Mario Dondero con Emanuele Giordana – Lo scatto umano. Viaggio nel fotogiornalismo da Budapest a New York

Dondero

 

Laterza

Mario Dondero con Emanuele Giordana

Lo scatto umano

Viaggio nel fotogiornalismo da Budapest a New York

Lo scatto umano

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Mario Dondero

Mario Dondero

 

 

Emanuele Giordana

Emanuele Giordana

 

 

La grande stagione del fotogiornalismo internazionale, raccontata e vissuta da uno dei più importanti e originali fotografi europei.

Questo è un viaggio nel cuore della più bella stagione del fotogiornalismo internazionale. Da Parigi a Londra, da New York a Roma, da Budapest a Mosca, da Kabul alle pianure della Cambogia, Mario Dondero svela le storie che stanno dietro le fotografie sue e di altri, il confronto con mostri sacri come Robert Capa, i grandi eventi del XX secolo, dalla guerra di Spagna alla Grande Depressione americana, dalla caduta del muro di Berlino alla guerra in Iraq. Nelle sue parole sottili, ironiche, appassionate, scopriremo chi sono stati i primi fotoreporter, i primi creatori di agenzie, le ferree regole del mercato e quello che impongono. Ma, soprattutto, troveremo cosa rende straordinario il mestiere del fotoreporter, lo spirito nomade, il misto di adrenalina e paura nelle situazioni di pericolo, l’impegno civile, la curiosità per l’altro. Una storia ricca di persone e umanità, la vera cifra della migliore fotografia perché «non è che a me le persone interessino per fotografarle, mi interessano perché esistono. Diversamente, il fotogiornalismo sarebbe soltanto una sequenza di scatti senz’anima.»

 

Mario Dondero è stato uno dei grandi protagonisti della fotografia contemporanea. Ha documentato conflitti, lotte politiche e sindacali, la scena culturale, artistica e politica e i cambiamenti sociali dell’Italia e dell’Europa dal dopoguerra a oggi. Innumerevoli i suoi reportage, le pubblicazioni, le mostre italiane e internazionali, i premi attribuiti e i libri a lui dedicati.

Emanuele Giordana, giornalista e scrittore, è stato tra i fondatori dell’agenzia Lettera 22 e dell’iniziativa “Afgana” e direttore del mensile ”Terra”. Insegna scrittura alla Scuola di giornalismo della Fondazione Basso. Tra i suoi libri: La scommessa indonesiana (con G. Corradi, Utet 2002); Afghanistan. Il crocevia della guerra alle porte dell’Asia (Editori Riuniti 2007); Diario da Kabul (O barra O edizioni 2010).

 

 

Recensioni

 

 

 

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John Daverio – ROBERT SCHUMANN Araldo di una “nuova era poetica”. A cura di Enrico Maria Polimanti

Schumann

Daverio, Robert Schumann

In questo imponente studio sulla vita e sull’opera del grande compositore tedesco, Daverio, facendo giustizia della massa di miti biografici (a cominciare dalle circostanze e dalla natura della sua malattia mentale), storici (ad esempio, l’immagine di Schumann come un musicista geniale agli inizi e poi sempre meno ispirato), e critici (come la presunta mancanza di talento nell’orchestrazione o l’immaginaria incapacità di controllare le forme ampie), che avvolge la figura di Schumann, si concentra sulla sua concezione estetica, l’idea di una continuità indissolubile tra letteratura e musica. L’osmosi tra formazione letteraria, filosofica e musicale si rivela una chiave fondamentale per comprendere la personalità e l’opera del musicista, nonché la sua passione per la critica musicale.
La traduzione dell’opera è stata relizzata con il contributo del SEPS – Segretariato Europeo per le Pubblicazioni Scientifiche.

Astrolabio-Ubaldinicollana: Adagio
codice ISBN: 9788834016886
pagine: 568, ill.
prezzo: € 38.00

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Fernanda Elisa Bravo Herrera – Tracce e percorsi di un’utopia: L’emigrazione italiana in Argentina. Il libro di Bravo Herrera, ovvero come si riempie un vuoto culturale.

Emigrazione in Argentina

Arnaldo Ferraguti 01

Fernanda Elisa Bravo Herrera

Huellas y recorridos de una utopía

La emigración italiana en la Argentina

 

Huellas yrecorridos de una utopia

Scheda del libro

Huellas y recorridos de una utopía. La emigración italiana en la Argentina. Buenos Aires: Teseo, 2015. 372 p. ISBN 978-987-723-004-8

Introduzioni di Romano Luperini e Antonio Melis.

Illustrazioni di Arnaldo Ferraguti.

Nota introduttiva di Romano Luperini  Logo Adobe Acrobat

Nota introduttiva di Antonio Melis    Logo Adobe Acrobat


 

Aspetti istituzionali

Il Testo riunisce alcuni risultati di una ricerca iniziata prima come borsista del Governo Italiano presso l’Università degli Studi di Siena, sotto la guida dei Professori Romano Luperini e Antonio Melis (1999-2000), e proseguita in seguito all’interno del Progetto di Ricerca sull’incidenza della cultura italiana nella letteratura argentina, come ricercatrice del CONICET (Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Tecnológicas – Argentina), sotto la direzione delle Prof.sse María Rosa Lojo (Universidad de Buenos Aires – CONICET) e Zulma Palermo (Universidad Nacional de Salta).
Il libro ha ricevuto un finanziamento straordinario del CONICET per la pubblicazione. La ricerca è stata supportata grazie a due borse di studio del Governo Italiano rilasciate dall’Istituto Italiano di Cultura a Buenos Aires e una borsa post-dottorale del CONICET.
Il lavoro ha avuto il patrocinio del CONICET, dell’Istituto Italiano di Cultura a Buenos Aires, del Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Siena e della Facultad de Humanidades dell’Universidad Nacional de Salta.
Le ricerche sono state effettuate presso la Biblioteca Nazionale di Firenze, la Biblioteca di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Siena, la Biblioteca dell’Università per Stranieri di Siena e la Biblioteca Comunale di Siena.Altresì, l’Autrice ha utilizzato materiale, cosiddetto grigio, proveniente da archivi e da fonti più disparate.

L’Autrice è ricercatrice del CONICET (Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas – Argentina) presso l’ILA – FFyL – UBA (Instituto de Literatura Argentina della Facoltà di Filosofia e Lettere dell’Università di Buenos Aires; Dottoressa di Ricerca in Letteratura Comparata e Traduzione del Testo Letterario; Magister in Conservazione e gestione dei Beni Culturali e in Letteratura Comparata per l’Università degli Studi di Siena; laureata in Lettere per l’Università Nazionale di Salta (Argentina). Premio dell’Accademia Argentina di Lettere e Menzione d’Onore della Facoltà di Lettere dell’Università Nazionale di Salta (1997). Ha ricevuto borse di ricerche del Consiglio di Ricerca dell’Università Nazionale di Salta (1997), della Regione Toscana (1997), del Governo Italiano (1999-2000) e del CONICET (Post-dottorale, 2009). Ha lavorato presso le Facoltà di Lettere di Siena e Arezzo dell’Università degli Studi di Siena come docente a contratto di Letterature Ispanoamericane, Letteratura Spagnola, Cultura Ispanoamericana. Ha pubblicato El Fondo de Mercedes de Tierras y Solares (1583-1589) del Archivo y Biblioteca Históricos de Salta (2010) e Sátira política y representaciones de género en la prensa de Salta a fines del siglo XIX (2010), Huellas y recorridos de una utopía. La emigración italiana en la Argentina (2015), Parodias y reescrituras de tradiciones literarias y culturales en Leopoldo Marechal (2015).

 

Dati della controcopertina

Il libro offre una prospettiva circa le stratificazioni ideologiche e culturali che contornano il fenomeno sociale dell’emigrazione. A partire da un dispositivo teorico che affonda le proprie radici nelle analisi di Bacthin, nella prospettiva propria della Sociocritica come metodologia di lettura dei testi, nella teoresi propria New Criticism, così come nella semiotica greimasiana e di Eco e negli studi sull’ideologia – intesa in senso lato – di Therborn, nonché sugli studi sull’emigrazione come quelli di Emilio Franzina e Sebastiano Martelli, tra i molti, il lavoro affronta la costruzione dell’immaginario attorno al fenomeno dell’emigrazione. L’obiettivo della ricerca è quello di rintracciare le configurazioni ideologiche dell’immaginario sociale italiano attorno all’emigrazione verso l’Argentina dall’Ottocento fino ai primi anni del 2000. Vengono studiate le diverse posizioni ideologiche e politiche riguardanti il concetto di nazione e\o patria, la costruzione dell’identità, dell’alterità, degli spazi, la concezione del fenomeno emigratorio (cause e conseguenze, esperienze e valori), i contesti socio-politici dell’Argentina e dell’Italia.

 

Corpus studiato

Testi letterari canonici e non canonici (dimenticati, marginali, “non-letterari”) tra i quali canzoni popolari, lettere, testi “autobiografici”, manuali, libri di lettura per l’infanzia. Testi saggistici o documenti storici. Riferimenti a film, illustrazioni, fotografie. Alcuni di questi possono essere considerati di “scarsa” qualità letteraria, ma sono stati analizzati perché presentano un alto valore come documenti storici e sociali. Il corpus pertanto è composto da testi facenti parte della letteratura canonica, della letteratura classificata come minore, da documenti ufficiali, nonché da tutta una serie di materiali che potrebbero essere classificati come letteratura o testi “grigi”, ovvero difficilmente inseribili in un canone, ma che portano con sé un enorme valore documentale.
Alcuni degli autori (letteratura) studiati: Tito Barbini, Vanni Blengino, Dino Campana, Cesare Cantù, Paolo Lorenzini (Collodi Nipote), Enrico Corradini, Attilio Dabini, Edmondo De Amicis, Erri De Luca, Emilio Franzina, Lucilla Gallavresi, Pietro Gori, Maria Luisa Magagnoli, Claudio Magris, Paolo Mantegazza, Antonio Marazzi, Cesare Mazzonis, Ada Negri, Ippolito Nievo, Laura Pariani, Giovanni Pascoli, Nella Pasini, Alberto Prunetti, Edoardo Salmeri, Mariangela Sedda, Folco Testena, Andrea Zanzotto.
Autori di libri di viaggi: Mirko Ardemagni, Massimo Bontempelli, Nicola Bottiglieri, Alberto Maria De Agostini, Arnaldo Fraccaroli, Giacomo Pavoni, Francesco Scardin, Luca Toscani.
Gli autori di origine toscana sono: Dino Campana, Paolo Lorenzini (Collodi Nipote), Paolo Mantegazza, Tito Barbini.

 

Parti / capitoli

Il testo si divide in sette capitoli:

  1. Los hilos y las voces: presentazione della ricerca, obiettivi, problemi, principi teorici, organizzazione del corpus, percorso o parti del libro. Si definisce il concetto di “e(in)migración” (p. 33-34) creato per la prima volta dall’Autrice per significare le molteplici prospettive che configurano questo processo socio-culturale inteso come problematica bifronte e poliedrica; si definiscono altresì le modalità di lettura dei testi (anche i testi letterari vengono letti come documenti storici e ideologici). Si definisce il dispositivo teorico su cui appoggiarsi: la teoria bachtiniana, la Teoria della Cultura, la semiotica di Eco, la New Criticism di Angenot e Robin, la sociologia-filosofia-antropologica di Therborn. Vengono presi in considerazione altri studi sulla letteratura italiana che si occupa di emigrazione (non solo verso l’Argentina): Jean-Jacques Marchand, Sebastiano Martelli, Emilio Franzina (e anche Luigi Cepparrone, Martino Marazzi, Gianni Paoletti).
  2. O Paese: presentazione generale del corpus. Presentazione di alcuni autori significativi. Riferimento alle loro esperienze come emigranti o come viaggiatori, o alle loro vicende vincolate con l’emigrazione. Il problema della marginalità/del successo/ dell’oblio. Ragionamento sul perché dell’oblio di questi testi nel canone letterario (negazione del conflitto culturale, marginalità dei protagonisti, indifferenza degli intellettuali, contrasto/opposizione con un progetto politico (unità d’Italia/Risorgimento), trauma sociale, distanze stilistiche, non leggibilità, scarsa qualità, ecc). La formazione di un’altra Italia al di là delle frontiere. Formazione dell’identità italiana all’estero. Importanza della storia dal sotto, delle micro-storie (Hobsbawm, Sharpe). Le ideologie in contrasto e le strategie di manipolazione sociale attraverso i testi, collegati con dei progetti politici, un’interpretazione della storia. Visibilità dei conflitti nella lettura. Presentazione delle quattro posizioni che rappresentano quatto posizioni politiche e ideologiche: anti-emigrazionistica, denuncia sociale, pro-emigrazionistica e della ricerca personale.
  3. Catarsis de la hemorragia: analisi della posizione anti-emigrazionista (difesa della produzione agricola perché l’emigrazione creava dei danni all’agricoltura; socialista; nazionalista). Danno al lavoro italiano. Posizione del lutto, metafora dell’emorragia e del naufragio. Posizione nazionalista di Enrico Corradini. Negatività della nostalgia: analisi nelle canzoni popolari. Posizioni contraddittorie del fascismo: perdita dell’italianità fra gli emigranti / emigrazione come forma di colonizzazione culturale. De-mistificazione dell’America. Problema dell’esilio: l’emigrazione come esilio forzato. Analisi del romanzo Studio e racconto di Marazzi, analisi dei testi di Nella Pasini.
  4. El dolor y la conciencia. Denuncia/critica sociale collegata con l’emigrazione: non implica una difesa o una opposizione all’emigrare o agli emigranti. Analisi della realtà sociale. Posizione vincolata con il realismo, il naturalismo. Importanza delle illustrazioni sui libri e sui giornali (Arnaldo Ferraguti, Achile Beltrame su La Domenica del Corriere, Luigi Bemporad per L’Illustrazione Italiana) e anche i dipinti di Raffaello Gambogi, Angelo Tommasi. Critica alle miserie e al degrado degli emigranti. Lettura di Sull’Oceano di Edmondo De Amicis, Un caffè molto dolce di Magagnoli (analisi della figura di Severino Di Giovanni), Senza patria di Pietro Gori. Si segnalano i conflitti nella società italiana: classi sociali, campanilismi, regionalismi, politici, economici. Lettura dell’anarchismo e la rappresentazione letteraria. Riletture delle utopie e costruzione di nuove utopie.
  5. La conquista refractante a través del héroe. Posizione che concepisce l’emigrazione come opportunità (non a livello individuale ma sociale) politica, nazionale: espansionismo demografico, economico, culturale. L’emigrazione è una forma di redenzione dell’Italia, gli emigranti sono eroi, coloni, portatori della cultura, redimono il Paese. Riprendono valori del Risorgimento, della Roma imperiale, dei principi della conquista dell’Africa (Libia ed Etiopia). Riconoscimento dell’italianità negli emigranti (italiani all’estero). Costruzione dell’identità degli italiani all’estero. Letteratura dell’infanzia (formazione del cittadino). Idealizzazione degli emigranti, delle gesta emigratorie, sul principio dell’eroicità. Principio di conquista.
  6. El viaje de la búsqueda interior. Il viaggio dell’emigrazione visto nell’individualità, come gesta unica, non sociale, è un percorso di crescita individuale, formazione. Scritti di religiosi, avventurieri. Letteratura di viaggio (non tanto di emigrazione, anche se potenzialmente collegabile ed in relazione con l’emigrazione). Percorso dell’eroe o del fuggitivo. Viaggio come luogo di utopie. Carattere autobiografico del viaggio.
  7. Los desembarcos y los puertos. Sintesi dei capitoli attorno le problematiche dell’identità e dell’e(in)migrazione, considerando alcuni dei nodi semantici principali.

 

 Il libro è disponibile in formato cartaceo su Amazon,
presso le Librerías Hernández (Buenos Aires)
e per scaricarlo (ebook – pdf) dal sito della casa editrice Teseo

https://www.editorialteseo.com/archivos/13346/huellas-y-recorridos-de-una-utopia/


 

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Fernanda Elisa Bravo Herrera

 

Libri di Fernanda Elisa Bravo Herrera

 

Parodias y reescrituras de tradiciones literarias y culturales en Leopoldo Marechal. Buenos Aires: Corregidor, 2015. Colección La vida en las Pampas. [ISBN 978-950-05-3083-5]. 432 pp.

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Huellas y recorridos de una utopía. La emigración italiana en la Argentina. Buenos Aires: Teseo, 2015. [ISBN 9789877230048]. 372 pp.

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El Fondo Mercedes de Tierras y Solares (1583 – 1589) del Archivo y Biblioteca Históricos de Salta. Salta: Fundación Capacit-Ar del NOA, 2010. [I.S.B.N. 978-987-22728-3-8]. 172 p. + CD ROM.

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Sátira política y representaciones de género en la prensa de Salta a fines del siglo XIX. La Civilización, La Revista Salteña y La Revista. Avances de Investigación CEPIHA N° 8, 2010. Salta: CEPIHA – Fac. de Humanidades – Univ. Nac. de Salta, 2010. 142 pp.

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 Articoli

“Parodias y reescrituras de tradiciones literarias en Leopoldo Marechal” en Hammerschmidt, Claudia (ed.), Leopoldo Marechal y la fundación de la literatura argentina moderna. Potsdam: Inolas Publishers LTD, 2015, pp. 411-431 [ISBN 978-3-946139-03-4].

“Memoria y paisaje en la poesía de Vicente Gerbasi y Jorge Isaías” en Grillo, Rosa Maria (a cura di), Venimos de la noche y hacia la noche vamos. Salerno – Milano: Oèdipus, 2015, pp. 131-148. [ISBN 978-88-7341-206-9].

“E(in)migración italiana en la Argentina y conflictos lingüísticos. Representaciones literarias y variaciones en las dos orillas” en Revista del Instituto de Investigaciones Lingüísticas y Literarias Hispanoamericana (RILL), Vol. 19, núm. 1, 2014, pp. 60-85 [ISSN 2250-6799].

“Recuperación de la memoria en la escritura de Rubén Tizziani y de Roberto Raschella” en Zibaldone. Estudios Italianos, Vol. III, N. 5, enero 2015, pp. 221-228 [ISSN: 2255 – 3576].

“Narrar la memoria y los exilios. Viaje e inmigración en ‘Mar de olvido’ de Rubén Tizziani”, Anales de Literatura Hispanoamericana, 43 (2014) Número especial: Escribir la frontera: itinerancias y sujetos migrantes en la literatura hispanoamericana, pp. 101-113 [ISSN 0210-4547 ISSN-e 1988-2351].

“Rosalba Campra, Travesías de la literatura gauchesca. De Concolocorvo a Fontanarrosa. Buenos Aires, Corregidor, 2013, 153 pp. ISBN 9789500520720”. [Reseña] en Cuadernos AISPI. Estudios de lenguas y literaturas hispánicas 3/2014, de la Associazione Ispanisti Italiani, pp. 239-241 [ISSN 2283-981X].

“Edmondo De Amicis en Argentina” en Claves. Salta: abril, Año XXIII, N° 228, 2014, pp. 12-13.´ Publicado también en: La Gazeta del Progreso. Periódico del Club del Progreso. Año 3. http://gazetaprogreso.com.ar/?page_id=2039 [Recuperado Agosto de 2014].

“La inmigración italiana en Argentina entre la memoria y el olvido” en Grillo, Rosa Maria – Perugini, Carla (a cura di), El olvido está lleno de memoria. Salerno: Oèdipus, 2014, pp. 79-112, CD-Rom [ISBN 978-88-7341-185-7].

“Expansión colonial y Política Nacionalista de la Emigración Italiana en la Argentina”

“Tiempos y espacios de formación de identidades colectivas en Cambacérès, Balbi, Aparicio e Iparraguirre”.

“Inmigración y nacionalismo en El diario de Gabriel Quiroga de Manuel Gálvez”.

“Violencia discursiva y conflicto social en tres revistas salteñas del siglo XIX”

“Cuestiones en torno al poder y la palabra: el entrecruzamiento del proyecto político y de los programas periodísticos del siglo XIX”

“La pasión de los nómades de María Rosa Lojo: contrapunto extraterritorial de Una excursión a los indios ranqueles de Lucio V. Mansilla”

“Teoría y praxis de la narración en la escritura de Ricardo Piglia: el mito del Diario y del secreto”

“Syria Poletti y el oficio de escribir exilios”

“Racconti di viaggio in Argentina: interpretazioni e proposte di lettura. Problemi di storiografia letteraria e conformazione del canone”

“(Des)articulación de memorias, soledades y exilios: Augustus y Fragmentos de Siglo de Liliana Bellone”

“Presentazione. Quando la scrittura diventa amazzone”

“(Auto)biografía e historia en El arpa y la sombra de Alejo Carpentier”

“Entre dos fuegos. Alejandro y los pescadores de Tancay de Braulio Muñoz”

“Los (im)posibles regresos a la tierra (perdida): Si hubiéramos vivido aquí de Roberto Raschella y La tierra incomparable de Antonio Dal Masetto”

“El arte del contrapunto. La copla en el norte argentino”

“Desarraigos, fronteras y exilios de la inmigración: Stéfano de Armando Discépolo y Gris de ausencia de Roberto Cossa”

“Anarchismo ed emigrazione in Argentina nella scrittura di Pietro Gori e Maria Luisa Magagnoli”

“El yo y la otredad en la nueva novela histórica. A propósito de La pasión de los nómades de María Rosa Lojo”

“Censure, assenze e prigioni. La “poetica” di Ricardo Piglia”

“Memoria, emigración y entrecruzamiento de la palabra de Quasimodo en Oscuramente fuerte es la vida y en La tierra incomparable de Antonio Dal Masetto”

“Utopías en torno a las fronteras entre civilización y barbarie. Nuevas excursiones a los indios ranqueles”

“Cruces y encrucijadas en Al cielo sometidos de Reynaldo González”

“Scavare nella metamorfosi perlongheriana: Tu svástica en las tripas. Corpo e storia in Néstor Perlongher di Edoardo Balletta (Gorée, 2009)”

“Si hubiéramos vivido aquí de Roberto Raschella: pertenencias y extrañamientos identitarios”

“Conjeturas e indagaciones: el doble movimento enunciativo de Ricardo Piglia”

“Cooperación internacional y protección del patrimonio cultural: la gestión de la UNESCO y de la OEA”

“Memoria y relato en Alejandro y los pescadores de Tancay de Braulio Muñoz”

“La emigración italiana en la Argentina entre el fracaso y la epopeya: Emigrati de Antonio Marazzi e I Roscaldi de Nella Pasini”

“La conformación de la tradición cultural en la escritura de Leopoldo Marechal”

“La configuración de la mujer en tres revistas de Salta a fines del siglo XIX”

“Espacio, huella y ausencia de la cultura indígena en la escritura de Leopoldo Marechal”

“Dante, Valli y Marechal: Fedeli d’Amore en diálogo”

“Lo épico en ‘La Patriótica’ de Leopoldo Marechal”.

“Configuraciones del viaje en la literatura de emigración italiana en la Argentina”

“Los asedios y las batallas en ‘Megafón o la guerra’ de Leopoldo Marechal”

“Viajes y fronteras en torno a la e(in)migración”

“Percorsi nella memoria: il lessico nell’esilio affettivo dell’immigrazione”

“Fronteras y conflictos emergentes en el discurso homogeneizador del siglo XIX. Un recorrido por revistas salteñas”

“Reescrituras de textos italianos en la producción de Leopoldo Marechal: sublimación y censura de lo erótico”

La risa antropofágica como sostén de relatos del mundo: estrategias de carnavalización y efecto polifónico en la producción de Leopoldo Marechal

“La escritura marechaliana como apropiación de textos pictóricos”

“La narrativa marechaliana como espacio macarrónico de construcciones míticas”

Tesis Doctoral: “La parodia en la producción de Leopoldo Marechal como lectura/re-escritura de las tradiciones literarias y culturales”.

Tesis de Maestría “El Fondo de Mercedes de Tierras y Solares (1583-1589) del Archivo y Biblioteca Históricos de Salta”

Tesis de Licenciatura «La Teoría del Humor en la producción de Leopoldo Marechal»

RESEÑA. Fernanda E. Bravo Herrera. Diario de viaje a Oriente (1850-51) y otras crónicas del viaje oriental, de Lucio V. Mansilla. Edición, introducción y notas de María Rosa Lojo By Fernanda Elisa Bravo Herrera and Cuadernos del Hipogrifo. Revista de Literatura Hispanoamericana y Comparada (ISSN 2420-918X)


 

 

 

 

Enzo Paci (1911-1976) – Scegliamo di nascere «di nuovo»: la storia per l’uomo è rinascere a sé stesso: farsi uomo, non essere già uomo.

Paci enzo

Idee per una enciclopedia fenomenologica

Scrive Enzo Paci nel suo libro Idee per una enciclopedia fenomenologica (1973), riflettendo sul nesso per lui decisivo nascita-rinascita:

«Nuovo è ciò che nasce di nuovo: è un secondo nascere, poiché nel primo si è già da sempre nati. […] Spirito, dice Giovanni, o cultura, non è nascere così perché ci troviamo nati, ma è il nascere noi, l’autoeducarsi alla vita, perché noi, già nati, scegliamo di nascere di nuovo. […] Ora la storia per l’uomo è rinascere a sé stesso: farsi uomo, non essere già uomo. […] La rinuncia ad una rinascita, che noi chiameremmo intersoggettiva e intersociale, è non vedere la direzione, il senso della società e della storia o, se si vuole, l’utopia che vive ed agisce in noi. […] si può rinascere di una nascita nuova che finora non c’è stata, così come finora l’uomo non è riuscito a realizzare sé stesso come uomo, e la storia come il sé stesso che vuol ‘essere’ e vuol ‘nascere’. Il termine nascere, temporale, spaziale, storico e dinamico è la reale modalità rivoluzionaria dell’uomo, non ripetibile, che trasforma la non ripetizione in una ricreazione-creazione, in un futuro, in un valore».

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Cerchiamo insieme nuovi orizzonti di senso! Ciò che molti dicono essere «impossibile» è invece il possibile cammino verso la realtà, verso la vera umanità dell’uomo, e la vera sapienza.

In fuga

L’impossibile …

Non obbedire a chi ti dice di rinunziare all’impossibile!
L’impossibile solo rende possibile la vita dell’uomo.
Tu fai bene a inseguire il vento con un secchio.
Da te, e da te soltanto, si lascerà catturare.

                                                                  Margherita Guidacci

… è il possibile cammino verso la realtà …

Chi non spera quello che non sembra sperabile
non potrà scoprirne la realtà,
poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo,
qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada.

                                                                                             Eraclito

… e la vera sapienza

 … se uno
ha veramente a cuore la sapienza,
non la ricerchi in vani giri,
come di chi volesse raccogliere le foglie
cadute da una pianta e già disperse dal vento,
sperando di rimetterle sul ramo.

La sapienza è una pianta che rinasce
solo dalla radice, una e molteplice.
Chi vuol vederla frondeggiare alla luce
discenda nel profondo, là dove opera il dio,
segua il germoglio nel suo cammino verticale
e avrà del retto desiderio il retto
adempimento: dovunque egli sia
non gli occorre altro viaggio.

                                                                   Margherita Guidacci


L’immagine: Pere Borrell del Caso, Huyendo de la critica [In fuga dalla critica], 1874.

Il giovane scavalca la cornice per evadere dalla costrizione della fissità (definitoria) della tela in cui si vedeva confinato nella prigione di rigide scansioni spazio-temporali, una weberiana «gabbia d’acciaio».

Il titolo, Huyendo de la critica, ironico e dissacrante, conferisce al giovane la statura di chi si ribella, di chi non obbedisce a chi vuole convincerci a «rinunciare all’impossibile». Qui vuole essere metafora di una sana aspirazione a ricercare nuovi orizzonti di senso per l’arte, per la filosofia, per la società, per la storia, per l’umanità dell’uomo che non deve sottostare immobile e passiva alla perentorietà di chi proclama la “fine della storia” nell’universo capitalistico, che desertifica e inquina lo spirito e che vorrebbe precludere l’apertura di altri orizzonti: soprattutto di modalità sociali autenticamente comunitarie.


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Margherita Pieracci Harwell – In lode della lettura: si legge per veder meglio in sé, riflessi in un altro.

Elogio della lettura

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Margherita Pieracci Harwell

In lode della lettura

 

Se cerco di definire il mio rapporto con la letteratura non vi trovo momento più essenziale del leggere. Un certo tipo di lettore, poi, finisce per scrivere di quel che legge: perché non può chiudere in sé l’emozione delle sue scoperte, e perché deve, anche per questo, persuadere gli altri a leggere.

Si legge, come si scrive, perché la vita ci va stretta, coi suoi limiti – forse qualcuno pensa perciò che la letteratura sia un’evasione. Ma ci va stretta la vita quando non ne cogliamo abbastanza la densità, lo spessore – quella «seconda realtà» a cui alludono Leopardi o la Ortese – quindi si legge per veder più e meglio, e per capire il senso. Anche per veder meglio in sé, riflessi in un altro.

Io scoprii che cosa cercavo combinando due frasi, una di Hofmannsthal una di Luzi: «Chi muore porta un segreto con sé: come gli sia stato possibile, in senso spirituale, vivere»; e «Se riusciamo a individuare il senso e il ritmo in cui uno spirito si muove … saremo più vicini al suo segreto naturale». A una lettura attenta il senso e il ritmo dello spirito di un autore si fa trasparente, e si rivela il segreto del suo poter vivere a un grado che è raro incontrare fuor della mediazione discreta della pagina. Così si diviene per sempre lettori, per essere aiutati a vivere.

Ma mentre si contempla un testo nel miracolo del suo travaglio e della sua pace, è impossibile non condividere con gli altri la gioia di capire: allora si scrivono saggi o si tracciano note per un corso. Io infatti ho insegnato felicemente quarant’anni e riempito varie pagine.

Questo modo di lettura mi ha portato molto vicino agli autori, quando quelli che amo sono vivi, perché la prima persona con cui vorrei parlare dell’opera quando mi pare di penetrarvi è colui o colei che l’ha scritta. Ne sono nate splendide amicizie, che a loro volta mi illuminano per un grado più intenso di comprensione, e a cui devo quasi tutto quel che ho infine imparato.

Margherita Pieracci Harwell

University of Illinois at Chicago

Professor Emerita


252 ISBN

 

Dal 30 gennaio 2016 sarà disponibile il libro

Margherita GuidacciMargherita Pieracci Harwell

Specularmente

Lettere, studi, recensioni

A cura di Ilaria Rabatti

Petite Plaisance


Potrà essere richiesto direttamente a:

Editrice Petite Plaisance

info@petiteplaisance.it
www.petiteplaisance.it


Vedi anche:

 

Margherita Pieracci Harwell: In lode della lettura
Intervista a Margherita Pieracci Harwell – YouTube
Pubblicazioni a cura di Margherita Pieracci Harwell
Cristina Campo (1923-1977) – Il mio pensiero non vi lascia. Lettere a Gianfranco Draghi e ad altri amici del periodo fiorentino, Adelphi, 2011

 


 

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Cristina Campo (1923-1977) – Il mio pensiero non vi lascia. Lettere a Gianfranco Draghi e ad altri amici del periodo fiorentino, Adelphi, 2011.

Cristina Campo 03
 Il mio pensiero non vi lascia

Cristina Campo

Il mio pensiero non vi lascia

Lettere a Gianfranco Draghi e ad altri amici del periodo fiorentino
A cura di Margherita Pieracci Harwell

Biblioteca Adelphi
2012, pp. 273
isbn: 9788845926440

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«Vivere, certo, mio caro amico. Non c’è nulla di più – nulla di meno – da fare. Quanto ad esser felici, questo è il terribilmente difficile, estenuante. Come portare in bilico sulla testa una preziosa pagoda, tutta di vetro soffiato, adorna di campanelli e di fragili fiamme accese; e continuare a compiere ora per ora i mille oscuri e pesanti movimenti della giornata senza che un lumicino si spenga, che un campanello dia una nota turbata».

Le lettere contenute in questo volume coprono un arco temporale che va dal 1952 al 1965. Di Cristina Campo (pseudonimo di Vittoria Guerrini, 1923-1977) sono apparsi presso Adelphi Gli imperdonabili (1987), La Tigre Assenza (1991), Sotto falso nome (1998), Lettere a Mita (1999) e Caro Bul (2007).

Risvolto di copertina

Ci sono prosatori che proprio nelle lettere raggiungono una sorta di perfezione assoluta: riuscendo, nel breve volgere di una frase, a toccare vertici di bellezza e di intensità. Che la Campo sia uno di essi lo hanno dimostrato le Lettere a Mita e Caro Bul: e questo terzo pannello dell’episto­lario, che raccoglie le lettere scritte agli amici del periodo fiorentino, ne è una conferma. Nel 1956 Cristina è costretta ad abbandonare Firenze per Roma; e gli anni romani saranno costantemente pervasi dal ricordo struggente di quel giardino incantato che era la cerchia degli «amici d’infanzia»: Piero Draghi, Mario Luzi, Anna Bonetti, Venturino Ven­turi, Giorgio Orelli. A tutti loro scrive dal suo «esilio» parole di nostalgico affetto («C’è con voi­altri, nell’aria, gusto di latte»); ma il più rimpianto è senza dubbio Gianfranco Draghi, quel Gian che guarda ai suoi stessi «fari» (i più luminosi: Hofmannsthal e Simone Weil), lo scrittore e poeta di cui ammira la personalità e l’opera, l’amico che «conosce sempre, sottilmente, il disegno del tempo, e trova la parola magica da incidervi». A lui una Cristina ancora dolente per una pena d’amore chiede di assicurarle «che la felicità esiste», ma anche di impegnarsi a favore di Danilo Dolci (come sta facendo lei stessa); con lui parla di Roma, che va scoprendo con meraviglia, delle sue letture (Montaigne, Lawrence, l’a­matissimo Auden, ma anche Pasternak, e Il Gattopardo), dei suoi momenti bui e del­l’importanza della loro amicizia nella sua vita. Per ogni corrispondente la Campo trova un’into­nazione diversa, quella che ritiene la più opportuna, la più esatta – ma sempre (che assuma il timbro argentino della Pisana o quello più cupo della Donatrice Portinari) la sua voce suona alle nostre orecchie con una giustezza e una limpidezza incomparabili.


 

Postfazione di

Margherita Pieracci Harvell

«Quando vedrai cielo e terra oscurarsi,
tuffa le mani nell’acqua»

Certes ... en ceste amytié 
 ... an négocie du fin fond
 de san courage.
 Montaigne su Étienne De La Boétie

 

Questo volume della corrispondenza di Cristina Campo è il canto della giovinezza e insieme il canto dell’addio alla giovinezza, ove si nomina per l’ultima volta il mondo magico della giovinezza. L’«esilio» da quel mondo è segnato dalla partenza da Firenze per Roma (1956) – i primi anni romani sono costellati dal ricordo, struggente e lancinante, della «patria». Cristina ha ormai passato i trent’anni, ma «ingenuo dev’essere ogni genio, o non è un genio […].  Il carattere infantile che il genio imprime nelle sue opere» insegna Schiller in Sulla poesia ingenua e sentimentale «il genio lo rivela altresì nella sua vita privata e nei suoi costumi».
Il «genio», il «poeta» non oblitera mai la condizione infantile, ma una crepa si apre che gli divarica l’anima: il tenersi attaccato insieme ai due lembi che progressivamente si allontanano è uno dei suoi tormenti. Presto, infatti, Roma esercita su Cristina il suo potente incanto: basta leggere altre lettere del 1956, a Mita, a Traverso, per trovarne testimonianza, ad esempio, nella splendida narrazione della sua scoperta di San Clemente – e colpisce che nulla qui ne traspaia, se non nel commovente desiderio impossibile di trasferire nella già amata Veio il suo Decamerone. È perché, appunto, le lettere raccolte in questo libro rappresentano l’addio alla giovinezza, un addio che è espressione di un rimpianto che «non vuole essere consolato», della lacerante coscienza di non potere mai più essere tutta felicemente immersa nelle acque prenatali. Col ricordo dell’«eden» si identifica nella memoria di Cristina il tempo delle prime amicizie fiorentine, pur devastato dall’irruzione della morte (quella dell’amica Anna Cavalletti nel bombardamento di Firenze, del 1943, cui allude la lettera al padre che abbiamo posto sulla soglia del libro) e dalla delusione che dissecca quella prima incarnazione dell’amore che fu, a partire dagli anni Quaranta, l’incontro con Leone Traverso. Ma i profumi, i colori, l’atmosfera del «giardino» in cui la prima felicità era stata rivelata e annullata sono in tatti nella memoria – le strade «di cristallo lastricate», le ville medicee belle della semplicità dei gigli del campo, il cerchio degli «amici d’infanzia» che ha odore di latte. Tutto questo evocano nella soledad dei primi anni romani gli «amici del periodo fiorentino», e il paradigma del canto dell’addio sono in primo luogo le lettere a Gianfranco Draghi, …[continua a leggere cliccando qui]

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Margherita Pieracci Harvell
«Quando vedrai cielo e terra oscurarsi, tuffa le mani nell’acqua»

Vedi anche:

Margherita Pieracci Harwell
In lode della lettura: si legge per veder meglio in sé, riflessi in un altro.

 

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