Vincent Van Gogh (1853-1890) – Ho una passione irresistibile per i libri e sento continuamente il bisogno di istruirmi, così come ho bisogno di mangiare il pane. Se non studio, se non cerco più, allora sono perduto

Vincent Van Gogh - Mariella Guzzoni
Mariella Guzzoni, I libri di Vincent. Van Gogh e gli scrittori che lo hanno ispirato, Johan & Levi, 2020


«Ho una passione pressoché irresistibile per i libri e sento continuamente il bisogno di istruirmi, così come ho bisogno di mangiare il pane. […] Se non studio, se non cerco più, allora sono perduto. […] Tutto è cambiato per me e ora sono in cammino e la mia matita è diventata un poco più docile e sembra diventarlo ogni giorno di più […]. Zola e Balzac, come pittori di una società, di una realtà nel suo insieme, suscitano in chi li ama rare emozioni artistiche, per il fatto che abbracciano tutta l’epoca che dipingono. Quando Delacroix dipinge l’umanità, la vita in generale al posto di un’epoca, appartiene nondimeno alla stessa famiglia di geni universali. [,,,] Ho anche dipinto una lettrice di romanzi. Folti capelli nerissimi, una blusa verde, le maniche color vinaccia, la gonna nera, lo sfondo tutto giallo, gli scaffali della biblioteca con dei libri. Ha in mano un libro giallo».

Vincent Van Gogh, in Mariella Guzzoni, I libri di Vincent. Van Gogh e gli scrittori che lo hanno ispirato, Johan & Levi, Monza 2020.


Quarta di copertina
Lettore insaziabile, Vincent van Gogh trascorre la sua breve vita divorando centinaia di libri, che sono per lui ricerca, fonte d’ispirazione, ma anche porti sicuri in acque tempestose. Tra le pagine che più lo catturano ci sono quelle di Dickens, Zola, dei fratelli Goncourt e di Maupassant, che legge e rilegge con furore e commozione e di cui medita ogni riga, fino a intessere un dialogo interiore costante con gli autori. Parte dell’energia e della tensione creativa che anima la sua pittura trae linfa proprio da questa irresistibile passione. D’altra parte per Vincent dipingere con le parole o con il pennello non fa differenza, poiché con la grande famiglia dei suoi prediletti condivide un preciso ideale: l’arte dev’essere per tutti, e tutti devono poterla comprendere. Esplorare la vita di Van Gogh attraverso la lente dei libri che amava è la grande intuizione di Mariella Guzzoni che, con fine animus narrativo, ci svela dettagli inediti nascosti tra le pieghe della sua arte: da Natura morta con Bibbia a Lettrice di romanzi, le tante opere che il genio olandese ha dedicato al tema dei libri e della lettura vengono così esaminate sotto una nuova luce. Nel ricorrere alle lettere di Vincent – qui presentate in una nuova traduzione – come principale strumento d’indagine, l’autrice lascia emergere lo spessore di un artista affascinato non solo da alcuni temi ricorrenti ma soprattutto dalla statura morale e intellettuale degli scrittori a lui più cari. Tradotto in cinque lingue e riccamente illustrato, questo saggio spazia dai grandi capolavori alle opere minori di Van Gogh e mostra come i libri, l’uomo e l’opera siano intrecciati in modo indissolubile, dando corpo e voce alla sua frase: «I libri la realtà e l’arte sono una cosa sola per me».

Vincent Van Gogh (1853-1890) – Quando c’è convenzionalismo, c’è sempre la sfiducia e la sfiducia dà sempre luogo a ogni sorta di intrighi
Vincent Van Gogh (1853-1890) – Ho un grande fuoco nell’anima … qualcuno verrà a sedersi davanti a questo fuoco, e magari vi si fermerà
Vincent Van Gogh (1853-1890) – Preferisco la malinconia che aspira e che cerca
Vincent van Gogh (1853-1890) – La maggior parte della gente trova “troppo poca bellezza”. Continua sempre a camminare e ad amare la natura.
Vincent Van Gogh (1853-1890) – Le opinioni non possono rendere più vera la verità.
Vincent Van Gogh (1853-1890) – Se un’opera d’arte non comunica con individuale originalità i sentimenti dell’artista, se li esprime in modo incomprensibile, oppure se non nasce da un’esigenza interiore dell’autore, non è un’opera d’arte.

M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

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Vincent Van Gogh (1853-1890) – Se un’opera d’arte non comunica con individuale originalità i sentimenti dell’artista, se li esprime in modo incomprensibile, oppure se non nasce da un’esigenza interiore dell’autore, non è un’opera d’arte.

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Lettere a Theo [1872-1890]

Lettere a Theo [1872-1890]

 

«Se un’opera d’arte non comunica con individuale originalità
i sentimenti dell’artista,
se li esprime in modo incomprensibile,
oppure se non nasce da un’esigenza interiore dell’autore,
non è un’operad’arte».

Vincent van Gogh, Lettere a Theo [1872-1890], ed. it. a cura di Massimo Cescon, Guanda, Milano 2014, p. 178.

 

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Vincent Van Gogh (1853-1890) – Quando c’è convenzionalismo, c’è sempre la sfiducia e la sfiducia dà sempre luogo a ogni sorta di intrighi

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Vincent Van Gogh (1853-1890) – Preferisco la malinconia che aspira e che cerca

Vincent van Gogh (1853-1890) – La maggior parte della gente trova “troppo poca bellezza”. Continua sempre a camminare e ad amare la natura.

Vincent Van Gogh (1853-1890) – Le opinioni non possono rendere più vera la verità.


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Lettere a Theo [1872-1890]

Lettere a Theo [1872-1890]

«Le opinioni possono far cambiare alcune verità acquisite tanto quanto un gallo sulla cima di un campanile può far cambiare direzione al vento. Non è il gallo che può far sì che il vento provenga dall’est o dal nord, né le opinioni possono rendere più vera la verità».

Vincent van Gogh, Lettere a Theo [1872-1890], ed. it. a cura di Massimo Cescon, Guanda, Milano 2014, p. 25l.

 

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Jean-François Millet, L'Angelus novus

J.-F. Millet, L’Angelus della sera

«Sono felice che ti piaccia Millet, perché “ci siamo proprio”. Sì, quel quadro di Millet L’angelus della sera “ci siamo proprio”. È ricco, è poesia. Come vorrei parlare con te ancora di arte, ma ora possiamo solo scrivene spesso l’uno all’altro: “trova cose belle” più che puoi, la maggior parte della gente trova “troppo poca bellezza”. Continua sempre a camminare e ad amare la natura, perché è questo il vero modo per imparare ad amare l’arte sempre meglio. I pittori comprendono la natura e la amano e “ci insegnano a vedere”. E poi ci sono pittori che non fanno altro che cose buone, che non possono mai sbagliare, così come ci. sono persone normali che non combinano mai nulla di buono».

 

Vincent van Gogh a Theo van Gogh, Londra, inizio di gennaio 1874.

V. van Gogh, I primi passi

V. van Gogh, I primi passi

 

V. van Gogh, Il seminatore al tramonto

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V.van Gogh, Contadini che seminano patate

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V. van Gogh, Contadina che lega fascine di grano

 

V. van Gogh, Contadina che scava patate

V. van Gogh, Contadina che scava patate

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Vincent Van Gogh (1853-1890) – Preferisco la malinconia che aspira e che cerca

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VINCENT VAN GOGH RITRATTO DEL DOTTOR GACHET *** Local Caption *** 00040539

VINCENT VAN GOGH
RITRATTO DEL DOTT. GACHET

***

«[…] Invece di abbandonarmi alla disperazione, ho optato per la malinconia attiva […] ho preferito la malinconia che aspira e che cerca a quell’altra che, cupa e stagnante, dispera».

                                                     Vincent Van Gogh, 1880

 

 


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«Penso a volte di vedere qualcosa di più profondo e di infinito,
di più eterno che nell’oceano, negli occhi di un bimbo,
quando si sveglia al mattino,
e ride,
perché vede il sole che splende sulla sua culla.» 
 Vincent van Gogh

 

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Roberto Filippetti, Van Gogh. Un grande fuoco nel cuore, Itacalibri, 2008.

«Uno ha un grande fuoco nell’anima e nessuno viene mai a scaldarsi, i passanti non scorgono che un po’ di fumo in cima al comignolo e se ne vanno per la loro strada. E allora che fare, ravvivare questo fuoco interiore, avere del sale in sé, attendere pazientemente – ma con quanta impazienza –, attendere il momento in cui, mi dico, qualcuno verrà a sedersi davanti a questo fuoco, e magari vi si fermerà».

Vincent Van Gogh, A Theo van Gogh, 22-24 giugno 1880

 


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Lettere a Teo

«Se c’è il desiderio di essere amici da ambedue le parti, può esserci qualche discordanza di opinioni, ma non si litiga tanto facilmente, e anche se lo si fa, è facile rappacificarsi.
Quando invece c’è del convenzionale l’amarezza è pressoché inevitabile, proprio perché non ci si sente liberi, e anche se non si esprimono i propri veri sentimenti, questi traspaiono a sufficienza per lasciare un’impressione spiacevole da entrambe le parti e rendere del tutto inutile la speranza di profittare beneficamente della reciproca consuetudine.
Quando c’è convenzionalismo, c’è sempre la sfiducia e la sfiducia dà sempre luogo a ogni sorta di intrighi.
E sì che con un po’ più di sincerità le nostre vite sarebbero ben più facili».

 

 

Vincent Van Gogh, Lettere a Teo

 

 

 


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