Maura Del Serra – La parola della poesia: un “coro a bocca chiusa”

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In una recente conferenza pistoiese, Giancarlo Zizola ha invocato le “responsabilità della memoria” e della scrittura creativa contro il presente in apparenza assoluto, ma illusorio ed immaginativamente azzerante della civiltà mediatica e della sua Babele di immagini “virtuali”; cioè, si può aggiungere secondo etimologia, esaltanti un’infinita potenzialità di esperienza e di “navigazione” (non a caso è stato adottato per Internet questo verbo ulissiaco e faustiano) che non si traduce però mai – o si traduce in misura assai ridotta – in un vero experiri ricco di senso, cioè spiritualmente e psicologicamente significativo, in una dynamis, in una paideia generatrice di valori. Le immagini da cui siamo avvolti, come in una spiralica ed autoreferenziale Wunderkammer – una camera degli specchi che assomiglia alla caverna platonica – tendono infatti per loro natura, come fuochi d’artificio, a sprofondare annullandosi, dopo una istantanea e pervasiva fioritura, nella memoria personale e collettiva, lasciando un vuoto che è un desiderio infinito di altre immagini ugualmente effimere e pervasive, che tirannicamente “invadono la coscienza”, come disse Kafka nei suoi colloqui con Janouch, senza fecondarla e lasciarla crescere avvolgendola nel necessario silenzio…

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Maura Del Serra, La parola della poesia: un “coro a bocca chiusa” [Articolo pubblicato su Le opere e i giorni, Periodico di cultura, arte, storia – Anno I, NN. 1-2 – Gennaio/Giugno 1998 – Direttore responsabile: Carmine Fiorillo], pp. 6.

 

 

 

 

 

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