Giovanni Boccaccio (1313-1375) – «Ah, ch’ io possa spogliarmi d’ogni volgarità … Vivo povero per me stesso. E sono più contento con alcuni dei miei libercoli, di quanto non lo siano i re con le loro grandi corone».

Giovanni Boccaccio 001

Genaalogia degli dei de gentili

«Checché sia degli altri, quanto a me sono stato disposto dalla natura, fin dall’utero della madre, alle poetiche meditazioni, e per quel che posso giudicare, sono nato soltanto per attendere ad esse. Mi ricordo infatti che mio padre, fin dalla mia infanzia, indirizzò tutti i suoi sforzi per far di me un commerciante; e dopo avermi fatto imparar l’aritmetica, mi affidò, ragazzo ancora, in qualità di discepolo, a un grosso mercante: presso il quale null’altro feci, per sei anni, che sprecare invano un tempo che non avrei più potuto recuperare. Più tardi, mostrando da certi indizi la mia maggiore attitudine agli studi letterari, mio padre stesso ordinò di cominciare lo studio delle “Sanzioni” dei Pontefici, allo scopo di diventare ricco: e sotto un illustre maestro, m’affaticai inutilmente per un periodo di tempo pressoché uguale. L’animo si tediava di quelle cose a tal punto, che né la dottrina
del maestro, né l’autorità del padre (che urgeva con consigli sempre nuovi), né le preghiere o i rimproveri degli amici valsero a farmi propendere verso l’una o l’altra di quelle carriere: tanto l’animo tutto era preso dalla passione per gli studi poetici. E non un capriccio era, bensi una antichissima disposizione del mio spirito. Infatti mi ricordo che prima di aver compiuto i sette anni mi nacque un desiderio di comporre e scrissi certe immaginazioni poetiche, sia pur prive di ogni valore».

Giovanni Boccaccio, Genealogia degli dèi gentili, XV, 10.

***

Boccaccio e PetrarcaBoccaccio conversa con Petrarca
(miniatura del Quattrocento, da un codice francese del De casibus,
British Museum, Londra)

«Mi fu dunque patria Certaldo e culto la divina poesia. Ah, ch’io possa per mezzo della venerabil persona di Francesco Petrarca, giungere a debellare le miserie della fortuna, le angustie d’amore, e spogliarmi d’ogni volgarità, io che mi conosco come un misero, un rozzo, un inerme ed inerte, crudo insieme ed informe … lo amo la povertà, che è già con me; e se fosse lontana, dovunque assai presto la potrei trovare, senza dover servire alcun re per averla. Se invece volessi le ricchezze, o almeno abbastanza denaro da vivere, ti assicuro che, non avendone, non mi mancherebbero del tutto i luoghi in cui cercarlo … Vivo povero per me stesso; per gli altri vivrei ricco e splendido. E sono più contento con alcuni dei miei libercoli, di quanto non lo siano i re con le loro grandi corone».

Giovanni Boccaccio,  Epistola a F. Petrarca, in Epistole e lettere, a c. di G. Auzzas, in Tutte le opere di Giovanni Boccaccio, a c. di V. Branca, Milano 1992.

***

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«Ho cominciato, con assai meno difficultà che io non estimavo di potere, a confortare la mia vita: e comincianmi già a piacere i grossi panni e le contadine vivande; e il non vedere l’ambizioni e le spiacevolezze e’ fastidi de’ nostri cittadini m’è tanta consolazione dell’animo che, se io potessi stare senza udirne nulla, credo che ‘l mio riposo crescerebbe assai. In iscambio de’ solleciti avvolgimenti, e continui, de’ cittadini, veggio campi, colli, arbori, delle verdi fronde e di vari fiori rivestiti; cose semplicemente dalla natura prodotte, mentre gli atti dei cittadini sono tutti fittizi».

Giovanni BoccaccioEpistola a Zanobi da Strada, in Epistole e lettere, a c. di G. Auzzas, in Tutte le opere di Giovanni Boccaccio, a c. di V. Branca, Milano 1992.

 

Giovanni_Boccaccio_05Ritratto di Giovanni Boccaccio in tarda età,
estratto da un ciclo d’affreschi dell’Antica sede dell’Arte dei Giudici e Notai (Firenze).

Enrico_Pollastrini_-_Morte_di_Giovanni_Boccaccio

Enrico Pollastrini (1817-1876), Morte di Giovanni Boccaccio,
Olio su carta applicata a tela, data sconosciuta.

giorgio-vasaril

Giorgio Vasari, Sei poeti toscani:
Dante Alighieri, Grancesco Petrarca, Giovanni Boccaccio,
Guido Cavalcanti, Marsilio Ficino, Cristofano Landino.

particolare vasari


Indice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 25-02-2019)


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Alberto Gajano – Dialettica della merce. Introduzione allo studio di «Per la critica dell’economia politica» di Marx

Karl Marx - Alberto Gajano 01

Coperta 320

Alberto Gajano

Dialettica della merce.

Introduzione allo studio di Per la critica dell’economia politica di Marx.

Postfazione di Roberto Finelli:
Il peso storico di un’astrazione: tra logica e realtà.

ISBN 978-88-7588-205-1, 2019, pp. 160, Euro 15. Collana “Divergenze” [62]

indicepresentazioneautoresintesi

 

Logo-Adobe-Acrobat-300x293   Alberto Gajano, Dialettica della merce   Logo-Adobe-Acrobat-300x293

 

Il volume propone un’analisi del primo capitolo, dedicato alla merce, di Per la critica dell’economia politica, opera che rappresenta il primo tentativo marxiano di esposizione scientifica delle categorie della critica dell’economia politica secondo il metodo elaborato nei Grundrisse. Nell’esposizione della categoria della merce il momento analitico muove dalle forme fenomeniche per introdurre, come presupposto esplicativo strutturale, una determinata divisione del lavoro. Il momento genetico del metodo consente di spiegare, dai punti di vista sistematico e storico, le forme della merce e del denaro come si sviluppano necessariamente dalla struttura esplicativa e dalle sue contraddizioni. La dialettica della merce costituisce, per tanti aspetti, una valida introduzione allo studio di Per la critica dell’economia politica, immettendosi nel vivo del dibattito sulla centralità che i Lineamenti fondamentali assumono per la comprensione del pensiero di Marx. Ad evidenziare la ricchezza di spessore teoretico e di dottrina filosofica del testo di Gajano interviene Roberto Finelli con la sua Postfazione dal titolo: Il peso storico di un’astrazione: tra logica e realtà.

 

Alberto Gajano ha insegnato Sociologia della conoscenza, Storia della filosofia e altre discipline filosofiche, prima nell’Università di Roma, poi in quella di Siena. I suoi interessi scientifici attraversano tutto l’arco cronologico, dalla filosofia antica a quella contemporanea, toccando una molteplicità di temi: anzitutto Descartes, sul quale ha scritto vari saggi; il commento tomista alla Metafisica di Aristotele; Platone, con i saggi sul Protagora, il Carmide e il Fedone, e sul rapporto fra giustizia e polis nella Repubblica; e ancora la filosofia di età moderna e contemporanea: Hegel e Marx, studiati in questo volume La dialettica della merce; e la Scuola di Francoforte, l’ermeneutica di Paul Ricoeur e il pensiero di Habermas.

 

 

Indice

Premessa

Valore d’uso e valore di scambio

Dal valore di scambio al lavoro

Il carattere determinato del lavoro

che si presenta nel valore di scambio

I punti di vista capitali

L’esistenza effettuale del lavoro astrattamente generale

Il carattere sociale specifico del lavoro che pone valore di scambio

Carattere duplice del lavoro

Il valore d’uso forma fenomenica del valore di scambio

Dalla considerazione analitica alla considerazione genetica

La considerazione genetico-sistematica

Dall’opposizione alla contraddizione

La soluzione dialettica della contraddizione

La considerazione genetico-storica

 

Postfazione di Roberto Finelli

Il peso storico di un’astrazione: tra logica e realtà


logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 15-02-2019)


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