Max Picard (1888-1965) – L’uomo contemporaneo accosta tutte le cose in un arruffio incoerente e questo dimostra che anche la sua interiorità è un coacervo privo di qualsiasi connessione.


«L’uomo contemporaneo accosta tutte le cose in un arruffio incoerente e questo dimostra che anche la sua interiorità è un coacervo privo di qualsiasi connessione. L’uomo contemporaneo non si trova più di fronte alla stabile datità delle cose e le cose non gli vengono più incontro una ad una, né egli stesso s’avvicina alla singola cosa compiendo un atto particolare: verso l’uomo contemporaneo, la cui interiorità è un coacervo incoerente, si muove oggi un sconclusionato arruffio esterno. Non si presta neppure più attenzione a cosa ci viene incontro, poiché si è soddisfatti purché qualcosa venga ed è proprio in una siffatta confusione che qualsiasi cosa e chiunque può immischiarsi».
Max Picard, Hitler in noi stessi, Pgreco, Roma 2016, p. 14.
Max Picard (1888-1965) – Il silenzio emerge dal frastuono del mondo attuale perché sta al di fuori della dimensione dell’utile. La parola non avrebbe profondità, se le mancasse lo sfondo del silenzio. La parola sorge dal silenzio.
