecia, s’indeboliscono attraverso i progressi delle nostre successive civiltà? È forse a quell’antico Spirito che dobbiamo i misteri nascosti in ogni parola umana?»ı.
Honoré de Balzac,Louis Lambert, Paris, Èditions Grosselin, 1832, trad. it. Louis Lambert, in I capolavori della «Commedia umana», VI, Roma, Edizioni Casini, 1960, pp. 193-194.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
«La funzione dello scrittore è sempre quella di porsi come critico della società cui appartiene, non in senso negativo, ma come portatore di una confliettualità interna alla società che dovrebbe essere vivificante e creativa e servire a migliorarla. […] Pensiamo per esempio a Pasolini che per primo ha avvertito i segnali di una catastrofe ambientale e antropologica, visibile in modo violento soprattutto nelle perieferie della città […] sempre più alterata dall’avvento di una modernità male assimilata e dal consumismo che ha devastato l’Italia».
Raffaele La Capria, Il fallimento della consapepolezza, Mondadori, Milano 2019.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
«I libri per bambini non servono a introdurre direttamente nel mondo degli oggetti, degli animali e degli uomini, nella cosiddetta vita, coloro che li considerano. Essi si ritrovano nel mondo esterno in modo del tutto graduale, e solo nella misura in cui esso diventa loro familiare come un’interiorità a loro adeguata. L’interiorità di questa visione risiede nel colore, e nell’elemento colore si svolge la vita onirica che le cose conducono nella mente del bambino, I bambini imparano dal variopinto. Poiché la contemplazione sensibile appagata ha la sua sede naturale nel colore più che in ogni altra cosa».
Walter Benjamin, Orbis pictus. Scritti sulla letteratura infantile, Giacometti & Antonello, Macerata, 2020.
«Ogni libro, ogni volume possiede un anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso».
«Scrivi dei libri […] E conserva i tuoi sogni».
«Viviamo in un mondo di ombre, Daniel, e la fantasia è un bene raro».
«La tradizione vuole che chi viene per la prima volta deve scegliere un libro e adottarlo, impegnandosi a conservarlo per sempre, a mantenerlo in vita».
«Bea sostiene che leggere è un’arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi e che la lettura coinvolge mente e cuore, due elementi sempre più rari»
Carlos Ruiz Zafón, L’ombra del vento (La sombra del viento), 2002, trad. di Lia Sezzi, Mondadori, Milano, 2004.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
«Se vuoi costruire una nave, non devi per prima cosa affaticarti a chiamare la gente a raccogliere la legna e a preparare gli attrezzi; non distribuire i compiti, non organizzare il lavoro. Ma invece prima risveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà risvegliata in loro questa sete si metteranno subito al lavoro per costruire la nave».
Antoine de Saint-Exupery, Le Petit Prince, 1943.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish.AcceptRead More
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.