Martha Nussbaum – La paura può essere opportunamente indotta e sfruttata dal potere, perché fiacca nelle persone la capacità di giudizio togliendo l’orgoglio di essere libere e indipendenti nel loro pensiero.

Nussbaum Martha 02


Martha C. Nussbaum,
La monarchia della paura. Considerazioni sulla crisi politica attuale,
il Mulino, Bologna 2020.

 

Risvolto di copertina

La paura, un’emozione primordiale, può essere opportunamente indotta e sfruttata dal potere. È ciò che Martha Nussbaum osserva descrivendo metaforicamente come “monarchia della paura” la tendenza di taluni assetti politici ad allarmare proditoriamente i propri “sudditi”, fiaccando la loro capacità di giudizio. Il convulso susseguirsi di accadimenti inquietanti (non solo l’elezione di Trump e il distacco di Brexit ma soprattutto il ritorno di atti xenofobi e razzisti) l’ha indotta a riflettere sullo scadimento della vita politica occidentale e sul malessere degli individui, che vede sprofondati nel risentimento, nella rabbia e nella faziosità. La paura è un veleno per la democrazia, perché toglie alle persone l’orgoglio di essere libere e indipendenti nel loro pensiero. Per sottrarsi alla pressione di un conformismo emotivo tarato sull’angoscia e aprirsi alla speranza, giova ricorrere ancora una volta all’insegnamento degli antichi, l’antidoto a ogni chiusura mentale.


Indice

Prefazione

Introduzione

Capitolo primo
La paura, primigenia e potente
Capitolo secondo
L’ira, figlia della paura
Capitolo terzo
Il disgusto indotto dalla paura: la politica dell’esclusione
Capitolo quarto
L’impero dell’invidia
Capitolo quinto
Una miscela tossica: sessismo e misoginia
Capitolo sesto
Speranza, amore, prospettive


Martha Nussbaum – La scuola insegna cose utili per diventare uomini d’affari piuttosto che cittadini responsabili. Sfoltiamo proprio quelle parti dello sforzo formativo che sono essenziali per una società sana, producendo un’ottusa grettezza e una docilità in tecnici obbedienti e ammaestrati che minacciano la vita stessa della democrazia.

M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

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