José Jorge Letria – Il deserto innominabile
O deserto é um silêncio depois do mar,
é o êxtase da luz sobre o coração da areia.
Vai-se e volta-se e nada se esquece.
Tudo se oculta para depois se dar a ver
no ponto em que os ventos se cruzam
e as almas gritam no fundo dos poços.
Os cestos sobem e descem prometendo água,
uma frescura que derrete a febre.
Não são as tâmaras que adoçam a boca,
é a beleza das mulheres dissimulando
o desejo como um pecado sob a escuridão dos véus.
As serpentes assobiam ou cantam
conforme o veneno que lhes molda o sangue.
Enroscam-se sobre as pedras
como fragmentos de lua à espera da manhã.
E a sombra alonga-se nas dunas
ondulando rente ás palmeiras
como a última cobra do medo das crianças.
Não há ruído maior que este silêncio
que se serve com tâmaras e com chá
na mesa rasteira, sobre a terra molhada.
É no que não se nomeia que está o infinito.
José Jorge Letria
Il deserto innominabile. Poesie
Testo portoghese a fronte.
Cura e traduzione di Simonetta Masin
indice – presentazione – autore – sintesi
José Jorge Letria è un poeta molto noto in patria e all’estero; è autore di una vasta produzione letteraria che attraversa vari generi che vanno dalla poesia al romanzo, dal teatro alla narrativa infantile e per ragazzi, dalla saggistica alla cronaca, accanto alla realizzazione, come autore, di programmi radiofonici e televisivi. Come giornalista, scrive per le più importanti testate giornalistiche. Tradotto in diverse lingue, nel corso degli anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti dalle principali istituzioni nazionali e internazionali.
José Jorge Letria è un poeta che ha un rapporto particolare con la propria contemporaneità, poiché se da un lato sembra volerla accogliere e assecondare, dall’altro nel rapportarsi a essa tenta di misurarla per prenderne le distanze, come a volerla cogliere con maggiore forza e precisione da un altro e diverso angolo visuale. Questo rapporto con la propria contemporaneità dà luogo al determinarsi di una complessa voce poetica in cui il tempo presente elabora e riconosce il passato, che scardinato da ogni convenzione si palesa in maniera del tutto personale. Da qui la memoria, soggetto-chiave di queste e altre poesie, che non è il passato, inteso come la ripetizione di quel che è stato e accaduto, ma è il pensiero che in dialogo permanente crea e reinventa, tracciando immagini libere da ogni consuetudine. In questo modo anche il rapporto con la tradizione letteraria assume delle connotazioni non usuali, perché qualunque riferimento, sia implicito che esplicito, a essa, emerge in maniera consapevole e paradigmatica e, in generale, acquisisce pieno valore nel momento in cui si risale al contesto originario da cui è stato tratto. Per di più l’uso di citazioni e allusioni, rivelano un sentimento di profonda ammirazione, che il poeta rivolge alle molte e diverse personalità letterarie del passato, che si traduce nel disporsi in un dialogo continuo e misterioso con il dentro e il fuori di sé, con il presente e il passato. In questo modo viene istituita una dinamica tra passato e presente che sovverte le costrizioni della successione cronologica, e pone una interrelazione dialettica, in virtù della quale l’attuale creazione letteraria retro-agisce venendone a modificare il senso e la funzione. […]
Dalla Postfazione di Simonetta Masin
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